ROMA - In Argentina è nata la prima mucca al mondo in grado di produrre latte materno grazie ad alcuni geni umani inseriti nel proprio Dna. L'annuncio è stato dato dal National Institute of Agrobusiness Technology [1] , secondo cui il latte "potenziato" contiene due sostanze protettive contro le infezioni che non si trovano in quello prodotto naturalmente dall'animale.
«La mucca clonata si chiama Rosita - si legge nel comunicato del laboratorio argentino - è nata il 6 aprile con un parto cesareo dovuto al fatto che alla nascita pesava 45 chilogrammi, il doppio di un bovino normale, e quando sarà adulta produrrà latte simile a quello materno umano».
Gli scienziati argentini hanno inserito nel Dna della mucca i geni che producono la lattoferrina, una proteina che rinforza il sistema immunitario, e il lisozima, un'altra sostanza antibatterica. Anche se i ricercatori dell'università di San Martin affermano che questo è il primo caso del genere al mondo, in realtà anche dalla Cina è venuto un annuncio simile pochi giorni fa: gli scienziati della Chinàs Agricultural university [2] di Pechino hanno affermato di avere un'intera mandria di 300 mucche transgeniche che già producono un latte simile a quello umano di cui si stanno testando le caratteristiche.
«La clonazione animale è una materia sulla quale esistono gigantesche criticità sia dal punto di vista scientifico che etico: tutte ottime ragioni per opporsi a un simile orrore - dice la biologa Michela Kuan, responsabile Lav vivisezione - Le applicazioni commerciali di tale latte sono dubbie, andando probabilmente ad alimentare un business tipico dei Paesi ricchi, dove sempre più donne ricorrono al cesareo e all'allattamento artificiale per ragioni non mediche, e non andrà a tamponare situazioni di grave denutrizione nelle fasce del mondo più povere. Inoltre, il problema legato ai primi giorni di allattamento e il conseguente trasferimento della barriera anticorpale tra madre e figlio, non sarebbe ovviato; anzi, si introdurrebbero problemi di possibili virus silenziosi ed effetti indesiderati non preventivati».
Coldiretti: tre italiani su quattro contrari al latte biotech. Gli italiani non sono ancora pronti a consumare prodotti figli dell'ingegneria genetica: quasi 3 persone su quattro non darebbero mai ai loro bambini latte materno ottenuto da mucche geneticamente modificate, afferma la Coldiretti sulla base di un'indagine Eurobarometro. Gli italiani sarebbero mediamente più preoccupati e scettici rispetto agli altri europei riguardo le conseguenze dell'ingegneria genetica sugli animali (75% contro 65%). Secondo l'associazione in Italia si starebbe riscoprendo il latte d'asina, valida alternativa al latte materno per i bambini con allergie gastrointestinali e ottimo alimento per le persone più anziane, per l'elevato contenuto di calcio. In Italia, conclude l'associazione, dopo aver rischiato l'estinzione, gli asini sono aumentati del 30% in 5 anni, assestandosi a 36mila unità.
Sondaggio : creata la prima mucca in grado di produrre latte simile a quello materno: è un'innovazione positiva? [3]
«La mucca clonata si chiama Rosita - si legge nel comunicato del laboratorio argentino - è nata il 6 aprile con un parto cesareo dovuto al fatto che alla nascita pesava 45 chilogrammi, il doppio di un bovino normale, e quando sarà adulta produrrà latte simile a quello materno umano».
Gli scienziati argentini hanno inserito nel Dna della mucca i geni che producono la lattoferrina, una proteina che rinforza il sistema immunitario, e il lisozima, un'altra sostanza antibatterica. Anche se i ricercatori dell'università di San Martin affermano che questo è il primo caso del genere al mondo, in realtà anche dalla Cina è venuto un annuncio simile pochi giorni fa: gli scienziati della Chinàs Agricultural university [2] di Pechino hanno affermato di avere un'intera mandria di 300 mucche transgeniche che già producono un latte simile a quello umano di cui si stanno testando le caratteristiche.
«La clonazione animale è una materia sulla quale esistono gigantesche criticità sia dal punto di vista scientifico che etico: tutte ottime ragioni per opporsi a un simile orrore - dice la biologa Michela Kuan, responsabile Lav vivisezione - Le applicazioni commerciali di tale latte sono dubbie, andando probabilmente ad alimentare un business tipico dei Paesi ricchi, dove sempre più donne ricorrono al cesareo e all'allattamento artificiale per ragioni non mediche, e non andrà a tamponare situazioni di grave denutrizione nelle fasce del mondo più povere. Inoltre, il problema legato ai primi giorni di allattamento e il conseguente trasferimento della barriera anticorpale tra madre e figlio, non sarebbe ovviato; anzi, si introdurrebbero problemi di possibili virus silenziosi ed effetti indesiderati non preventivati».
Coldiretti: tre italiani su quattro contrari al latte biotech. Gli italiani non sono ancora pronti a consumare prodotti figli dell'ingegneria genetica: quasi 3 persone su quattro non darebbero mai ai loro bambini latte materno ottenuto da mucche geneticamente modificate, afferma la Coldiretti sulla base di un'indagine Eurobarometro. Gli italiani sarebbero mediamente più preoccupati e scettici rispetto agli altri europei riguardo le conseguenze dell'ingegneria genetica sugli animali (75% contro 65%). Secondo l'associazione in Italia si starebbe riscoprendo il latte d'asina, valida alternativa al latte materno per i bambini con allergie gastrointestinali e ottimo alimento per le persone più anziane, per l'elevato contenuto di calcio. In Italia, conclude l'associazione, dopo aver rischiato l'estinzione, gli asini sono aumentati del 30% in 5 anni, assestandosi a 36mila unità.
Sondaggio : creata la prima mucca in grado di produrre latte simile a quello materno: è un'innovazione positiva? [3]
Links
- ^ National Institute of Agrobusiness Technology (www.inta.gov.ar)
- ^ Chinàs Agricultural university (www.cau.edu.cn)
- ^ creata la prima mucca in grado di produrre latte simile a quello materno: è un'innovazione positiva? (www.ilmessaggero.it)
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