Cerca nel blog

venerdì 29 marzo 2013

Pediatria: in Gb nasce bimbo XXL, George pesa oltre 7 kg

Roma, 29 mar. (Adnkronos Salute) - Alla nascita pesava oltre il doppio rispetto a un bebè normale: più di 7 chili. E per questo ha avuto grandissime difficoltà a venire al mondo, tanto che i medici del Gloucestershire Royal Hospital gli avevano dato il 10% di possibilità di sopravvivere. Invece il 'piccolo' George ce l'ha fatta ed è tornato a casa con i giovani genitori, Jade e Ryan.

La storia del bimbo XXL è rimbalzata con tanto di foto e video sui media britannici, che sottolineano come ora il neonato, a 6 settimane d'età, indossi indumenti per bebè di 6 mesi. La mamma 21enne spiega di aver subito un grande trauma quando sembrava che il piccolo fosse incastrato con le spalle nel canale uterino e che una volta nato non respirasse: è stata necessaria la rianimazione e il trasferimento in un reparto specializzato. Ora, assicura la ragazza, "ci hanno detto che è tutto normale e che la sua 'taglia' si normalizzerà con il tempo. Crescerà normalmente".

giovedì 28 marzo 2013

Pediatria: conflitto tra coniugi stressa figli, a rischio sviluppo cognitivo

Roma, 28 mar. (Adnkronos Salute) - Litigi, conflitti e scarso feeling tra marito e moglie possono essere la causa dello stress dei figli. Un fattore che può alla lunga influenzare anche lo sviluppo cognitivo dei ragazzi. Il conflitto coniugale è infatti una fonte significativa di ansia e tensione per i bambini, ed essere spesso testimoni diretti di litigi e urla tra mamma e papà "può danneggiare i sistemi di risposta allo stress dei bambini, un'alterazione che può influenzare il loro sviluppo mentale e intellettuale da grandi". A stabilirlo è una nuova ricerca dell'Auburn University (Usa) e della Catholic University of America pubblicato sulla rivista 'Child Development'.

I ricercatori hanno esaminato 251 bambini che vivevano in diversi contesti sociali con entrambi i genitori, analizzando i livelli di ansia dei piccoli in diverse fasce d'età, dagli 8 ai 10 anni. Per verificare i livelli di stress gli scienziati hanno utilizzato il respiro. Ovvero i dati relativi all' aritmia sinusale respiratoria (Rsa), un fenomeno biologico piuttosto semplice nel quale nella fase di inspirazione il nostro battito cardiaco tende ad aumentare di frequenza, mentre quando espiriamo diminuisce. Maggiore è la differenza di frequenza cardiaca fra inspirazione ed espirazione migliore è lo stato di salute, attenzione e concentrazione del soggetto. Ebbene i bambini che avevano assistito a molti conflitti tra i genitori avevano valori bassi dell'Rsa. Ovvero risultavano più stressati rispetto ai coetanei che avevano vissuto in un ambiente familiare più sereno.

mercoledì 27 marzo 2013

F1: Frank Williams nomina figlia Claire vice team principal

Grove, 27 mar. - (Adnkronos/Dpa) - Claire Williams e' stata nominata vice team principal per la scuderia Williams di Formula Uno, e affianchera' suo padre, fondatore del team, Frank Williams. Il patron della Williams ha dato l'annuncio questa mattina, e la notizia dimostra che il team si propone di mantenere la gestione in famiglia. Frank Williams ha dichiarato che Claire "giochera' un ruolo fondamentale nella gestione attuale e a lungo termine per la squadra corse. Questa posizione rafforzera' il futuro del team e creera' un percorso chiaro nella successione per il team Williams". Claire manterra' anche la posizione da direttore marketing, comunicazione e sponsorizzazione, e rimarra' nel consiglio di amministrazione. Il team avrebbe voluto dare l'annuncio gia' prima dell'inizio della stagione, ma e' stato posticipato dopo la morte di Virginia Williams all'inizio del mese. "La sua conoscenza di questo sport e la passione per la squadra e' insindacabile e sono orgoglioso di dire che durante il suo periodo qui ha dimostrato di essere uno dei nostri beni piu' preziosi. So che cosi' il futuro della Williams e' in buone mani", ha dichiarato Frank Williams. Claire Williams ha detto: "Sono davvero onorata" e ho "imparato da uno dei team principal leggendari della Formula Uno. Mi sento preparata per questa nuova sfida. Sara' un privilegio svolgere questo ruolo per il team, in quello che spero sara' un nuovo capitolo". Claire Williams e' la seconda donna con un ruolo di prim'ordine in F1, l'altra e' Monisha Kaltenborn, team principal della Sauber.

Cinema: 50 copie per ''I figli della mezzanotte'' tratto da Rushdie

(ASCA) - Roma, 27 mar - Uscira' in 50 copie domani 28 marzo ''I figli della mezzanotte'' di Deepa Metha, tratto dall'omonimo romanzo di Salman Rushdie con Satya Bhabha, Shahana Goswami, Rajat Kapoor. La regista candidata all'Oscar per ''Water'' Deepa Mehta e il pluripremiato autore Salman Rushdie realizzano un film epico e magico. Un'improbabile storia d'amore da' vita a una saga familiare in cui personaggi straordinari e indimenticabili si intrecciano alla tumultuosa storia dell'India. E' il 15 agosto 1947, l'India proclama l'indipendenza dall'Impero britannico. ''Fa' che il ricco sia povero e il povero ricco''. E' per un gesto di ribellione che, in un ospedale di Bombay, due neonati vengono scambiati da un'infermiera per permettere all'uno di vivere il destino dell'altro: Sinai, figlio di una donna povera, e Shiva, erede di un coppia benestante. Le loro vite si intrecceranno con quelle di tutti gli altri bambini nati nello stesso momento: sono i figli della mezzanotte e ognuno di loro possiede doti straordinarie.

Infanzia, Garante al Parlamento: occupatevi dei bambini

"E adesso occupatevi anche dei bambini e degli adolescenti". Così in una missiva indirizzata ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Piero Grasso, l’Autorità  Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza Vincenzo Spadafora. Il Garante ha utilizzato una pagina del Corriere della Sera per sensibilizzare il nuovo Parlamento sulla situazione degli italiani giovani e giovanissimi. Sui loro diritti, spesso negati, sul malessere diffuso e sul desiderio di avere un futuro migliore espresso dai bambini e dai ragazzi incontrati dal Garante in questi primi quindici mesi di attività dell'Authority.

"Il Parlamento appena insediatosi, che raccoglie molte donne, tanti giovani e porta nelle istituzioni nuove sensibilità ed esperienze professionali importanti, insieme al prossimo Governo mettano fra le priorità della propria agenda bambini e adolescenti e risolvano alcune questioni sul tappeto da troppo tempo” ha scritto il Garante.

"Li vediamo ogni giorno, nelle nostre case, per le strade, in tv. Spesso ci riempiono la vita, e sono loro ad insegnarci le vere priorità - continua Spadafora - In Italia fra bambini e adolescenti si contano 11 milioni di «persone», di «cittadini». Uso questi termini perché i bambini e gli adolescenti sono già persone, già cittadini".

In questi giorni, durante i quali, dopo le consultazioni con il Presidente Napolitano, si attende di conoscere le prime proposte di Governo, il Garante Spadafora con la sua lettera indica alla politica cinque punti fondamentali in materia di minori: "Garantire ad ogni bambino ed adolescente che vive in Italia, dentro o fuori la propria famiglia, strumenti e risorse per un livello di vita dignitoso. Definire i livelli essenziali delle prestazioni, senza disuguaglianze nell’accesso a opportunità e diritti. Investire nel sostegno allo studio e rimuovere le cause della dispersione scolastica. Assicurare il diritto alla cittadinanza dei figli di immigrati residenti in Italia. Promuovere la riforma della giustizia minorile, anche per garantire alle persone di minore età coinvolte in procedimenti civili o penali una giustizia a loro misura. Fare in modo che le politiche per l’infanzia e l’adolescenza abbiano una chiara regia, evitando che l’eccessiva suddivisione delle competenze sia sinonimo di dispersione delle risorse col rischio di compromettere i risultati". Per Spadafora il problema principale è la povertà, sono infatti "quasi due milioni i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie povere. A loro vengono negati i diritti fondamentali: istruzione, salute, inserimento sociale. Per questo c'è certamente bisogno di un Parlamento e di un Governo con una visione chiara sulle prospettive da dare all’Italia e alle nuove generazioni".

lunedì 25 marzo 2013

Pediatria: disegni sui muri e niente spigoli, nuovo reparto al Bambino Gesu'

Roma, 25 mar. (Adnkronos Salute) - Stanze senza spigoli e mobili fissati a terra. Docce senza cipolla e vetri antisfondamento. Porte di sicurezza e senza maniglie e disegni sulle pareti. Il nuovo reparto di Neuropsichiatria infantile dell'ospedale psichiatrico Bambino Gesù di Roma, presentato oggi, e' il primo in Italia ad aver ottenuto il riconoscimento di idoneità dalla Joint Commission International, organizzazione internazionale incaricata di verificare gli standard di sicurezza in ambito ospedaliero.

"Con la ristrutturazione del nuovo reparto di Neuropsichiatria infantile - commenta Giuseppe Profiti, presidente del Bambino Gesu' - il nostro ospedale tenta di dare una risposta a un bisogno di salute importante, che in Italia resta troppo spesso privo di assistenza adeguata, pur a fronte di una domanda molto alta. L'accoglienza e la cura dei ragazzi che presentano disturbi psichiatrici - continua - richiede un'attenzione particolare. L'impegno costante dell'ospedale e' di adeguare le proprie strutture e le proprie procedure agli standard internazionali".

Gli arredi delle stanze e della sala polifunzionale sono stati realizzati da Abio Roma - Associazione per il bambino in ospedale Onlus, con il sostegno di Lottomatica e Pallacanestro Virtus Roma. I volontari Abio, appositamente formati, prestano servizio nel reparto: "Intratteniamo i ragazzi con delle attività oppure li ascoltiamo in silenzio quando hanno bisogno di parlare - spiegano le volontarie Lucia, Mari e Grazia - insomma, ci regoliamo in base alle loro esigenze e al tipo di persona che abbiamo davanti. Ci da' soddisfazione vederli felici quando arriviamo". Un gruppo di disegnatori, coordinati dal fumettista Gianfranco Tartaglia, in arte Passepartout, ha decorato i pannelli che renderanno il reparto più accogliente.

venerdì 22 marzo 2013

Cinema: Deepa Mehta dirige 'I figli della mezzanotte' da romanzo di Rushdie

Roma, 22 mar. (Adnkronos/Cinematografo.it) - "Siamo amici da 7-8 anni, ci siamo incontrati a cena, Salman Rushdie mi ha chiesto: 'Ma quale libro vorresti adattare?'. Gliel'ho detto, a detenere i diritti era lui, ed ecco il film". Cosi' la regista indiana Deepa Mehta ripercorre brevemente la genesi de 'I figli della mezzanotte', tratto dal bestseller di Rushdie vincitore del Booker Prize e dal 28 marzo nelle nostre sale in 50 copie con Videa CDE.

Nel film, allo scoccare della mezzanotte del 15 agosto 1947, mentre l'India dichiara l'indipendenza dal Regno Unito, due neonati vengono scambiati in una clinica di Bombay: Saleem Sinai, figlio illegittimo di una donna povera, e Shiva, erede di una coppia benestante, vivranno l'uno il destino dell'altro, intrecciando inesorabilmente le proprie vicende a quelle turbolente del Paese asiatico.

"Non e' una storia vera, ma ne ho parlato a lungo con Rushdie, perche' era importante capire cosa significassero per lui i poteri di questi figli della mezzanotte, ovvero, la metafora delle potenzialita' e della speranza dell'India. Da parte mia, mi sono chiesta come rappresentarli: non volevo fare Harry Potter o X-Men, piuttosto, ho pensato a Ugetsu di Kenji Mizoguchi", dice la Mehta, indiana trapiantata in Canada, gia' nominata all'Oscar per 'Water'.

Staminali: mamma di Sofia, domani papa' in piazza per bimbi esclusi da cure

Roma, 22 mar. (Adnkronos Salute) - "Domani Guido sarà con voi in piazza, io resto con Sofia a casa perchè non può stare da sola coi nonni così a lungo. Però penserò a voi, ai nostri bimbi sfortunati e alla nostra causa comune". E' quanto scrive su Facebook Caterina Ceccuti, mamma di Sofia, la bimba di tre anni e mezzo al centro del caso Stamina. Anche la sua vicenda rientra nel decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri che le consentirà, insieme ad altri bimbi con malattie inguaribili e in via eccezionale, di proseguire le cure con cellule staminali agli Spedali Civili di Brescia.

I sostenitori dei genitori della piccola, Caterina e Guido, avevano aperto su Facebook una pagina ad hoc intitolata 'Ministro Balduzzi aiuti la piccola Sofia' e dal social network era partito un tam tam culminato nella proclamazione di una manifestazione in programma domani a Roma. Un sit in confermato, anche se Sofia potrà continuare a curarsi, e dedicato soprattutto ai bambini non inclusi nel decreto, che permette la prosecuzione del trattamento solo a chi lo avesse già iniziato.

"Non dobbiamo mai arrenderci - aggiunge Caterina su Facebook - io e Guido ci impegniamo a mettere a disposizione della comunità scientifica gli eventuali risultati che la terapia darà su Sofia, così che più nessuno potrà negare l'evidenza. E presto sono sicura che la spunteremo. Coraggio, coraggio, coraggio! A tutte le mamme e i babbi che non vogliono perdere la speranza".

Pediatria: Unicef, ogni giorno 2.000 bambini muoiono per scarsa igiene

Roma, 22 mar. (Adnkronos Salute) - Oggi, nella Giornata Mondiale dell’Acqua, l’Unicef ricorda che ogni giorno 2.000 bambini sotto i cinque anni muoiono per cause legate all’acqua e scarsa igiene. "Ci concentriamo così tanto sui grandi numeri, che spesso dimentichiamo di guardare alle tragedie umane che sono alla base di ogni statistica", afferma Sanjay Wijesekera, responsabile Unicef per i programmi legati all’acqua e ai servizi igienico-sanitari in una nota.

In tutto il mondo, si stima che 2.000 bambini sotto i cinque anni di età muoiono ogni giorno per malattie diarroiche; il 90% delle morti di bambini (circa 1.800) avvengono a causa di malattie diarroiche direttamente legate ad acqua contaminata, mancanza di servizi igienico-sanitari o inadeguata igiene. Nell’ultima decade i decessi sono diminuiti significativamente, da 1,2 milioni l’anno nel 2000 a circa 760.000 nel 2011. Per l’Unicef questo è un dato ancora troppo grande.I dati dell’Unicef sulla mortalità infantile mostrano che circa la metà delle morti di bambini sotto i cinque anni di età si verificano solo in cinque paesi: India, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Pakistan e Cina.

Due paesi - India (24%) e Nigeria (11%) â€" insieme raggiungono più di un terzo del numero totale di morti sotto i cinque anni di età. In questi stessi paesi un numero consistente di persone non ha accesso a fonti di acqua migliorata o servizi igienico-sanitari. 783 milioni di persone in tutto il mondo non hanno accesso a fonti di acqua migliorata; di questi: 119 milioni in Cina, 97 milioni in India, 66 milioni in Nigeria, 36 milioni nella Repubblica Democratica del Congo e 15 milioni in Pakistan.

"Se 90 scuolabus pieni di bambini che vanno all’asilo saltassero in aria ogni giorno senza sopravvissuti- rileva Sanjay Wijesekera- se ne sentirebbe parlare ovunque nel mondo. Eppure è proprio quello che succede ogni giorno, sebbene per cause legate a scarsità di acqua, igiene e servizi igienico-sanitari”. L'Unicef dunque esorta i Governi, la società civile e i cittadini a ricordare che dietro le statistiche ci sono i volti dei bambini.

Le cifre per quanto concerne i servizi igienici sono ancora più spaventose. In questi paesi, le persone che non hanno accesso ai servizi igienici, sono: 814 milioni in India, 477 milioni in Cina, 109 milioni in Nigeria, 91 milioni in Pakistan e 50 milioni nella Repubblica Democratica del Congo. Il miglioramento delle condizioni dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari potrebbe contribuire fortemente a ridurre la mortalità infantile in questi cinque paesi.“Questi numeri potrebbero spaventare, ma rappresentano una condizione reale, di bambini reali - conclude Wijesekera - Ogni bambino è importante. Ogni bambino ha diritto alla salute, a sopravvivere, ad un futuro migliore e questo possiamo farlo insieme''.

giovedì 21 marzo 2013

Mennea: il primo allenatore, amava la corsa e per me era un figlio

Roma, 21 mar. - (Adnkronos) - "Sono stato il suo allenatore per dieci anni, da meta' degli anni '60 a meta' degli anni '70, era sotto la mia guida quando ha partecipato alle Olimpiadi di Monaco del 1972, dove conquisto il bronzo nei 200 metri. Pietro era molto giovane quando ho iniziato ad allenarlo. Da ragazzo? Completamente dedito allo sport, molto preciso, anche caratterialmente, proiettato a raggiungere gli obiettivi che si era prefissato, non trascurava nessun particolare, e poi amava quello che faceva". E' il ricordo del primo allenatore di Pietro Mennea, il prof. Franco Mascolo, all'Adnkronos. Il tecnico ricorda da dove ha iniziato la sua carriera il campione olimpico: Barletta, la sua citta' natale, che lo ricorda ancora con affetto.

mercoledì 20 marzo 2013

Fecondazione: Gb, verso via libera bebe' da tre genitori per Dna a prova di malattie

Roma, 20 mar. (Adnkronos Salute) - Un passo in avanti per far diminuire la percentuale di neonati colpiti da malformazioni genetiche o da malattie rare. E' quello che potrebbe arrivare dal Governo inglese, dopo il parere ai ministri previsto per oggi dall'Human Fertilisation and Embryology Authority (Hfea) e i risultati di una consultazione pubblica sulla fecondazione in vitro 'a tre', con due mamme e un papà. Se il governo decidesse in senso positivo, i neonati avrebbero così il Dna da due genitori e una piccola quantità da una terza donatrice. Una tecnica che permette, impiantando nell'utero della futura mamma l'ovulo privo del nucleo della donatrice, di 'selezionare' il corredo genetico del nascituro. Così si evita che il feto riceva i mitocondri della madre e abbia solo quelli della donatrice. Una possibilità per ridurre la percentuale di neonati affetti da malformazioni genetiche o malattie rare. Non sono mancate le critiche e le preoccupazioni bioetiche per il nuovo corso del Governo su questa delicata materia. Allarmi legati soprattutto all'ipotesi di creare in laboratorio bambini con il patrimonio genetico di tre persone. Insomma una sorta di 'Frankenstein'. L'Hfea per ora non darà una raccomandazione ufficiale al Governo, ma comunicherà i risultati della consultazione pubblica e fornirà una consulenza ai ministri su questioni tecniche, come lo status giuridico della donatrice e la regolamentazione del trattamento. Il via libera non richiede, comunque, un nuova legge del Parlamento, ma ha bisogno di un voto positivo delle due Camere.

martedì 19 marzo 2013

Allergie: in Italia problema per 20% bimbi. Le regole d'oro dei pediatri

(ASCA) - Roma, 19 mar - Piante e fiori rinascono, il polline si diffonde nell'aria: e' arrivata la primavera! Per molte persone, pero', la stagione mite coincide con la comparsa delle allergie: starnuti, occhi arrossati, naso gocciolante, prurito, lacrimazione degli occhi, tosse continua sono i primi sintomi di una patologia che puo' condurre, in alcuni casi, a problemi respiratori piu' gravi, fino alla comparsa di asma. ''Le allergie - ha dichiarato Daniele Ghiglioni pediatra allergologo e dirigente dell'Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli di Milano presso l'ospedale Macedonio Melloni - sono malattie multifattoriali, cioe' determinate da una combinazione di cause ereditarie ed ambientali. Tali fattori agiscono sul nostro sistema immunitario modificandolo, cioe' inducendolo a rispondere in modo anomalo a sostanze generalmente innocue, come per esempio i pollini''. Questo fenomeno e' in costante aumento, soprattutto nei piu' piccoli: in Italia, circa il 20% dei bambini ha problemi di allergia, mentre negli anni ''90 ne soffriva solo il 7%. Tra la cause principali di questa impennata, gli stili e le condizioni di vita tipicamente ''occidentali'': inquinamento, stress, fumo, cattiva alimentazione, eccessiva igiene personale. E proprio rivolgendosi alle future mamme, i pediatri della SIPPS hanno stilato un elenco di semplici misure preventive da seguire fin dai primi giorni della gravidanza e nei primi mesi di vita del neonato: smettere di fumare, contenere se possibile l'esposizione all'inquinamento ambientale, utilizzare solo se prescritti alcuni farmaci ( antiacidi, paracetamolo, antibiotici), evitare le situazioni di stress, evitare di esporre i neonati al fumo passivo, favorire l'allattamento al seno per almeno sei mesi. Spesso nei bambini e' difficile riconoscere le allergie, perche' i sintomi iniziali possono sembrare quelli di una semplice influenza o di un raffreddore. Se il genitore sospetta un caso di allergia nel proprio bambino, il primo passo e' quello di rivolgersi al pediatra di fiducia, che lo indirizzera', quando necessario, presso un centro specializzato di allergologia pediatrica. Normalmente, dopo una prima fase di raccolta di informazioni e del quadro dei sintomi, il pediatra allergologo effettuera' alcuni test per verificare la sensibilizzazione a sostanze potenzialmente allergeniche, sia sulla cute (prick test), sia nel sangue (Immunoglobuline E o IgE, anticorpi elevati in caso di reazioni allergiche). Una volta accertata la presenza di allergia, vanno messe in atto diverse misure di ''prevenzione secondaria'', cioe' azioni che prevengono i sintomi che si sviluppano al contatto con gli allergeni. Per le allergie provocate dagli acari, come sostengono i pediatri SIPPS, particolarmente importanti risultano essere gli interventi di prevenzione ambientale. red/mpd

lunedì 18 marzo 2013

Fumo: figli coppie separate piu' a rischio 'vizio' da grandi

Milano, 18 mar. (Adnkronos Salute) - I figli di genitori separati o divorziati hanno un rischio più alto di diventare fumatori da grandi. A stabilirlo è uno studio dell'università di Toronto pubblicato sulla rivista 'Public Health'. La ricerca ha esaminato 19 mila adulti americani, evidenziando come le probabilità di aver fumato almeno 100 o più sigarette nella vita (parametro scientifico per stabilire se una persona è o meno un fumatore) sono aumentate del 48% e 39% per i figli, rispettivamente, di genitori separati o divorziati.

"La fine del matrimonio o di un legame - affermano i ricercatori - può essere associata a un certo numero di comportamenti e stati mentali problematici nei figli della coppia. Spesso i ragazzini che vivono una separazione tendono più dei coetanei che hanno famiglie unite a sviluppare sintomi di depressione e ansia".

I ricercatori non sono stati in grado di dimostrare che i figli di genitori divorziati si rivolgono alle sigarette con un meccanismo simile a quello di chi ha avuto un trauma infantile persistente. Ma lo studio ha stabilito che "chi da bambino ha sofferto per la fine del legame tra i genitori ha avuto da grande - concludono i ricercatori - un aumento significativo del rischio di iniziare a fumare".

Influenza: studio, bimbi piu' colpiti, mangiano meno cibi 'scudo'

Milano, 18 mar. (Adnkronos Salute) - Bimbi allo sbaraglio di fronte all'attacco dei virus, specie se colpiscono la pancia. I più piccoli sono infatti le vittime preferite dei microbi di stagione, ma sono anche i meno protetti a tavola. Rispetto agli adolescenti e agli adulti, consumano quantità inferiori - pari a circa la metà - di cibi protettivi come frutta e verdura, e introducono meno ingredienti 'scudo' come le vitamine. Lo dimostra uno studio che ha analizzato le abitudini alimentari di circa 6 mila italiani, valutando in particolare 3 fasce d'età (1-4 anni, 5-14 e 15-64).

"Forse non si può affermare con certezza assoluta che i bambini si ammalano di più perché introducono meno frutta, verdura e nutrienti protettivi rispetto agli adulti - commentano gli esperti dell'Osservatorio nutrizionale Grana Padano, che ha condotto la ricerca - ma certamente vanno sensibilizzate le mamme ad alimentare più correttamente i bambini, avvicinandosi alle indicazioni di una dieta sana ed equilibrata". Soprattutto in questo periodo di fine inverno, in cui non solo l'influenza non è ancora finita, ma a causa delle bizzarrie del meteo dilagano soprattutto i virus gastrointestinali.

Circa il 70% degli intervistati, emerge dalla ricerca, consuma agrumi nel periodo invernale, ma nei bimbi 'under 4' la quantità giornaliera introdotta è significativamente più bassa rispetto alle altre fasce d'età. Lo stesso vale per quasi tutta la frutta, consumata mediamente dall'80% del campione. Va ancora peggio con la verdura: il 40% dei bambini non la consuma, e comunque le quantità giornaliere introdotte sono molto basse. Per cavolfiore, cavoli, broccoli, verza e pomodori si passa da un consumo medio di circa 30-35 g al giorno dagli 1 ai 4 anni d'età, a 65-70 g/die da 15 a 64 anni, mentre per le carote si va da 19 a 27 grammi al giorno. L'andamento è simile anche per le vitamine: per l'acido ascorbico (vitamina C) si passa da 84 milligrammi al giorno nei bambini da 1 a 4 anni, a 140 mg tra i 15-64enni; per l'acido folico si va da 200 a 400 microgrammi al dì, e con l'età raddoppia anche il consumo di molte sostanze con virtù antinfiammatorie come licopene, betacarotene, polifenoli e flavonoidi. Anche l'introito di zinco sale da 9 mg/die a 13-15.

"In presenza di sintomi influenzali, specie se coinvolgono il tratto gastroenterico, è fondamentale seguire una dieta specifica", sottolinea Michela Barichella responsabile della Struttura di dietetica e nutrizione clinica degli Istituti clinici di perfezionamento (Icp) di Milano, parte del comitato scientifico dell'Osservatorio che ha condotto lo studio. In generale, ricorda l'esperta, "un'alimentazione corretta ed equilibrata, ogni giorno e per tutto l'anno, migliora le difese immunitarie. Per questo motivo è fondamentale introdurre vitamine con frutta e verdura, utilizzare latte fermentato e yogurt per introdurre fermenti lattici vivi e soddisfare tutti gli apporti calorici con la giusta combinazione di macro e micronutrienti".

"I virus influenzali che colpiscono il tratto gastroenterico alterano la funzione della mucosa intestinale e probabilmente la flora batterica, provocando vari sintomi dalla diarrea al vomito, con la conseguente perdita di liquidi - spiega Davide Festi, direttore della Scuola di specializzazione in gastroenterologia dell'università di Bologna, parte del comitato scientifico dell'Osservatorio - E' quindi importante ripristinare in breve tempo l'equilibrio idro-elettrolitico con il reintegro di liquidi e sali evitando o limitando bevande come il caffè".

Ecco le 5 regole d'oro degli esperti per combattere l'influenza con sintomi gastrointestinali: 1) Bere almeno 2 litri di liquidi al giorno (acqua, tè leggero, camomilla, tisane o infusi d'orzo). Per dolcificare le bevande si possono utilizzare piccole quantità di miele oppure maltodestrine; 2) Preferire riso, in sostituzione della pasta, cotto nella propria acqua e condito con un cucchiaio di formaggio stagionato grattugiato; 3) Limitare o evitare l’uso di latticini freschi; 4) Limitare la verdura, la frutta e in particolare i succhi di frutta. Tra la frutta, è consigliato il consumo di limone spremuto, agrumi e mele; 5) Assumere quotidianamente una dose di fermenti lattici, o yogurt parzialmente scremato al naturale.

Festa Papa': il pediatra, 6 padri su 10 giocano con figli nel fine settimana

Roma, 18 mar. (Adnkronos Salute) - Padri italiani sempre più 'giocherelloni'. "Oggi i papà giocano molto spesso con i figli di 3-10 anni: lo fa nei giorni festivi quasi il 60%, contro il 41,7% che si concede questi preziosi momenti anche durante la settimana". Lo spiega all'Adnkronos Salute Italo Farnetani, pediatra a Milano e autore del volume 'Genitori autorevoli. Una guida per affrontare con equilibrio e competenza la crescita dei figli dalla nascita all'adolescenza' (Mondadori Electa). "Assistiamo al diffondersi di una figura paterna differente rispetto al passato - sottolinea Farnetani - Spesso i papà sono più disponibili all'aiuto in casa, più coinvolti nella cura e nella gestione dei figli".

E questo "è un bene, a patto che non ne risenta il ruolo paterno: il padre deve essere per il bambino la figura maschile di riferimento, un adulto autorevole e non autoritario. I bambini devono poter identificare precise differenze di genere - sottolinea - e se i papà moderni sono coinvolti e collaborativi, occorre rispettare il prezioso e unico legame che esiste tra mamma e bambino. Un legame che si forma nei 9 mesi di gravidanza e che la psicologia prenatale sta aiutandoci a scoprire appieno. Insomma, se il primo e fortissimo legame del bimbo è con la mamma, al papà spessa un ruolo fondamentale: deve essere una figura forte e in grado di condizionare l'ambiente. Anche la mamma deve dare sicurezza, ma in modo diverso: fossimo al governo, direi che la madre è il ministro degli Interni e il padre quello degli Esteri", scherza Farnetani.

"E' positivo che oggi i padri giochino di più con i figli, e non si limitino al fine settimana", commenta il pediatra. "Consiglio sempre ai papà di portare fuori i bambini, a passeggiare nel parco o in bicicletta, ritagliando momenti speciali per conoscere meglio i figli. In casa i giochi più adatti ai papà sono quelli 'da maschi', che divertono spesso anche le bambine. Ma anche i giochi da tavolo. Meno adatti, invece, divertimenti tipicamente femminili come fare collanine. Il papà - dice Farnetani - deve divertirsi insieme ai figli, assecondando le loro passioni, ma senza perdere il suo ruolo".

venerdì 15 marzo 2013

Salute: Obesita' bimbi, quanto conta dieta della mamma in gravidanza?

(ASCA) - Roma, 14 mar - Quanto incide la dieta adottata della mamma durante la gravidanza sul rischio per il neonato di sviluppare obesita' e sindrome metabolica nei primi anni di vita? Che ruolo giocano i grassi in questo processo? Uno studio coordinato dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' e condotto in collaborazione con l'Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma dara' risposta a questi quesiti. In Italia l'idea di studiare come i grassi della dieta materna possano influire sull'espressione del nostro patrimonio genetico (epigenetica neonatale) e' unica nel suo genere: nell'ambito del progetto di ricerca, finanziato dal Ministero della Salute, saranno dapprima studiate 1.000 donne in gravidanza per l'intera durata della gestazione (presso il San Camillo), mentre i nascituri verranno monitorati al Bambino Gesu' nei 12 mesi successivi. Tutte le indagini riguardanti le mamme saranno effettuate sul materiale biologico che alla nascita del bambino viene cestinato (cordone ombelicale non criopreservato, materiale placentare, e altro); quelle successive sui piccoli, sempre non invasive, riguarderanno la valutazione della crescita e alcuni indicatori di rischio cardiovascolare, come la rigidita' delle arterie. Secondo gli ultimi dati ufficiali, nel nostro Paese il 25% dei bambini e' in sovrappeso, con un picco che si registra nella fascia d'eta' 9-11 anni, mentre il 13% e' addirittura obeso. Tra i fini dello studio quello di valutare le modificazioni epigenetiche del DNA indotte dalla dieta materna che possono, quindi, in parte spiegare la trasmissione dell'obesita' da una generazione all'altra e l'aumento dell'incidenza di obesita' e complicanze cardiovascolari in eta' pediatrica (tra cui il diabete mellito e il fegato grasso). I ricercatori partono dall'ipotesi che un bambino nato da una madre che si e' mal alimentata (mangiando molti grassi saturi) durante la gravidanza, possa nascere maggiormente resistente all'azione dell'insulina. La patologica risposta all'azione di questo ormone causa obesita'. ''I geni ci predispongono a sviluppare insulino-resistenza, obesita' e complicanze cardiovascolari che rientrano nella sindrome metabolica - spiega Melania Manco, endocrinologa nutrizionista dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' e coordinatrice del progetto -. L'ambiente, e cioe' la dieta, nonche' l'esercizio fisico possono modulare tale rischio influendo sull'espressione dei geni stessi, soprattutto in periodi particolari come la vita intra-uterina''. ''Continua, con questo progetto, l'impegno dell'Ospedale San Camillo nella ricerca in ambito materno-infantile: oggi molti studi confermano come le future mamme possono prevenire con una dieta equilibrata disfunzioni del nascituro - sottolinea Aldo Morrone, Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini -. Le moltissime donne che si rivolgono alla nostra struttura per essere seguite durante la gravidanza, potranno partecipare a questo progetto che le coinvolgera' per l'intera durata della gestazione, avendo anche consigli sul corretto modo di alimentarsi. Si tratta di un progetto ambizioso, soprattutto per quanto riguarda la mole di dati che saranno esaminati e valutati, ma in cui siamo certi di poter dare il nostro contributo''.

Usa: Senatore Repubblicano apre a matrimoni gay dopo coming out figlio

(ASCA) - Roma, 15 mar - Il senatore Repubblicano dell'Ohio Rob Portman ha dichiarato alla stampa di aver completamente cambiato la sua opinione sulla questione dei matrimoni omosessuali negli Stati Uniti d'America. Un processo iniziato quando suo figlio Will, studente di 21 anni all'Universita' di Yale, ha rivelato e lui e sua moglie di essere gay. ''Come un membro del Congresso, e piu' recentemente come senatore, mi sono battutto contro il matrimonio per le coppie dello stesso sesso - ha dichiarato Portman, 57 anni, durante un'intervista alla CNN - ma poi sono giunto alla conclusione che io stesso credo che bisogna consentire alle persone di sposarsi e di avere la gioia e la stabilita' di cui io ho goduto per oltre 26 anni di matrimonio'', ''incluso per mio figlio, che e' gay''. Rob Portman, voce dei repubblicani sulle questioni economiche per un decennio, con Mitt Romney nelle elezioni presidenziali del 2012, ha dichiarato di aver parlato del figlio al candidato repubblicano durante la corsa alla Casa Bianca e di essersi consultato con l'ex vicepresidente Dick Cheney, la cui figlia, Maria, e' gay.

Torino, corteo scuole paritarie: A rischio servizio per 5mila bimbi

Torino, 15 mar. (LaPresse) - "Tagli dei contributi comunali in vista, scuole convenzionate con il Comune di Torino in pericolo". E' l'allarme avanzato dalla Federazione italiana scuole materne, che ha convocato una manifestazione per lunedì 18 in piazza Palazzo di Città, davanti al municipio, alle 18. La Fism chiede che il Comune garantisca "il necessario impegno affinché anche alle scuole dell'infanzia paritarie convenzionate siano garantiti adeguati stanziamenti economici e sia rispettata la puntualità nella loro erogazione secondo quanto stabilito dalla convenzione recentemente sottoscritta dalle scuole", in modo da "contenere il costo delle rette pagate dalle famiglie" e ricorda che le scuole paritarie accolgono 5mila bambini torinesi, con 750 lavoratori tra personale docente e non docente.

giovedì 14 marzo 2013

Calcio/Juventus: preso Mattheus, il figlio di Bebeto

(ASCA) - Roma, 14 mar - La Juventus ha acquistato Mattheus, trequartista nato nel 1994, del Flamengo. Secondo il sito di Extra, il quotidiano che ha riportato la notizia, il club di Rio de Janeiro avrebbe accettato l'offerta dei bianconeri (5,1 milioni di Reais, circa 2 milioni di euro, e contratto quinquennale per il ragazzo) per non perderlo a costo 0 il prossimo dicembre, mese di scadenza del contratto di Mattheus. Il destino del giovane brasiliano - riferisce ''Calciomercato.com'' - sembrava scritto sin dall'inizio. Mattheus de Andrade Gama de Oliveira e' figlio di un certo Bebeto, ve lo ricordate? I numeri parlano parlano per lui: 217 gol in 416 presenze per l'ex attaccante di Deportivo La Coruna, Vasco da Gama e Flamengo. Celebre la sua esultanza dopo il gol del 2-0 contro l'Olanda, nei Mondiali vinti con la selecao negli Stati Uniti nel 1994. Bebeto dedico' la rete alla nascita del figlio, imitando con le braccia una culla che dondola. Il figlio in questione era proprio Mattheus, chiamato cosi' in onore di quel Lothar che ha incantato in passato i tifosi dell'Inter. Mattheus e' cresciuto nelle giovanili del club rubronegro ed e' entrato a far parte della prima squadra nel 2012. Con O mais querido do Brasil (il club piu' amato del Brasile) ha all'attivo finora 12 presenze, senza mai andare a segno, e ha fatto parte anche della nazionale Under-20. Si tratta di un trequartista veloce che ama svariare sul fronte offensivo e dotato di un'ottima tecnica individuale. Mattheus sembra potere avere i numeri per essere decisivo in futuro. Sara' importante lasciarlo crescere tranquillo, senza troppe pressioni, per far sviluppare al meglio tutto il suo potenziale.

mercoledì 13 marzo 2013

Pediatria: Save the Children, 2 mln bambini nell'inferno guerra Siria

Roma, 13 mar. - (Adnkronos Salute) â€" In Siria due milioni di bambini intrappolati tra i combattimenti. Malnutrizione, malattie, gravi traumi e matrimoni precoci per le ragazzine sono ormai un rischio costante. La denuncia arriva dal nuovo rapporto ‘Bambini Sotto Tiro’ diffuso oggi da Save the Children che pone l’accento sull’impatto devastante della guerra sui bambini, che faticano a trovare il cibo, a decine di migliaia sono costretti a vivere nascosti in fienili, parchi o nelle grotte, senza servizi igienici, e senza scuola, perché la gran parte degli insegnanti sono fuggiti.In un paese dove il 90% dei bambini andava a scuola (la percentuale più elevata del Medio Oriente), più di 2000 scuole ora sono state distrutte o danneggiate, altre vengono utilizzate come rifugio, mentre, in alcune zone, con il prezzo del combustibile salito del 500%.

“Per milioni di bambini siriani, l’innocenza dell’infanzia è stata spazzata via dalla cruda realtà di una guerra viziosa alla quale cercano di sopravvivere in qualche modo â€" afferma Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia - Sono costretti a vivere in condizioni dure senza poter trovare cibo a sufficienza e senza le medicine per curarsi se sono malati o feriti come accade frequentemente. C’è una vita allo sbando, fatta di fame, senza una casa e piena di terrore. E’ ora di dire basta tutto questo, perché la vita di troppi bambini in Siria è sempre più vicina a un punto di non ritorno. Dobbiamo fermare le violenze e consentire l’accesso degli aiuti in tutto il territorio.”Secondo le testimonianze raccolte tra i minori rifugiati in Turchia, un bambino su 3 è stato aggredito, percosso o ferito prima di fuggire, quasi un terzo dei minori è solo perché è stato separato dalla famiglia, e con 5.000 vittime del conflitto ogni mese 3 bambini su 4 hanno sperimentato direttamente la morte di un familiare o di un amico stretto. Per molti ci sono segni evidenti delle gravi conseguenze psicologiche di quello che hanno vissuto.

Bambini, secondo il rapporto di Save the Children, utilizzati dai gruppi armati come portatori, staffette o scudi umani sulla linea del fronte, mentre alcune ragazzine subiscono un matrimonio precoce per “proteggerle” dalla diffusa minaccia di violenze sessuali, che hanno colpito femmine e maschi anche di 12 anni con stupri e torture. “Mia figlia ha 16 anni e amava andare a scuola - racconta Um Ali - è molto carina e ancora innocente. Sappiamo che gli uomini minacciano le donne, non potendo proteggerla da sola ho dovuto fare in modo che si sposasse. Non potevamo rinunciare ad avere qualcuno che la proteggesse.

”Migliaia di bambini soffrono di malnutrizione. Bambini feriti o colpiti dalle malattie che si diffondono rapidamente a causa delle scarse condizioni igieniche e della mancanza di acqua potabile, spesso non trovano le cure indispensabili perché la metà degli ospedali nel paese sono danneggiati, un terzo sono inservibili e molti medici sono sfollati o rifugiati. Nella sola zona di Aleppo, secondo alcune fonti, i medici erano 5.000 all’inizio del conflitto e oggi sono rimasti in 36. Non si contano inoltre i parti che avvengono in condizioni di insicurezza e igiene estreme, senza alcuna assistenza, mettendo a grave rischio la vita dei neonati e delle madri.

Nonostante gli sforzi dell’Onu e delle organizzazioni non governative, che spesso devono attraversare sul territorio fino a 20 check-point negoziando faticosamente ogni passaggio, milioni di persone in Siria, riferisce Save the Children, non stanno ricevendo gli aiuti di cui hanno urgente bisogno.Per questo l’Organizzazione ha lanciato un appello internazionale all’Onu che tutti possono sottoscrivere fino al 15 marzo 2013 - secondo anniversario dall’inizio del conflitto â€" sul sito alla pagina www.savethechildren.it/firma. Inoltre, Save the Children si rivolge ai governi che hanno risposto all’appello di finanziamento di 1,5 miliardi di dollari di aiuti per l’emergenza Siria affinché procedano immediatamente allo stanziamento promesso, per poter intervenire sia all’interno del paese martoriato dal conflitto che nei paesi confinanti, dove si riversano senza sosta i rifugiati.

Animali: indagine, per 80% famiglie hanno ruolo educativo per bimbi

Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - Non solo coccole e giochi. Gli animali da compagnia hanno un ruolo sempre più importante all'interno del nucleo familiare e in particolare per l'educazione dei più piccoli. Infatti, oltre l'80% di coloro che possiedono un 'pet' ritengono che questo sia fondamentale nel percorso di crescita dei loro figli: il 23% mette al primo posto, fra le ragioni che lo hanno spinto ad accogliere un cane o un gatto in casa, proprio la volontà di responsabilizzare i figli, insegnando loro a prendersene cura. E' quanto emerge da un'indagine Ales Market Research promossa presso 2.000 famiglie degli alunni delle scuole primarie che hanno partecipato all'edizione 2012-13 della campagna educativa nazionale A Scuola di PetCare di Purina.

Più della metà (il 55%) delle famiglie italiane con bambini in età scolare ha accolto in casa e vive con un animale da compagnia, con punte del 60% nel Nord-ovest e al Centro. Il cane si conferma l'animale di gran lunga preferito: il 52% delle famiglie lo ha scelto come 'pet' ideale per condividere gli spazi domestici. Secondo classificato il gatto con il 33% delle preferenze, mentre al terzo posto nella scelta si colloca il pesce con il 24%; seguono, poi, gli uccellini e i roditori, che sono presenti rispettivamente nel 13% e 9% delle famiglie con un pet. Scendendo più nel dettaglio, si può vedere come cani e gatti siano maggiormente diffusi al Nord e al Centro, mentre particolarmente amati al Sud sono gli uccellini e molto diffusi i pesciolini, anche nelle città, in quanto richiedono un impegno alla portata di tutti.

"La relazione con un pet - dice Maria Rita Parsi, psicoterapeuta e presidente della Fondazione Movimento Bambino Onlus - rappresenta un momento fondamentale nella costruzione dell'identità psicofisica dei bambini, sui quali l'animale ha un'influenza di tipo emozionale unica e un valore formativo straordinario perché stimola l'accrescimento della fantasia, del senso di responsabilità e del piacere della reciprocità. In quest'ottica il progetto 'A scuola di Petcare' è di grande valore sia perché pone l'accento su alcuni importanti principi, quali l'amicizia,il rispetto per il prossimo e per la natura, sia perché è la prima iniziativa del genere a coinvolgere allo stesso tempo bambini, genitori e insegnanti".

Marco Travaglia, Regional Director Southern Europe di Purina, ha aggiunto: "Siamo orgogliosi di promuovere e sostenere questa iniziativa volta a trasmettere alle nuove generazioni e alle famiglie i principi di una corretta nutrizione, cura, conoscenza, e rispetto degli animali da compagnia e di come questo legame possa essere fonte di reciproco benessere".

Realizzata in collaborazione con Giunti Progetti Educativi e Scivac (Società culturale italiana veterinari animali da compagnia), con il patrocinio Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani) e Fnovi (federazione nazionale ordini veterinari italiani) e giunta quest'anno alla sua VIII edizione, A Scuola di PetCare ha coinvolto in modo capillare tutto il territorio nazionale: dal 2004 a oggi hanno aderito, infatti, oltre 33.000 insegnanti, più di 400.000 alunni e le loro famiglie, medici veterinari, istruttori cinofili, istituzioni e ospedali pediatrici in tutte le Regioni italiane. L'indagine diventerà un appuntamento annuale volto a fotografare lo status e l'evoluzione della relazione che si instaura fra i bambini e i pet, quale specchio della società che evolve.

Pediatria: indagine, sempre meno bimbi italiani vanno a scuola da soli

Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - L'autonomia di spostamento dei bambini italiani, già limitata, si è ulteriormente ridotta negli ultimi anni rispetto a quella dei coetanei inglesi e tedeschi, con ricadute negative sia sul benessere sia sullo sviluppo psicofisico. A rilevarlo è una ricerca dell'Istc-Cnr promossa dal Policy Studies Institute di Londra, che ha visto il coinvolgimento dell'Italia, della Germania e di altri 15 Paesi del mondo. L'autonomia di spostamento dei bambini italiani nell'andare a scuola è passata dall'11% nel 2002 al 7% nel 2010, mentre l'autonomia dei bimbi inglesi è al 41% e quella dei tedeschi al 40%.

L'indagine è stata condotta attraverso due questionari, uno per i bambini e ragazzi dai 7 ai 14 anni e l'altro per i loro genitori, consegnati a un campione di circa 800 soggetti residenti in centri urbani di varia dimensione demografica, collocazione geografica, caratteristiche urbanistiche ed economiche: Roma, Bari, Guidonia Montecelio (Roma), Desio e Misinto (Monza-Brianza). Generalmente, in Italia i bambini vanno a scuola accompagnati da un adulto, più con l'automobile che con i mezzi pubblici.

"La mobilità infantile è uno degli aspetti che ha maggiormente risentito della grande trasformazione dell'ambiente urbano, con ricadute negative sul benessere e sullo sviluppo psicofisico - spiega Antonella Prisco, ricercatrice dell'Istc-Cnr - Per il tragitto di ritorno, soltanto l'8% dei bambini italiani lo compie da solo, a fronte del 25% dei coetanei inglesi e del 76% dei tedeschi. Il divario di autonomia con gli altri Paesi sul percorso casa-scuola permane ampio anche per i ragazzi delle medie inferiori: il 34% degli italiani, contro il 68% dei tedeschi e il 78% degli inglesi". In Italia risulta estremamente basso anche l'uso del mezzo pubblico. "Mentre per i bambini non ci sono differenze tra Italia e Inghilterra, col 3% per entrambi i Paesi - aggiunge Daniela Renzi, ricercatrice dell'Istc-Cnr - in Germania la percentuale sale all'8%. Maggiori differenze si hanno invece per la scuola secondaria, dove l'Italia resta ferma al 3%, l'Inghilterra passa al 25% e la Germania arriva addirittura al 64%: probabilmente per l'efficienza dei servizi pubblici, ma forse anche per maggiore fiducia dei genitori". I maschi italiani, infine, sono più autonomi delle femmine, indipendentemente dall'età.

Ospedali: 'Da me a te ' la nuova newsletter del Bambino Gesu'

(ASCA) - Roma, 13 mar - ''Da me a te''. Si chiama cosi' la nuova newsletter dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu', il periodico che arrivera' sulla posta elettronica degli iscritti ogni quindici giorni. L a newsletter raccontera' attraverso gli aggiornamenti del sito le novita' che riguardano l'Ospedale, le storie dei piccoli pazienti e le iniziative messe quotidianamente in campo per assicurare cure e assistenza a un numero sempre maggiore di bambini. La speranza, si legge nel primo numero del periodico on line, e' quella di ''trasformare la voce dell'Ospedale in un'eco che replica e moltiplica il suo effetto, propagando intenti, desideri e concrete opportunita' di raggiungere un obiettivo la cui conquista appartiene a tutti. Perche' sicuramente dipende dall'impegno e dalla professionalita' di chi, come noi, ogni giorno combatte a fianco dei piccoli pazienti, ma anche dalla collaborazione e dalla generosita' di chi, come te, puo' fornire il proprio contributo, indispensabile, per vincere la sfida''. Ci si iscrive nell'apposito spazio nella hompage del portale. red/mpd

lunedì 11 marzo 2013

Salute: troppo sale a tavola per i bambini, 10 regole del pediatra in cucina

Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) - Bambini abituati al sale sin da piccoli. Quasi 3 su 4 assumono ogni giorno una quantità di sodio superiore a quella massima raccomandata - 400mg al giorno fino ai 12 mesi- come dimostrano le ultime ricerche effettuate nel Regno Unito. Per gli esperti, però, sarebbe sufficiente la dose naturalmente contenuta negli alimenti, senza nessuna ulteriore aggiunta. "Il sale è oggi un nemico della salute del bambino", spiega Claudio Maffeis, docente di Pediatria all’Università di Verona."Spesso le mamme lo considerano un alleato per facilitare l’approccio del figlio ad un nuovo cibo o per stimolare il suo appetito, ma in realtà è dannoso per la sua salute, presente e futura", ricorda l'esperto in occasione della settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale proposta dalla WASH (World Action on Salt and Health) che parte oggi.

Secondo la Società italiana di Pediatria e la Società europea di Gastroenterologia e Nutrizione Pediatrica- ricorda il medicio- esiste una relazione tra precoce esposizione al sale, sin dai primi anni di vita, e rischio di obesità e ipertensione nelle età successive. "Un bambino abituato ad eccedere le dosi consigliate di sodio è potenzialmente un adulto iperteso", sottolinea Maffeis che propone dieci regole in cucina contro gli eccessi di sale. "Bastano pochi semplici accorgimenti per insegnare al bambino delle sane e corrette abitudini alimentari, iniziando dalle prime pappe".

Eccole : 1) Distinguere sempre l’alimentazione del bambino da quella dell’adulto, offrendo al bambino i cibi giusti per ogni fase della sua crescita. Un alimento 'insospettabile' ma con un contenuto di sale rilevante sono, per esempio, i cereali 'da adulto'. 2). Essere l’esempio per il bambino e per tutta la famiglia nella scelta di cibi sani, iposodici o naturalmente salati; - 3) Non aggiungere il sale nelle pappe e usare ingredienti a basso contenuto di sale per tutto il primo anno di vita e proseguire quanto più a lungo possibile. 4) Cuocere la pasta senza aggiungere il sale nell’acqua. In tal modo si risparmia un apporto di sale di circa 10 gr per litro di acqua. 5) Quando si assaggia la pappa non bisognerebbe affidarsi al proprio gusto “adulto” per testarne la bontà, ma è meglio lasciare al bambino la possibilità di abituarsi ed apprezzare il gusto più naturale del cibo.

6) In caso mancasse il latte materno, prima dell’anno preferire i latti specifici in formula, adatti alle sue esigenze, evitando il latte vaccino. Il contenuto di sodio varia infatti molto tra latte umano (15mg/100ml), formula (in media 20mg/100ml) e latte vaccino (55 mg/100ml).;

7) Come condimenti, usare aceto e limone al posto del sale e dopo i due anni preferire aromi, spezie e erbe aromatiche. 8) Eliminare i cibi fritti e prediligere le cotture al cartoccio o al vapore che permettono di trattenere il sapore proprio degli alimenti, donando il naturale gusto alle preparazioni.

9) Puntare sulla fantasia: colori e varietà degli ingredienti “catturano” il gusto del bambino. 10) Scegliere materie prime o prodotti dedicati alla prima infanzia di ottima qualità, che garantiscono un sapore piacevole per il palato del bambino.

Salute: disturbi vista per 1 bimbo su 4, sempre più casi ma pc e tv assolti

Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) - Dopo i 6 anni un bambino su quattro ha disturbi della vista. Un numero in crescita. Ma non è colpa degli schermi di tv, tablet e pc, sui quali gli occhi dei piccoli italiani restano incollati sempre più spesso. E' solo il risultato di una maggiore diffusione dei controlli fatti 'al momento giusto', un indice quindi positivo di una maggiore attenzione per la salute oftalmica dei più piccoli. Lo spiega Luca Buzzonetti, responsabile di Oculistica dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, che sottolinea però la necessità di migliorare ancora la prevenzione. "Oggi il 70-80% dei genitori porta i bambini dall'oculista intorno ai 3 anni, come raccomandabile. Ma è necessario arrivare al 100%".

Individuare precocemente un disturbo, sottolinea infatti l'esperto all'Adnkronos Salute, significa ridurre i rischi che i problemi sia aggravino. Se i piccoli hanno un difetto di vista non corretto che incide sullo sviluppo della funzione visiva, "passati gli 8 anni di età, le chance di recuperare quello che si può recuperare in termini di qualità di vista si riducono notevolmente. In pratica, senza controlli precoci si toglie la possibilità ai bambini di avere una visione adeguata da grandi" .

Sono i controlli, quindi, l'arma di difesa per gli occhi dei bambini. Nessun pericolo, invece, dagli schermi di pc, tablet, tv, videogichi. "Non possiamo dire che fanno male alla vista", sottolinea l'esperto. "Ovviamente - precisa - un occhio che ha dei disturbi si stanca di più. Ma basta il buon senso. Esagerare con le tecnologie, in ogni caso, è negativo sul piano generale, perché favorisce l'isolamento dei piccoli, riduce le capacità relazionali, aumenta la sedentarietà e i rischi di obesità".

Per quanto riguarda i problemi di vista i piccoli italiani sono in linea con i loro coetanei europei. Le stime indicano che in età prescolare l'incidenza di questi difetti è di uno ogni 20 bambini. Dopo i 6 anni si arriva a uno su quattro. La miopia, per esempio, colpisce circa il 25% della popolazione, e si manifesta in genere intorno ai 13-14 anni. Il 60% dei piccoli miopi, quindi, ha oltre 15 anni, mentre è bassissima la percentuale intorno ai 5 anni. Al contrario l'ipermetropia è più diffusa tra i piccolissimi. "Il bambino nasce ipermetrope naturalmente - ricorda Buzzonetti - e crescendo, il difetto può ridursi o scomparire. A 17 anni l'ipermetropia riguarda lo 0,5% dei ragazzi".

Dati che si mantengono sostanzialmente stabili nel tempo, tenendo conto del numero più elevato di casi legati alla maggiore possibilità di diagnosi. Ma non ci sono solo i disturbi della vista ad 'attaccare' gli occhi dei più piccoli.

"I bambini soffrono sempre di più per le allergie. Problemi che non coinvolgono la vista, ma che fanno soffrire l'occhio". Non senza qualche rischio per la visione. "La congiuntivite allergica, nei piccoli - conclude Buzzonetti - può determinare uno sfregamento marcato degli occhi, che può favorire, in soggetti predisposti, malattie che, seppure rare, possono portare a gravi conseguenze".

giovedì 7 marzo 2013

Nuoto: Manaudou interrompe gravidanza, sono molto triste

Parigi, 6 mar. - (Adnkronos) - L'ex campionessa di nuoto Laure Manaudou, che a gennaio aveva annunciato il ritiro definitivo dalle competizioni perche' incinta del secondo figlio, ha annunciato l'interruzione della seconda gravidanza per motivi di salute. "Sono molto triste per questa notizia. Ho imparato dalla pratica dello sport ad alto livello che non c'e' una strada senza incidente di percorso, e' lo stesso purtroppo e' vero anche sul piano personale -ha spiegato la nuotatrice in una nota-. So che non sono l'unica dona ad aver dovuto abortire, ma molte prima di me hanno dovuto superare questa prova, ed io ho la fortuna di essere gia' mamma. Fre'de'rick Bousquet ed io affronteremo anche questa esperienza di vita", ha aggiunto la Manaudou, chiedendo ai media di rispettare la sua privacy nelle prossime settimane su questo argomento.

lunedì 4 marzo 2013

Salute: scalpore per bimba guarita da Hiv, cautela dagli esperti

(ASCA) - Roma, 4 mar - Ha causato grande scalpore in tutto il mondo la notizia di una bambina nata sieropositiva e guarita dal virus dopo una terapia aggressiva antiretrovirale a cui e' stata sottoposta due anni fa, a meno di 30 ore dalla sua nascita. Gli esperti invitano tuttavia alla cautela, anche se il caso potrebbe aprire una speranza per i circa 330 mila bambini che secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanita' nascono ogni anno affetti da Hiv. Secondo i test effettuati dallo staff e dal gruppo di ricercatori del centro per bambini Johns Hopkins a Baltimore, in Maryland, che hanno avuto in cura la bambina, il trattamento a cui e' stata sottoposta, denominato ''cura funzionale '', avrebbe permesso di ridurre la presenza del virus ad un livello che un corpo e' in grado di controllare senza la necessita' del trattamento farmacologico standard, anche se non e' stato completamente debellato. Se sono molti gli ottimisti, qualche esperto sottolinea che sono diversi gli aspetti poco chiari. ''Un caso non puo' costituire un precedente per spingere tutti gli altri a fare lo stesso'', ha detto Harry Moultrie, ricercatore pediatrico del virus Hiv in un'universita' del Sudafrica. ''I ricercatori devono controllare ora da vicino questa bambina per controllare che l'Hiv non ricompaia in futuro'', ha fatto notare Genevieve Edwards del Terrence Higgins Trust, organizzazione per la lotta all'Aids in Gran Bretagna, spiegando che la bimba potrebbe far parte di quella ristretta cerchia di persone il cui sistema immunitario non necessita di farmaci per impedire la diffusione del virus. (fonte AFP). uda/

Aids: primo caso di cura funzionale dell'Hiv in un bimbo

Roma, 4 mar. (Adnkronos Salute) - Un nuovo eccezionale colpo alla lotta all'Aids. Un team di ricercatori della Johns Hopkins, dell'Università del Mississippi e dell'University of Massachusetts descrive infatti il primo caso al mondo di 'cura funzionale' in un bebè affetto da Hiv e trattato subito dopo la nascita. La scoperta, dicono i ricercatori, può aiutare a spianare la strada verso l'eliminazione dell'infezione da Hiv nei bambini.La relazione sul caso viene fatta in occasione della 20.ma Conferenza sui Retrovirus e le infezioni opportunistiche (Croi) di Atlanta.

La virologa del Johns Hopkins Children Center Deborah Persaud ha diretto un team di ricercatori di laboratorio, mentre la specialista in Hiv pediatrico Hannah Gay dell'Università del Mississippi Medical Center ha somministrato la cura al bimbo. Il piccolo che ha raggiunto la remissione dell'infezione da Hiv aveva ricevuto la terapia antiretrovirale entro 30 ore dalla nascita. I ricercatori sono convinti che la rapida somministrazione del trattamento antivirale probabilmente è riuscito a curare il bambino, arrestando la formazione dei serbatoi virali, cellule dormienti responsabili della riacutizzazione dell'infezione nella maggior parte dei pazienti poche settimane dopo l'interruzione della terapia.

"La terapia antivirale nei neonati, che inizia a pochi giorni di esposizione, può aiutarli a eliminare il virus e a raggiungere una remissione a lungo termine, impedendo così la formazione di nascondigli virali", spiega Persaud. I ricercatori dicono che questo è proprio ciò che è accaduto nel bambino descritto nella ricerca.

Questo piccolo è ora considerato "funzionalmente guarito", una condizione che si verifica quando un paziente raggiunge e mantiene una remissione a lungo termine - in assenza di trattamento per tutta la vita - e i test clinici standard non riescono a rilevare la replicazione virale nel sangue.A differenza di una cura sterilizzante - una completa eradicazione di tutte le tracce virali dal corpo - la cura funzionale si verifica quando la presenza virale è tanto minima, che rimane 'invisibile' ai test standard, ma è ancora rilevabile con metodi ultrasensibili.

Il bambino descritto nel lavoro era nato da una mamma affetta da Hiv ed è stato sottoposto a un cocktail antiretrovirale entro 30 ore dalla nascita. Una serie di test hanno mostrato la progressiva diminuzione della presenza virale nel sangue del bambino, fino a raggiungere livelli non rilevabili 29 giorni dopo la nascita. Il piccolo è rimasto sotto antivirali fino a 18 mesi, a quel punto ha saltato il follow-up per un po' e, spiegano i ricercatori, di fatto ha interrotto il trattamento. Dieci mesi dopo lo stop delle cure, il bambino ha subito ripetuti esami del sangue, senza che questi rilevassero la presenza di Hiv. Anche i test anticorpo-specifici hanno dato lo stesso risultato. Questo caso particolare, dicono i ricercatori, potrebbe cambiare la prassi medica per i bambini nati da donne sieropositive.

"Il nostro prossimo passo è quello di scoprire se questa è una risposta insolita o qualcosa che si può effettivamente replicare in altri neonati ad alto rischio", conclude Persaud. La ricerca è stata finanziata dai national Institutes of Health americani e dall'Amfar (American Foundation for Aids Research).

Sanita': bimbo romano operato a Forli' col robot e senza tracheostomia

(ASCA) - Roma, 4 mar - Ora Pierre puo' dormire sonni tranquilli, senza quelle fastidiose apnee che disturbavano i suoi sogni, correre insieme agli altri bambini, e praticare il suo amato karate. Grazie all'intervento congiunto dell'equipe di chirurgia robotica dell'U.O. Orl, diretta da Claudio Vicini, e del team dell'U.O di Anestesia e Rianimazione dell'Ausl di Forli', diretta da Giorgio Gambale, il bimbo romano di undici anni operato nei giorni scorsi all'ospedale ''Morgagni-Pierantoni'' di Forli' ha finalmente risolto i propri problemi, provocati da tonsille linguari abnormi che, dall'eta' di 7 anni, gli provocavano gravi difficolta' respiratorie. Si tratta della seconda operazione di chirurgia robotica pediatrica in Italia, dopo quella effettuata, qualche tempo fa, sempre a Forli', per giunta senza ricorso alla tracheostomia, eccessivamente invasiva a quell'eta'. ''Se siamo riusciti a ottenere simili risultati - commenta Vicini - il merito e' di tutti i professionisti coinvolti, dai chirurghi agli anestesisti, dai rianimatori al personale infermieristico, in grado di cooperare all'interno di un percorso la cui efficienza e' misurata proprio dalla capacita' di dare esiti qualitativi elevati in presenza di patologie complesse''. Al piccolo paziente, infatti, sono stati rimossi ben 25 cc di tessuto linfatico, contro l'appena 1 cc asportabile con metodo ''classico''. ''Nel bambino le sindromi da apnee ostruttive del sonno sono frequenti, ma non in questi termini: qui ci siamo trovati davanti a una situazione estrema - prosegue il clinico -. Al di la' dell'aspetto tecnologico legato all'impiego del robot, il dato innovativo e interessante e' che l'intera operazione e' stata condotta senza dover ricorrere a tracheostomia, la quale sarebbe risultata particolarmente invasiva e, trattandosi di un paziente pediatrico, avrebbe comportato non pochi rischi per potenziali esiti, soprattutto a distanza''. Se negli adulti si ricorre spesso a tale tecnica, consistente nell'incisione della trachea per consentire l'inserimento di una cannula necessaria a consentire la respirazione durante e dopo (per qualche giorno) l'intervento, nei bambini tale procedura puo', alla luce del rapporto costo/beneficio, non essere giustificata. E Pierre e' rinato. ''Prima respirava malissimo - spiegano i genitori -, faticava a dormire e russava al punto che lo sentivamo dall'altra parte della casa, inoltre non poteva correre perche' andava subito in affanno. Adesso sta bene, e ha cambiato persino tono di voce''. L'unico rammarico e' che il figlio si sia dovuto operare due volte prima di approdare a Forli'. ''In precedenza, non ci era mai stata prospettata l'opportunita' della chirurgia robotica, forse perche' non tutti i medici ne percepiscono fino in fondo la potenzialita'; la differenza rispetto all'intervento tradizionale, tuttavia, e' enorme e senza il robot Pierre non sarebbe mai guarito''. red/mpd

Salute: bambina nata con Hiv guarisce grazie a terapia antiretrovirali

(ASCA-AFP) - Washington, 4 mar - Una bambina nata con l'Aids sembra essere ''guarita'' dal virus dopo una terapia aggressiva antiretrovirale a cui e' stata sottoposta due anni fa, a meno di 30 ora dalla sua nascita. Lo hanno riferito i ricercatori americani durante la conferenza annuale ''Retroviruses and Opportunistic Infections'' ad Atlanta, nello stato americano della Georgia. La bambina e' stata sottoposta ad un complesso e invasivo cocktail di farmaci antiretrovirali, comunemente disponibili, appena nata, due anni fa. Il risultato negativo degli ultimi test e gli effetti della cura a cui si e' sottoposta immediatamente la bambina, se confermati, potrebbero aprire la strada verso un nuovo tipo di cure per migliaia di bimbi che ogni anno nascono affetti dall'Aids. Secondo i test effettuati dallo staff e dal gruppo di ricercatori che che hanno avuto in cura la bambina, il trattamento a cui e' stata sottoposta, denominato ''cura funzionale '', avrebbe permesso di ridurre la presenza del virus ad un livello che un corpo e' in grado di controllare senza la necessita' del trattamento farmacologico standard - anche se il virus non e' completamente debellato. ''Il prossimo passo sara' quello di scoprire se questa e' una risposta forte e insolita ad una terapia antiretrovirale effettuata molto presto, o qualcosa che si puo' effettivamente replicare in altri neonati ad alto rischio'' ha dichiarato Deborah Persaud, della Johns Hopkins Children's Center a Baltimora, in Maryland. La ricerca e' stata finanziata dal National Institutes of Health e la Fondazione Americana per la Ricerca sull'AIDS. red/sam/

venerdì 1 marzo 2013

Salute: Videogames d'azione? Aiutano bimbi dislessici a leggere meglio

(ASCA) - Roma, 1 mar - Con grande dispiacere dei genitori, che pensano che i loro figli debbano passare meno ore a giocare ai videogames e piu' ore a studiare, il tempo impiegato con i videogiochi d'azione puo' effettivamente aiutare i bambini dislessici a leggere meglio. In effetti, 12 ore passate ai videogiochi migliorano la capacita' di lettura piu' di quanto non faccia un anno di lettura spontanea o trattamenti di lettura tradizionali. E' quanto e' emerso da uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology, secondo step di un lavoro precedente dello stesso team di ricerca che collega la dislessia a problemi di attenzione visiva. ''I videogiochi d'azione migliorano molti aspetti dell'attenzione visiva e favoriscono l'estrazione di informazioni dall'ambiente'', sottolinea Andrea Facoetti dell'Universita' degli Studi di Padova e consulente all'Istituto Scientifico ''E. Medea''. I risultati dello studio sono un'ulteriore conferma che i deficit di attenzione visiva sono alla base della dislessia, una condizione che rende la lettura estremamente difficile per un bambino su dieci. Il team di Facoetti, che vede coinvolti Sandro Franceschini, Simone Gori, Milena Ruffino, Simona Viola e Massimo Molteni, ha testato la lettura, le capacita' fonologiche e di attenzione di due gruppi di bambini con dislessia che non erano utilizzatori abituali di videogames. I bimbi sono stati valutati nelle loro capacita' di attenzione e di lettura, prima e dopo aver giocato con videogiochi di azione o non-azione per nove sedute di 80 minuti. Ebbene, i bambini che avevano utilizzato videogiochi d'azione sono stati in grado di leggere piu' velocemente senza perdere in accuratezza ed hanno anche mostrato progressi in altri test di attenzione. Questi sorprendenti risultati sulle abilita' di lettura si sono mantenuti anche ad un successivo controllo dopo due mesi. ''Dover colpire un bersaglio periferico in movimento comporta un'abilita' di percezione del contesto e quindi di rapida attenzione al particolare che aiuta i bambini dislessici molto di piu' di un allenamento alla lettura. Grazie ai videogiochi i bambini dislessici hanno imparato a orientare e focalizzare la loro attenzione per estrarre le informazioni rilevanti di una parola scritta in modo piu' efficiente, riducendo l'eccessiva interferenza laterale di cui sembrano soffrire. Per non parlare poi del problema del dropout: i trattamenti tradizionali sono spesso noiosi, molti bambini abbandonano''. Tuttavia non vi e' ancora nessun trattamento scientificamente testato per la dislessia che includa questo tipo di videogiochi. ''Questi risultati sono molto importanti per comprendere i meccanismi cerebrali che stanno alla base della dislessia - continua Facoetti - ma non possiamo raccomandare i videogiochi senza il controllo o la supervisione di uno specialista della riabilitazione neuropsicologica''. Loda' il via a nuovi programmi terapeutici in grado di ridurre i sintomi della dislessia o di prevenirla, nel caso di bambini a rischio, gia' prima che questi imparino a leggere. Per questo, il team dei ricercatori padovani e del Medea ha studiato, con il Dipartimento di Matematica dell'Universita' di Padova, dei videogiochi per tablet che verranno utilizzati prossimamente nelle scuole dell'infanzia di Lecco su un campione di 40 bambini a rischio di dislessia. red/mpd

Roma, 25enne partorisce e getta figlio in spazzatura

Roma, 1 mar. (LaPresse) - Dopo aver partorito, una donna italiana di 25 anni ha gettato il figlio in un cassonetto della spazzatura all'interno della struttura sanitaria del San Camillo. E' avvenuto ieri sera, poco prima della mezzanotte. E' stata la stessa giovane, nella tarda serata di ieri, a presentarsi al pronto soccorso chiedendo l'intervento del personale sanitario confessando di aver abbandonato il figlio in un cassonetto dopo il parto. I medici raggiunto il luogo indicato dalla donna hanno trovato il corpo del neonato deceduto, avvolto in un lenzuolo all'interno di sacchetto di plastica. La donna ha reso poi alla polizia dichiarazioni frammentarie e contraddittorie, sulle quali sono in corso accertamenti.

RaiTre/Fvg: a ''Il settimanale'' i bambini affetti da malattie rare

(ASCA) - Trieste, 1 mar - La solitudine, l'indifferenza di una cultura che deve ancora imparare a convivere con l'altro, la discriminazione sul lavoro: le difficolta' che ogni giorno si trovano ad affrontare i genitori di bambini affetti da malattie rare sono l'argomento al centro del servizio di apertura della puntata di sabato 2 marzo de ''Il Settimanale'', il rotocalco della Tgr in onda su RaiTre alle 12.25 .L'inchiesta propone tre storie, che evidenziano anche l'energia che sostiene queste famiglie. Il servizio fa pure conoscere l'importante ruolo svolto dall' associazione ''Azzurra''. Il successivo servizio si occupa della falcidia che colpisce i piccoli negozi nelle montagne della Carnia. Il fenomeno crea anche un enorme problema sociale, con gli anziani che hanno crescenti difficolta' ad approvvigionarsi di generi di prima necessita' e i giovani che perdono altre opportunita' di lavoro. Quindi la storia poco conosciuta di Radio Venezia Giulia, l'emittente clandestina allestita a Venezia nell' immediato dopoguerra per informare e sostenere psicologicamente gli italiani residenti nei territori della Venezia Giulia controllati dagli iugoslavi. Il rotocalco e' andato a Venezia alla ricerca dei luoghi dove si trovavano la redazione, gli studi di trasmissione e la stazione trasmittente della radio, che aveva corrispondenti a Trieste, Gorizia, Pola e Roma, oltre ad una fitta rete di informatori. Parla lo storico Roberto Spazzali, autore di un libro dedicato a Radio Venezia Giulia.Non manca la testimonianza di chi collaboro' con quella emittente. Chiude un servizio sul Pelinkovac della ditta Abuja di Gorizia. Nonostante da dieci anni abbia chiuso i battenti, il suo famoso amaro continua ad essere commercializzato con il marchio originale da una ditta triestina.