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lunedì 30 aprile 2012

Sanita': perse bimbo al nono mese, Asl Massa condannata a 250 mila euro

Massa Carrara, 30 apr. (Adnkronos Salute) - Il Tribunale di Carrara ha condannato l'Asl di Massa Carrara a pagare 250 mila euro di risarcimento a favore di una donna che, 13 anni fa, perse il proprio bambino al nono mese di gravidanza.

La donna aveva avuto fino ad allora un percorso regolare, ebbe una piccola instabilità e chiamò immediatamente i soccorsi. Secondo quanto stabilito del tribunale, che ha accolto la richiesta della difesa, l'ambulanza arrivò con un'ora e mezzo di ritardo e senza il medico a bordo. Con un'assistenza tempestiva, tutto sarebbe andato a buon fine, sostengono i legali della donna, che si è vista riconoscere 250 mila euro dal Tribunale.

domenica 29 aprile 2012

Cosenza, strage familiare: morti moglie e marito, grave la figlia

Cosenza, 27 apr. (LaPresse) - Due persone sono morte e una è rimasta gravemente ferita questa sera in una villetta a Villapiana, in provincia di Cosenza. Le vittime sarebbero marito e moglie e la persona ferita sarebbe la loro figlia. Tutti sono stati colpiti, secondo quanto si apprende, da colpi d'arma da fuoco. Al momento la donna ferita è in sala operatoria. I carabinieri, che indagano sull'accaduto, non escludono nessuna pista, nemmeno quella dell'omicidio-suicidio.

giovedì 26 aprile 2012

Elton John e David Furnish, la famiglia si allarga? | Live from LA

(KIKA) - LOS ANGELES - I genitori e due figli: il tipico ritratto della famiglia tradizionale. Anche quando la famiglia è decisamente alternativa, come quella formata da Elton John e David Furnish.

Elton John, David Furnish

Il musicista e il suo compagno hanno già un figlio, Zachary, avuto da una madre surrogata, ma ai due non basta e stanno già pensando di allargare la famiglia.

"Vorremmo dare un fratello a Zachary - ha infatti dichiarato Furnish - perché pensiamo che per lui sia meglio vivere con un fratello che restare figlio unico. Ma non c'è ancora nulla di definito, è solo un'idea nell'aria". La coppia metterà a punto i dettagli quest'estate, durante le vacanze che Elton e David trascorreranno nella loro casa in Costa Azzurra.

Tra questi dettagli, ve n'è uno non indifferente: la ricerca di una madre surrogata che, "se fosse bella almeno la metà della prima, sarebbe perfetto".

In effetti, l'optimum sarebbe ricorrere alla donna che portò in grembo Zachary in modo da stabilire un legame genetico "tra fratello e fratello o tra fratello e sorella", dice ancora Furnish che però puntualizza: "Lei però ha una sua famiglia, la sua vita, e nove mesi di gravidanza non sono uno scherzo".

Chi vivrà, vedrà.

Elton John, David Furnish, Zach

lunedì 23 aprile 2012

Helena Bonham Carter: come è nata mia figlia? Non me lo ricordo più! | Live from LA

(KIKA) - LOS ANGELES - Avete mai pensato ai momenti di intimità dei vostri genitori? Probabilmente no, se non con un certo raccapriccio: generalmente questo è un pensiero che i figli rifuggono. Tranne quando pensano al loro concepimento. Perché anche nelle nostre menti metropolitane sboccia il romantico pensiero di essere il risultato di un atto d'amore e sentimento. Ma per Nell Burton, di quattro anni, figlia del regista Tim e di Helena Bonham Carter, questa illusione è già morta, grazie alle dichiarazioni della madre.

Helena Bonham Carter, Nell

"Non mi ricordo come ho concepito mia figlia," ha infatti ammesso l'attrice, che prima della relazione con Tim Burton è stata legata al regista e attore shakespeariano Kenneth Branagh. Una rivelazione da far tremare ogni famiglia media, che però la Bellatrix Lestrange cinematografica lascia cadere con molta nonchalance.

"Ovviamente so come si concepiscono i bambini - ha spiegato l'attrice che da Burton ha avuto anche Billy, otto anni - devi fare sesso, no? Ecco, però in quel periodo (le riprese di Sweeney Todd, il barbiere di Fleet Street,ndr) Tim e io non andavamo per niente d'accordo e non avevamo rapporti. Quindi, sicuramente abbiamo fatto l'amore, ma io… non me lo ricordo".

Spesso le madri dimenticano il dolore del parto, sopraffatte dalla felicità per aver messo al mondo il loro bambino. Helena Bonham Carter, invece, ha dimenticato l'operazione precedente, quella che invece dovrebbe riportare alla mente ricordi più piacevoli.

A questo punto, chissà se deve preoccuparsi più Nell o il suo papà?

Helena Bonham Carter, Tim Burton

domenica 22 aprile 2012

Cina, nasce bambino da record gigante: pesa 6,3 chili

Pechino (Cina), 22 apr. (LaPresse/AP) - E' nato giovedì nella provincia orientale cinese di Anhui, in un ospedale di Wuhu City, e pesa 6,3 chili. Si tratta di un neonato da record che è diventato subito la star dell'ospedale dove medici, infermieri e parenti lo accudiscono mentre gli altri pazienti, incuriositi, fanno a turno per vederlo. Se messo vicino ad altri bambini, nati il suo stesso giorno, la differenza in termini di grandezza è impressionante. Probabilmente il bambino ha preso dalla mamma che pesa ben 110 chili. La donna ha raccontato che vedendola andare in giro mentre era incinta tutti pensavano che avrebbe partorito almeno due o tre gemelli. E proprio a causa delle sue insolite dimensioni, i medici dell'ospedale terranno nei prossimi gironi sotto stretta osservazione il bambino per controllare che non abbia problemi di salute.

sabato 21 aprile 2012

Cinema: Johnny Depp, macche' seduttore sono un grande bambino

Roma, 21 apr. - (Adnkronos) - Le donne lo adorano, anche se lui dice che "da ragazzo ero molto insicuro e ho fatto diversi errori", e ingenuamente ama definirsi un "grande bambino" perche', ammette, "mi fido delle donne, ma non ho mai capito il fatto del sex symbol". In un'intervista a 'Gente', il settimanale Hearst magazine Italia diretto da Monica Mosca, nel numero in edicola da lunedi', Johnny Depp confessa di non aver avuto sempre buoni rapporti con le donne, e rivela che il suo pubblico preferito e' quello dei bambini.

"Mi piace avere i bimbi come pubblico -dice l'affascinante interprete de 'I pirati dei Caraibi'- Non sono condizionati da aspettative intellettuali. Ho imparato dai miei figli che e' ok accettare quello che si vede senza porsi troppe domande. Mi fido di loro molto piu' che degli adulti. Sono puri e onesti. Invece io racconto bugie per vivere: recitare e' questo. Quindi mi aspetto che un giorno i miei figli vengano da me e mi accusino di avere mentito loro per tutta la vita. Questa angoscia mi pietrifica".

L'attore e' al cinema con 'The Rum Diary', basato sull'omonima novella dello scrittore Hunter S. Thompson, che era suo amico. "L'ammiro - dice Depp- e mi identifico con la sua vena sognatrice e idealista, di vero gentleman, spesso incompreso. E aveva una grande cultura, che invece io non sento di avere". In comune hanno anche la passione per l'alcol e per le droghe. "In passato ammette l'attore- ho fatto esperienze di ogni tipo, ma sono cambiato da quando sono padre. In questo film l'alcol scorreva a fiumi ed e' stato difficile rimanerne estraneo. Anche perche' mi piace immedesimarmi totalmente nei personaggi che interpreto".

giovedì 19 aprile 2012

Alimenti: 30% scuole primarie senza mensa, pochi controlli su scelte bimbi

Verona, 19 apr. (Adnkronos Salute) - In Italia un bambino su tre è sovrappeso e uno su dieci obeso con il rischio che nel 50% dei casi lo sia anche da adulto. Una situazione che dovrebbe essere prevenuta soprattutto a scuola. Ma, secondo l'indagine 'Okkio alla Salute' - svolta recentemente nelle scuole dall'Istituto superiore di sanità - se oggi il 70% dei bambini, tra scuole elementari e medie, pranza nella mensa dell'Istituto, su circa 2.200 istituti solo il 68% di queste la possiede. E anche quando la mensa c'è, "nessuno controlla cosa e quanto i ragazzi scelgono". A lanciare l'allarme è l'Andid (Associazione nazionale dei dietisti italiani), in occasione del 24° Congresso nazionale a Verona.

Per sensibilizzare adulti e bambini è in arrivo nei prossimi mesi (edito dall'Istituto Scotti Bassani per la ricerca e l'informazione scientifica - Milano), un Atlante fotografico rivolto agli operatori del settore e alla classe pediatrica, da utilizzare con bambini e genitori, "perché anche a casa la situazione non è migliore", dicono i dietisti. "Se da un lato i menù sono, o almeno dovrebbero essere, preparati da un dietista, quindi bilanciati e adatti alla crescita dei bambini - spiega Giovanna Cecchetto, presidente dell'Andid - dall'altro raramente nelle sale mensa sono controllati gli abbinamenti dei cibi, e meno ancora si verifica che i bambini scelgano correttamente gli alimenti e completino i piatti".

Senza contare poi che i genitori spesso non controllano neppure l'alimentazione a colazione e a cena. Niente da stupirsi: ancora, secondo i dati dell'Iss, tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi il 36% non ritiene che il proprio figlio lo sia. Risultato? Le problematiche iniziate e trascurate da bambini inducono in età adulta a una presa di coscienza e alla modifica dello stile alimentare. Ma è spesso troppo tardi. "La prevenzione dell'obesità infantile - dice Cecchetto - deve iniziare fin da neonati, favorendo il più possibile l'allattamento protratto al seno e tenendo sotto controllo l'eccessivo 'recupero' di peso nei primi anni di vita. Studi scientifici hanno infatti dimostrato che quasi la metà di bambini obesi resterà tale anche da adulti, favorendo però la prevalenza elevata alla sindrome metabolica, strettamente connessa al tipo di alimentazione, già in età adolescenziale".

Troppi Paesi europei, Italia compresa, sono lontani dal raggiungimento di condizioni soddisfacenti nel campo alimentare. Specialmente i giovanissimi, perché non adeguatamente controllati, assumono troppe calorie da grassi, zuccheri e cibi conservati processati. Difficile, però, correggerne la abitudini. Le metodologie di indagine sulle abitudini alimentari nell'infanzia usate negli studi di letteratura sono differenti, commenta Cristina Cassatella, dietista del Servizio di educazione all'appropriatezza ed Ebm alla Asl Milano.

"Emerge, comunque, chiaramente che fino agli 8-9 anni al bambino manca ancora il concetto di porzione, consumo e di tempo diluito nelle 24 ore. Occorrerebbe lavorare sui genitori ma, anche in questo caso, le informazioni potrebbero essere non del tutto veritiere poiché riferite su dati riportati da chi segue il bambino nell'arco della giornata o su ciò che essi pensano che il proprio figlio abbia mangiato". Per aiutare a promuovere il concetto di porzione fra i bambini, è stato pensato l'Atlante fotografico tridimensionale. "Il volume, distribuito inizialmente in formato elettronico su Cd, costituirà per gli operatori di settore e per la classe pediatrica un valido ausilio volto ad 'educare' le mamme di bimbi da 0 a 9 anni alla corretta preparazione delle pappe, allo svezzamento e allìimpostazione di una sana alimentazione. L'Atlante su Cd - prosegue l'esperta - sarà distribuito su richiesta".

"A una alimentazione scorretta, come se non bastasse, si combina poi la scarsa attività fisica. Solo il 43% dei genitori di figli obesi e fisicamente poco attivi ritiene che questi svolga un'attività motoria insufficiente". Inoltre solo una scuola su 3 ha avviato iniziative a favore di una sana alimentazione e l'attività motoria, con il coinvolgimento dei genitori. "I dati - conclude Cassatella - confermano la necessità di un coinvolgimento maggiore da parte di dietisti, pediatri di libera scelta, medici di medicina generale, policy makers, al fine di programmare azioni di sanità pubblica in modo coordinato e condiviso tra enti, istituzioni e realtà locali al fine di far conoscere le dimensioni del fenomeno obesità tra le nuove generazioni e fornire suggerimenti per scelte di stili di vita salutari. Impegno che va iniziato all'interno delle scuole e esteso alla famiglia".

mercoledì 18 aprile 2012

Blanket Jackson non è figlio di Michael? | Live from LA

(KIKA) - LOS ANGELES - Come se non se avesse passate abbastanza, con le denunce al padre Michael Jackson e le ore in tribunale, la fama e gli scandali e, per finire, la morte del papà nel 2009, ecco un'altra notizia di quelle che non possono certo lasciare indifferente un ragazzino di 10 anni.

Blanket Jackson

La ex guardia del corpo di Michael Jackson Matt Fiddes vuole fare il test del DNA per dimostrare che Prince Michael Jackson II, ultimogenito della star, è invece suo figlio. L'uomo ha dichiarato di aver donato il suo sperma alla pop star un anno prima che Blanket nascesse, nel 2001: lo scambio sarebbe avvenuto in un hotel di Londra.

Ecco perchè papà ci metteva le maschere

"Voglio il diritto di far visita a mio figlio - ha detto Fiddes ai giornalisti - per questo ho intenzione di fare il test del DNA e dimostrare il legame biologico con Blanket. Michael è suo padre e non voglio che questo cambi, ma voglio che il ragazzo torni a far parte della mia vita e se questo richiede un'azione legale, beh, è quello che farò".

Fiddes ha inoltre affermato di essere esasperato dal silenzio della famiglia Jackson, che dal 2009 non risponde alle sue lettere e richieste. "Lo chiesi a Michael qualche tempo prima della sua morte - ha spiegato - e lui mi rispose: "Blanket è mio figlio, ma ho usato il tuo sperma per dargli la vita".

martedì 17 aprile 2012

Save the Children: ancora 171 milioni di bambini soffrono la fame

Roma, 17 apr. (LaPresse) - Secondo i dati di una ricerca, realizzata dall'Overseas Development Istitute e diffusa da Save the Children, sono oggi 4 milioni i bambini sotto i 5 anni che invece di morire riescono a sopravvivere rispetto a quanto accadeva nel 1990. Sempre secondo il rapporto, sono stati 56 milioni in più tra il 1999 e il 2009 i bambini che hanno avuto accesso alla scuola, e 131 paesi hanno raggiunto un livello di copertura immunitaria del 90% contro il tetano, la difterite e le altre principali malattie prevenibili come il morbillo, contro il 63% registrato invece nel 1990. Save the Children sottolinea però il fatto che, nonostante la situazione sia molto migliorata rispetto al passato, ancora 171 milioni di bambini soffrono la fame. Molte dunque le sfide che, secondo l'associazione, devono ancora essere affrontate: "I successi - spiegano - sono ad esempio più rari nelle zone di conflitto in diversi paesi del mondo, e le molte diseguaglianze sono una sfida continua, talvolta in crescita. Il tasso di mortalità infantile rimane elevato: 7,6 milioni di bambini con meno di 5 anni nel 2010". A ricevere maggiori aiuti sono stati, secondo il rapporto, i paesi africani dell'area sub-sahariana, mostrando i maggiori progressi rispetto alla vita dei bambini, con un tasso di malnutrizione e mortalità infantile medio inferiore rispetto a quello di quei paesi che hanno ricevuto meno aiuti. Inoltre, nei paesi a medio reddito, come buona parte di quelli dell'America Latina, il rapporto rileva come gli aiuti internazionali abbiano un importante effetto catalizzatore nella diffusione delle conoscenze sulle prassi migliori.

Torino, bimbo in coma per cerotto: sta meglio e respira da solo

Torino, 17 apr. (LaPresse) - Sta meglio, si sta svegliando e respira spontaneamente il bimbo di tre anni e mezzo andato in coma ieri mattina a Ciriè, nel torinese, dopo l'applicazione di un cerotto antidolorifico. "Ha il respiro spontaneo - spiega Giorgio Ivani, primario del reparto di anestesia e rianimazione dell'ospedale Regina Margherita di Torino - ma è ancora un po' intontito dall'effetto degli oppiacei assorbiti, contenuti nel farmaco". Secondo i medici il piccolo "non riporterà danni" a causa dell'assunzione del prodotto, che, è stato ribadito, non è un cerotto antidolorifico da banco, ma un cerotto particolare per pazienti oncologici o per chi ha bisogno di terapie antalgiche croniche: Fentanyl è il nome del potente principio attivo contenuto. "L'accumulo del farmaco in queste ore - prosegue Ivani - viene smaltito dall'organismo lentamente. L'accumulo della sostanza ha provocato una depressione respiratoria al bambino. Ora sta meglio e lo trasferiremo dal reparto di rianimazione". Quando il bimbo è arrivato in ospedale aveva un cerotto sul piede e il segno di un altro cerotto sul torace, ma di dimensioni più piccole.

lunedì 16 aprile 2012

Pediatria: farmacologa, cerotti antidolore non approvati per uso in bimbi

Roma, 16 apr. (Adnkronos Salute) - "Non esistono cerotti antidolorifici approvato per l'uso pediatrico", ma nel caso del bimbo di tre anni e mezzo di Ciriè, ricoverato in coma all'ospedale Regina Margherita di Torino dopo che si è applicato uno di questi 'patch' mentre era in casa da solo con la nonna, "se c'è stato un intervento precoce e sono stati rispettati i tempi necessari per smaltire le sostanze contenute nel cerotto e per tenere il piccolo stabile, non è detto che l'esito" delle terapie "sia negativo". A dirlo all'Adnkronos Salute è Adriana Ceci, presidente della Fondazione per la ricerca farmacologica 'Gianni Benzi' e componente del Pediatric Committee dell'Agenzia europea dei medicinali.

"Si tratta - evidenzia l'esperta - di capire quale cerotto si è applicato il bambino, perché ne esistono alcuni a base di solo antinfiammatorio e altri che contengono anche sostanze oppioidi, come ad esempio il tramadolo. In ogni caso, entrambi espongono i bambini a rischi. Attualmente, i soli medicinali antidolorifici con indicazione pediatrica sono il paracetamolo e l'ibuprofene. Anche il tramadolo può avere delle applicazioni nei bambini, ma tutto dipende sempre dal dosaggio".

Un 'patch' destinato a un adulto, come quello che presumibilmente il piccolo di Ciriè ha trovato in casa e si applicato per gioco, è dunque rischioso soprattutto perché, spiega Ceci, "i bambini metabolizzano i farmaci in maniera totalmente diversa dagli adulti: i loro reni, il fegato, anche la membrana che ricopre il cervello non sono ancora del tutto sviluppati e dunque si hanno degli effetti tossici. Fino a poco tempo fa si pensava che per i bambini fosse sufficiente dimezzare la dose di farmaco destinata agli adulti, ma non è così: il meccanismo di assorbimento è molto diverso", conclude.

domenica 15 aprile 2012

(AGI) Brad Pitt e Angelina Jolie, ci sposiamo per i nostri figli

(AGI) Washington - Dopo 7 anni di convivenza, 6 figli tra

adottati e naturali, alla fine Angelina Jolie e Bradd Pitt si

sono fidanzati e si preparano ai fiori d'arancio. Lo ha

annunciato la manager di Pitt, Cynthia Pett-Dante: "Si e'

confermato: loro figli sono entusiasti, Ancora non e' stata

fissata la data per il matrimonio", ha detto. La coppia e'

affiatatissima malgrado il gossip spesso avvicni all'uno o

all'altra presunti flirt. Recentemente Brad Pitt, parlando dei

suoi sei figli, ha detto: "Con i bambini mi diverto un mondo,

anche se riesco a gestirne da solo quattro alla volta e non di

piu'. So come si cambiano i pannolini, si fa il bagnetto, si

prepara una pappa. Angelina - ha aggiunto parlando della

compagna - e' diventata un'abilissima organizzatrice di

valigie, praticamente un militare".

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sabato 14 aprile 2012

Calcio: Women's Football Day, 200 bambine in campo al Flaminio

Roma, 14 apr. - (Adnkronos) - Duecento bambine sul prato del Flaminio, con giochi e partitelle, hanno concluso la 4 giorni del convegno organizzato dalla Fifa sul calcio femminile a Roma. Nonostante la giornata piovosa, molto entusiasmo sul campo e tra gli spalti della tribuna centrale dove erano presenti i delegati della Fifa e 57 tecnici di altrettante nazionali provenienti da tutto il mondo. Presente Gianni Rivera che ha portato il saluto della Federazione ai delegati, ai tecnici e alle 75 societa' di tutto il Lazio che si sono adoperate per portare le ragazze a questa festa.

Soddisfatta Karen Espelund, membro Uefa e del Comitato esecutivo della Fifa per il Women's Football Movement: ''Una bella giornata per il movimento del calcio femminile, importante per far capire a tutti gli addetti ai lavori quanto le donne siano una risorsa per il Calcio. A livello mondiale - continua la Espelund - le differenze tra i diversi movimenti hanno ragioni strutturali e culturali. Gli Stati Uniti sono, in questo senso, un esempio, dove la presenza di una Lega ed il gran lavoro fatto intorno alla Nazionale, hanno portato ai risultati che sono sotto gli occhi di tutti''.

Roma e' stata l'epicentro del Women's Football Day, manifestazione che si e' tenuta in tutte le regioni italiane con grande successo di partecipazione. Ma la festa continua, almeno per le bambine delle scuole calcio. Infatti, durante questo fine settimana, le piccole calciatrici accompagneranno in tutti gli stadi di Serie A e B e Lega Pro, gli atleti al loro ingresso in campo vestendo la maglietta rosa, simbolo della manifestazione.

venerdì 13 aprile 2012

Pediatria: Bambino Gesu', fegato grasso per 15% bimbi, svelati meccanismi

Milano, 13 apr. (Adnkronos Salute) - Dalla ricerca italiana nuova luce sui meccanismi cellulari all'origine della steatosi epatica nei bambini. Una condizione meglio nota come 'fegato grasso', che secondo le stime colpisce più di un baby-italiano su 10 (15%), con numeri in crescita anche a causa dell'epidemia di obesità. Gli autori di uno studio pubblicato su 'Hepatology', frutto della collaborazione fra l'ospedale pediatrico Bambino Gesù e l'università Sapienza di Roma, hanno dimostrato il coinvolgimento delle staminali epatiche nella progressione della malattia e la capacità delle cellule di produrre mediatori cellulari chiave, bersaglio di farmaci.

La ricerca è stata condotta da Valerio Nobili, responsabile di malattie epato-metaboliche del Bambino Gesù, da Guido Carpino, ricercatore di anatomia umana all'università Foro Italico di Roma, ed è coordinata da Eugenio Gaudio, ordinario di anatomia umana e preside della Facoltà di farmacia e medicina della Sapienza. "Una nuova, importante scoperta scientifica sui meccanismi che regolano l'insorgenza della steatosi epatica non alcolica nei bambini", si legge in una nota del Bambino Gesù, che "consentirà nell'immediato futuro di adottare nuove soluzioni terapeutiche in grado di rallentare sensibilmente la progressione della malattia nei piccoli pazienti". Si tratta infatti di "una delle patologie del fegato più frequenti in età pediatrica" che, "se non curata tempestivamente ed efficacemente, conduce a una sensibile riduzione dell'aspettativa di vita da adulti".

Al Bambino Gesù, "punto di riferimento a livello mondiale per lo studio, la diagnosi e la cura di questa malattia, ogni anno vengono curati centinaia di bambini provenienti da tutte le regioni italiane. Negli ultimi due decenni - sottolinea l'ospedale capitolino - la steatosi epatica non alcolica (Nafld) ha raggiunto proporzioni di una vera e propria epidemia anche tra i più piccoli, diventando la patologia cronica del fegato più frequente nel mondo occidentale: sono ormai numerosi gli allarmi che arrivano dalle principali organizzazioni mondiali deputate al controllo dello stato di salute della popolazione pediatrica". Così come gli adulti, anche i bambini colpiti possono presentare "danni metabolici caratterizzati da aumento della circonferenza addominale, ipertensione, insulino-resistenza, ipercolesterolemia. Tutte condizioni che aumentano il rischio di sviluppare diabete di tipo 2, sindrome metabolica o malattie cardiovascolari, e che riducono le aspettative di vita" dei bambini italiani "come mai successo da prima del dopoguerra ad oggi".

Lo studio 'made in Roma', dunque, "ha dimostrato il coinvolgimento delle cellule staminali epatiche nella progressione della malattia e la capacità delle cellule del fegato di secernere mediatori cellulari (citochine e adipochine): è proprio sui recettori di tali molecole che, ad esempio, oggi agiscono i più moderni farmaci per la cura del diabete. Questa scoperta apre pertanto opportunità terapeutiche fino a ieri impensabili", assicura il Bambino Gesù.

"Invertire il processo degenerativo di un fegato compromesso dall'eccesso di grasso o dalle infiammazioni ad esso conseguenti è lungo e complicato - spiega Nobili - Ad oggi appena un bambino su 10 riesce, con l'aiuto della famiglia, grazie a un'alimentazione sana e all'intensa attività fisica, a porre un freno al meccanismo che lo condurrebbe alla cirrosi epatica. I risultati dello studio condotto ci indicano la strada per arrestare con principi attivi, peraltro già disponibili, quei fenomeni che portano all'instaurarsi del danno epatico e alla sua progressione nel fegato dei bambini affetti da Nafld con un miglioramento di molte delle funzioni metaboliche alterate. Oltre agli aspetti per così dire 'culturali' della questione sovrappeso e obesità - continua il medico - esiste anche una componente economica non irrilevante, soprattutto in questo periodo indicato dagli analisti come recessivo.

"Se e con che portata la crisi economica si ripercuota sulla nostra salute attraverso le scelte alimentari che facciamo, è fatto ormai noto", ricorda Nobili. "Il nostro ruolo di medici è tuttavia limitato a individuare soluzioni-tampone. La vera partita per salvare i nostri ragazzi da un'età adulta dalla salute compromessa si gioca su altri tavoli: quelli da pranzo e quelli delle istituzioni, oltre naturalmente alle nostre palestre". Gaudio evidenzia dal canto suo come la ricerca di base possa fornire il razionale per innovativi approcci terapeutici: "I meccanismi cellulari alla base della progressione della Nafld sono ad oggi poco conosciuti e oggetto di numerose ricerche. Nel fegato umano sono presenti cellule staminali residenti che prendono parte ai processi rigenerativi in seguito a danno. Con questo lavoro abbiamo dimostrato che le staminali epatiche sono coinvolte nell'evoluzione della steatosi epatica non alcolica nei bambini e che le adipochine da esse prodotte sono in grado di influenzare la progressione della malattia verso la steatoepatite e la fibrosi. I risultati aprono alla possibilità di sviluppare nuovi e mirati approcci terapeutici che abbiano come target la modulazione dell'attività delle cellule staminali epatiche".

giovedì 12 aprile 2012

Tumori: cancro in gravidanza per 600 italiane l'anno, sfida si puo' vincere

Milano, 12 apr. (Adnkronos Salute) - Aspettare un figlio e ritrovarsi a lottare contro il cancro. Ogni anno in Italia sono quasi 600 le donne che ricevono una diagnosi di tumore in gravidanza: la gioia di portare in grembo una nuova vita, e insieme il dolore del male che avanza dentro di sé e che sembra costringere a una scelta. Rinunciare al bambino e curarsi, oppure farlo nascere e rischiare di morire. Un bivio crudele che resiste nell'immaginario collettivo, ma che è ormai superato dai progressi della medicina, assicurano gli esperti riuniti oggi e domani a Milano per il meeting 'Cancer and Pregnancy'. "Combattere un tumore in gravidanza - dicono i medici - oggi è una sfida che può essere vinta".

Scoprire di avere un cancro nei 9 mesi dell'attesa capita a una futura mamma su mille. "Considerando che in Italia si contano ogni anno circa 500 mila gravidanze, possiamo stimare che nel nostro Paese la diagnosi di tumore durante la gestazione riguardi da 450 a 600 donne", spiega all'Adnkronos Salute Fedro Alessandro Peccatori, dell'Unità operativa di fertilità e procreazione in oncologia dell'Ieo di Milano. Le neoplasie più frequenti 'col pancione' sono il cancro al seno, i tumori ematologici come leucemie e linfomi, quelli ginecologici come i carcinomi alle ovaie e all'utero, e il melanoma. I numeri del problema sono in crescita in tutto il mondo e il primo fattore sotto accusa è l'età sempre più elevata delle madri, con casi estremi di 'mamme nonne'. Perché l'incidenza del cancro aumenta proprio con l'avanzare degli anni.

"Il concetto - precisa Peccatori - è che una donna malata di cancro deve ricevere lo stesso trattamento sempre, che aspetti o meno un figlio. In linea generale, infatti, chirurgia e chemioterapia sono possibili anche in gravidanza, mentre sono controindicate radioterapia e terapia ormonale. Certo, però, è necessario che la donna venga assistita da un'équipe multidisciplinare in centri specializzati con un'elevata competenza in materia. Un 'know-how' che purtroppo è ancora poco diffuso". E così c'è chi per curarsi abortisce ("secondo i dati della letteratura scientifica il 30-40% delle donne che ricevono una diagnosi di cancro nel primo trimestre di gestazione"), o all'opposto c'è chi rifiuta le cure pensando che sia l'unico modo per partorire un figlio sano. Storie di 'madri coraggio' che periodicamente riempiono le pagine di cronaca, ma che "veicolano un messaggio sbagliato", denuncia Peccatori. Quello da diffondere è un altro: "Non c'è bisogno di scegliere fra la vita o la morte".

In una società in cui le donne diventano madri sempre più tardi, dunque, i tumori in gravidanza sono un problema in crescita da affrontare con strategie ad hoc. "Diminuisce il numero di donne che concepiscono un figlio prima dei 20 anni e si riduce la durata dell'allattamento - osserva Peccatori - due fattori di protezione soprattutto nei confronti del tumore al seno, che non a caso ha visto un aumento di incidenza proprio nelle donne giovani. Diventa quindi necessaria una maggiore attenzione anche durante la gravidanza". Considerando che "la diagnosi precoce di qualunque neoplasia permette di migliorare significativamente la sopravvivenza", per l'esperto "bisogna definire screening semplici, ma sistematici anche durante la gravidanza, come l'esame del seno e degli organi genitali, e soprattutto fare cultura tra le donne e i medici".

"Il medico deve fornire alla paziente le informazioni più accurate per stabilire quando e come iniziare le terapie generalmente utilizzate, e queste scelte possono essere influenzate da convincimenti etici, legali personali, religiosi", osserva Giovanna Scarfone, Unità operativa di ostetricia e ginecologia della Fondazione Irccs Policlinico di Milano. "Per alcuni tumori il trattamento può essere rimandato dopo il parto - aggiunge la specialista - ma per prima cosa il medico deve definire lo stadio della malattia, per minimizzare i possibili effetti negativi di una terapia rimandata nel tempo". L'obiettivo, concordano gli esperti, è "mettere a disposizione della paziente la stessa gestione della malattia e la stessa possibilità di sopravvivenza di una paziente non gravida", eppure ancora oggi "il trattamento dei tumori in gravidanza è associato a errori inaccettabili", prosegue Scarfone. "Per esempio un'ingiustificata interruzione della gravidanza, oppure la scelta di una strategia terapeutica inadeguata".

"Gran parte della gestione non adeguata delle pazienti malate di cancro in gravidanza - ribadisce Peccatori - dipende dalla mancanza di competenze sul territorio. Si tratta infatti di un ambito molto specialistico, che necessita di un intervento 'di squadra' in cui operino fianco a fianco oncologo, ginecologo, chirurgo, neonatologo e psicologo. Da noi all'Istituto europeo di oncologia, per esempio, da 10 anni abbiamo in corso una collaborazione con l'ospedale Mangiagalli della Fondazione Policlinico".

"Oggi esistono molte più terapie rispetto a pochi anni fa, e anche il tumore in gravidanza può essere trattato con tecniche chirurgiche e farmacologiche che prima si ritenevano controindicate", prosegue Oreste Gentilini, vice direttore Divisione di senologia dell'Ieo di Milano. Ecco perché la Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) ha costituito la task force 'Cancer in Pregnancy', per elaborare documenti di consenso sulla diagnosi e il trattamento dei tumori ginecologici e della mammella durante la gravidanza.

Ad esempio, è ormai accettato dalla maggior parte dei ricercatori che, con le dovute accortezze, si possa fare la biopsia del linfonodo sentinella anche in gravidanza. Quanto alla chemioterapia, riassume Gentilini, "in generale riteniamo opportuno rimandarla dopo l'inizio del secondo trimestre di gravidanza. Tra i farmaci più pericolosi c'è il metotressato, sconsigliato anche nelle fasi successive della gestazione; tra quelli più sicuri ci sono le antracicline, antibiotici antitumorali che sono stati utilizzati dopo il primo trimestre senza effetti collaterali evidenti sulla madre o sul feto. La gravidanza va comunque monitorata con estrema cura in un ambiente molto specialistico", raccomanda l'esperto. Sempre in linea generale, la chirurgia può essere eseguita con sicurezza a ogni stadio della gravidanza. Invece le terapie per i tumori al seno Her2-positivi, come trastuzumab, non sono raccomandati per il rischio di danni al feto. Infine, per nuovi farmaci come bevacizumab e gli inibitori della tirosin-chinasi non ci sono ancora informazioni in materia.

Quanto ai tumori ginecologici, durante il primo trimestre di gravidanza e nel secondo trimestre, esami come la risonanza magnetica sono utili per stabilire lo stadio del tumore e pianificare un possibile approccio conservativo. Nelle pazienti con neoplasia iniziale si può decidere di rimandare il trattamento finché il feto non ha raggiunto la maturità polmonare, mentre è più complessa e discussa la gestione delle pazienti con tumore avanzato. Anche se l'esposizione alla chemio in utero dopo il primo trimestre non sembra determinare anomalie congenite, si tratta comunque di gravidanze ad alto rischio che necessitano di assistenza medica intensa prima, durante e dopo il parto.

Smentito falso mito: in disastri mare non si pensa a donne e bimbi

Stoccolma (Svezia), 12 apr. (LaPresse/AP) - Quando si pensa ai peggiori disastri marittimi della storia, primo tra tutti quello del Titanic, la frase più ricorrente nelle nostre menti è: 'Salvate prima le donne e i bambini'. A cent'anni dall'affondamento del Titanic, uno studio dimostra che si tratta in realtà di un falso mito. Chi sopravvive di più ai disastri in mare, infatti, sono generalmente gli uomini, che in passato non hanno mostrato molta cavalleria. Due esperti svedesi, Mikael Elinder e Oscar Erixon dell'università di Uppsala, hanno analizzato 18 delle peggiori stragi in mare avvenute dal 1852 al 2011, scoprendo a sorpresa che gli uomini hanno avuto un maggior tasso di sopravvivenza. A fronte di 15mila vittime, solo il 17,8% dei sopravvissuti erano donne, contro il 34,5% di uomini. Secondo il rapporto di 82 pagine dei due studiosi, però, il disastro del Titanic è stata una rara eccezione perché il capitano minacciò di sparare agli uomini se questi non avessero ceduto il posto alle donne sulle scialuppe di salvataggio. Elinder spiega che lo studio conclude quindi che quando si tratta di affondamenti in mare, "ogni uomo pensa a se stesso".

martedì 10 aprile 2012

Alimenti: da pecorino a parmigiano, il menu' dei bimbi toscani ieri e oggi

Roma, 10 apr. (Adnkronos Salute) - Pasta corta al pomodoro, polpette e pollo, patate e parmigiano, preferito oggi dai bimbi al pecorino fresco e alla ricotta tanto amati dai nonni quando portavano i calzoni corti. A 'fotografare' i cambiamenti nell'alimentazione dei piccoli toscani è un'indagine condotta dal pediatra di Milano Italo Farnetani. Uno studio che ha coinvolto nonni e bambini di una scuola elementare e materna, che verrà presentato alla conferenza su 'L'alimentazione dei bambini ieri e oggi in Valcerfone', in programma venerdì 13 aprile presso il Centro sociale Valcerfone di Palazzo del Pero (Arezzo), organizzata dal Centro sociale Valcerfone.

"L'indagine, condotta nella scuola materna ed elementare di Palazzo del Pero - anticipa Farnetani all'Adnkronos Salute - è stata realizzata attraverso questionari proposti sia agli alunni sia ai loro nonni, in modo da poter rilevare le abitudini alimentari e i cibi consumati e più graditi sia in passato, sia oggi. In totale sono stati studiati 173 questionari. La zona - spiega il pediatra, autore del volume 'Da 0 a 3 anni' (Mondadori) - è stata scelta perché rappresenta una 'enclave' alimentare, cioè un'area geografica circoscritta ma rappresentativa delle abitudini alimentari e nutrizionali degli abitanti dell'Appennino toscano". I risultati mostrano "come oggi ci sia una maggior varietà alimentare, che è la base per un corretto apporto nutrizionale. Inoltre, le preferenze alimentari dimostrano come il tipo di pietanze sia più adatto alle ridotte dimensioni del cavo orale dei bambini e perciò permetta una migliore masticazione dei cibi".

"Si è realizzato anche un notevole miglioramento del gusto. Infatti, le preferenze alimentari dei bambini di questa zona sono simili e sovrapponibili a quelle dei coetanei dell'intero territorio nazionale", prosegue Farnetani. Si nota però anche che alcune scelte, sempre compatibili con le preferenze alimentari proprie dell'età, "evidenziano un forte legame con la tradizione rurale e familiare, cioè sono un segno di continuità con la tradizione gastronomica del territorio. Le preferenze alimentari dei bambini di oggi dimostrano ancora una volta come il ruolo della famiglia sia fondamentale nella scelta dei cibi e nell’orientamento del gusto", assicura l'esperto.

Ma quali sono i piatti più amati dei bambini toscani? "Fra i primi la pasta corta è il piatto più gradito a tutti; tra i bambini più piccini, infatti, al primo posto c'è proprio la pasta corta condita col pomodoro (50%), mentre tra i bambini delle elementari c'è una evoluzione del gusto, con la preferenza per la pasta corta condita col ragù (27,27%)". Fra i secondi piatti al primo posto figurano le polpette, che piacciono a due bambini su tre (71,42%) alla scuola materna e al 63,63% alle elementari.

"Interessante anche il secondo posto, che per i bambini di 3-6 anni spetta al petto di pollo, mentre al terzo posto c'è il pollo arrosto. Questa grande preferenza per il pollo è frutto proprio del legame familiare con il territorio - spiega il pediatra - Il pollo infatti era un animale da cortile molto delicato, rispetto al più resistente coniglio, pertanto i bambini hanno 'ereditato' dalla famiglia il grande apprezzamento per il pollo, più amato degli hamburger (graditi al 50%), nonostante questi siano più facilmente masticabili".

Al quinto posto troviamo la cotoletta fritta (37,71%). "Ben diversa la situazione del bambino delle scuole elementari, quando sempre le polpette sono al primo posto, ma al secondo si piazza la cotoletta fritta (50%); il pollo resta sempre tra i cibi più graditi, ma perde una posizione. Al quarto posto compaiono anche le salsicce (36,36%), facilmente masticabili e con maggior sapidità. Al sesto posto ci sono gli hamburger, proprio per la facilità di masticazione". In ogni caso 'resiste' il ruolo della tradizione familiare, rappresentato dal pollo. E i contorni? Nessuna incertezza: le patate sono al primo posto con un gradimento che oscilla fra tutti dal 57 al 59%. Curioso il caso del formaggio: se i nonni gradivano pecorino fresco, "prodotto tipico delle zone appenniniche, e la ricotta, che veniva prodotta proprio durante la lavorazione del formaggio, oggi il parmigiano è saldamente al primo posto, come peraltro in tutte le ricerche effettuate in Italia (64,20% fra i bambini delle scuole materne e 27,27% fra gli alunni delle elementari)", dice Farnetani.

Infine i dolci. "La crostata è il dessert preferito fra i bambini delle scuole materne (piace al 50%), e anche in questo caso si vede come la tradizione familiare incida fortemente: infatti si tratta di un tipico dolce familiare, il 'dolce delle nonne'. Al secondo posto (42%) ci sono dolce al mascarpone e tiramisù. Al terzo posto c'è la torta al cioccolato (21,42%)".

Gli stessi tre tipi di dolci sono ben presenti fra gli alunni delle elementari, ma in questo casso il tiramisù/dolce al mascarpone balza al primo posto, scavalcando di poco le crostate. "Anche qui si vede come le crostate rappresentano la continuità con la tradizione familiare, mentre il mascarpone-tiramisù, peraltro ben presente anche nei menù di genitori e nonni, balza al primo posto quando si nota un'evoluzione del gusto individuale" con l'aumentare dell'età del bambino. "Nessuna meraviglia - conclude il ricercatore - che la torta al cioccolato mantenga sempre i primi posti nella classifica del gradimento dei piccoli".

lunedì 9 aprile 2012

Compie 100 giorni Yuanyuan, orso polare allattato artificialmente

Penglai (Cina), 9 apr. (LaPresse/AP) - Ha compiuto 100 giorni Yuanyuan, il primo orso polare allattato artificialmente, lontano dalla madre e dal suo ambiente naturale. L'animale vive all'Oceanic Polar World, che si trova a Penglai, nella provincia cinese di Shandong dal giorno della sua nascita, il 1° gennaio 2012, quando fu rifiutato e abbandonato dalla mamma. Di lui si sono occupati i veterinari e gli operatori del parco, imboccandolo e prendendosi cura della sua salute giorno dopo giorno. Il cucciolo, come spiegano i responsabili della riserva, è cresciuto forte e sano ed è passato dai 640 grammi della nascita agli attuali 18 chili. Per festeggiare l'evento c'era tutto il personale del parco e, naturalmente, una grande torta di compleanno che l'orso ha dimostrato di apprezzare. Tra poche settimane Yuanyuan potrà incontrare i visitatori della riserva trasformandosi nell'attrazione più speciale.

venerdì 6 aprile 2012

Fecondazione: in Gb caccia a donatori ovuli e sperma, campagna reclutamento

Milano, 6 apr. (Adnkronos Salute) - Basta tabù sulla donazione di ovuli e spermatozoi per la fecondazione eterologa. Bisogna iniziare a considerarla un atto di generosità, esattamente come la donazione di organi per salvare i malati che hanno bisogno di un trapianto. E' questa la nuova battaglia della Human Fertilisation and Embriology Authority britannica, la Hfea, un'agenzia regolatoria indipendente che in Gb ha il compito di controllare l'impiego di gameti nei trattamenti anti-sterilità e la ricerca di settore. L'organismo ha lanciato una sorta di campagna di reclutamento per arruolare donatori, e per sensibilizzare i cittadini sta mettendo insieme una squadra di 'cacciatori di gameti', il National Donation Strategy Group. Un'operazione che Oltremanica sta facendo discutere, nonostante la fecondazione eterologa sia permessa, al contrario che in Italia.

Nel Regno Unito l'infertilità è un problema per circa una coppia su 6, e quando i più comuni trattamenti falliscono alcuni aspiranti genitori optano per tecniche di Pma eterologhe. Ma siccome i donatori di ovuli e spermatozoi sono pochi, in molti si rivolgono all'estero dove rischiano di finire nelle mani sbagliate, in cliniche senza regole. Per tutelare i pazienti e limitare il 'turismo della provetta', dunque, la Hfea sta cercando di promuovere la donazione di gameti all'interno dei confini nazionali. Già l'anno scorso l'authority ha deciso di prendere provvedimenti e ha pensato di far leva sull'aspetto economico, aumentando i compensi per attirare donatori. E ora intende costituire un pool di esperti incaricati di informare e sensibilizzare i cittadini, combattendo i pregiudizi e creando una maggiore consapevolezza dell'importanza di questa forma di dono.

"Donare un ovulo a un'altra donna è il regalo più straordinario", assicura Lisa Jardine, presidente Hfea. Secondo Laura Witjens del National Gamete Donation Trust bisogna anche implementare una rete di centri di eccellenza, perché "è importante accertarsi che i donatori siano valorizzati e assistiti al meglio", spiega alla Bbc. La caccia ai 'samaritani' della fecondazione, però, non piace a molti. Josephine Quintavalle, dell'associazione Comment on Reproductive Ethics, fa notare ad esempio che il prelievo di ovociti è una pratica invasiva e potenzialmente pericolosa per la donna. "Una cosa è affrontare dei rischi per sottoporsi a un trattamento di fertilità per avere un figlio proprio - osserva - una cosa ben diversa è rischiare per aiutare altre madri".

Pediatria: tv in camera e snack minacce numero uno per bimbi Ue

Roma, 9 apr. (Adnkronos Salute) - Le 'overdose' di televisione, spesso presente nella camera da letto, gli spuntini poco sani e le bevande analcoliche stanno facendo letteralmente 'lievitare' i bambini in età prescolare, secondo una ricerca condotta da scienziati della Harokopio University di Atene (Grecia) in 10 Paesi europei, pubblicato su 'Obesity Reviews'.

Nel vecchio continente, l'obesità tra i bimbi sta raggiungendo livelli record, con più di un piccolo su 8 in sovrappeso nel Nord Europa e oltre il 25% in alcune zone dell'Europa meridionale. Le bambine spagnole, ad esempio, sono le più a rischio, con il 38% di loro che attualmente è già classificato come sovrappeso od obeso. Questa drammatica fotografia non ha implicazioni solo sulla futura salute della popolazione europea, ma comporta anche un enorme costo economico per la società.

"I bambini - sottolinea il coordinatore dello studio denominato 'Toybox', Yannis Manios - sono ben disposti nei confronti del movimento fisico, perchè per loro lo sport è un modo per interagire socialmente e fare amicizia. Viceversa, esiste una naturale preferenza umana per il gusto dolce e i cibi e alle bevande ad alta densità energetica. Per queste ragioni, i programmi di prevenzione dell'obesità dovrebbero cercare di assicurare che i bambini abbiano tempo libero e spazio per essere fisicamente attivi, prediligere gli alimenti sani, ma anche guidare insegnanti e genitori su come promuovere i giusti comportamenti fra i piccoli. Abbiamo scoperto che in molti Paesi mancano indicazioni chiare in materia di sana alimentazione e gioco attivo". Per prima cosa, consigliano gli esperti, "la tv in alcuni asili dovrebbe essere sostituita da attività ludiche che promuovano la partecipazione di tutta la classe. Allo stesso modo a casa, andrebbero eliminate la televisione in camera e gli spuntini a ogni ora".

Uzbekistan, figlia presidente Karimov pubblicherà nuovo album pop

Almaty (Kazakistan), 6 apr. (LaPresse/AP) - Gulnara Karimova, la figlia del presidente autoritario dell'Uzbekistan Islam Karimov, pubblicherà un nuovo album pop. Karimova, ammirata da alcuni e disprezzata da altri concittadini, ha annunciato su Twitter che i brani sul disco saranno ispirati alle sue esperienze personali. Il nome d'arte della cantante è GooGoosha, soprannome che ha inventato per lei il padre. Non è chiaro quando uscirà l'album, anche se una canzone è già stata pubblicata in internet. Il padre dell'artista, ex leader del Partito comunista in Uzbekistan, è presidente del Paese dal 1990. L'anno scorso durante la New York Fashion Week una presentazione di abiti creati dalla Karimova è stata cancellata in seguito alle proteste di gruppi per i diritti umani contro il lavoro minorile in Uzbekistan. La Karimova è stata a spesso considerata come potenziale successore del padre 74enne, ma finora ha preferito dedicarsi alla moda e alla musica piuttosto che alla politica.

giovedì 5 aprile 2012

Trapianti: Cnt, a ospedale Bambino Gesu' eccellente scuola chirurgica

Roma, 5 apr. (Adnkronos Salute) - "Un prelievo e tre trapianti di rene in un'unica seduta chirurgica richiedono certamente un'alta professionalità e capacità organizzative indiscusse, che l'ospedale Bambino Gesù di Roma ha saputo utilizzare al meglio nel momento dell'emergenza. Questa scelta dimostra l'alto valore umano ed etico dell'équipe che ha messo al centro del proprio agire i piccoli pazienti in attesa. Le operazioni, portate a termine con successo, confermano l'eccellenza della scuola chirurgica dell'ospedale pediatrico". Lo dichiara in una nota il direttore del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni Costa, in merito al prelievo di rene da donatore vivente e ai tre trapianti di rene eseguiti in una unica sessione chirurgica di 20 ore al Bambino Gesù di Roma.

"La notizia dell'avvenuta donazione di rene da madre a figlio - aggiunge il direttore del Cnt - contribuisce a diffondere la cultura del trapianto da vivente su cui la Rete trapianti sta puntando molto. Un sentito ringraziamento va a tutti i medici, infermieri e operatori che hanno lavorato incessantemente e in tempi stretti per poter curare tre piccoli pazienti. Ringrazio le famiglie dei donatori per il bellissimo gesto di altruismo che testimonia il valore della solidarietà".

mercoledì 4 aprile 2012

Fecondazione: Codacons, 2 mln di euro a ogni coppia in cura al San Filippo Neri

Roma, 4 apr. (Adnkronos Salute) - Un risarcimento pari a "non meno di un milione di euro per ogni componente delle coppie" che hanno subito la perdita di embrioni, ovociti o campioni di liquido seminale in seguito all'incidente al centro di procreazione medicalmente assistita dell'ospedale San Filippo Neri di Roma. A richiederlo sara' il Codacons, come annunciato oggi a Roma nel corso di una conferenza stampa.

"Il procedimento civile che si aggiunge all'esposto che abbiamo presentato oggi alla Procura, in cui si ipotizzano diversi reati penali - ha spiegato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - sara' mirato alla richiesta di un risarcimento, la cui entita' dipende dal singolo caso. C'e' chi ha perso un embrione, chi di piu', chi ovociti e chi liquido seminale. Ma la richiesta, credo, non sara' inferiore al milione di euro per componente della coppia".

Pediatria: dolore per 4 bimbi ricoverati su 10, indagine in 59 reparti

Milano, 4 apr. (Adnkronos Salute) - Sono pazienti di taglia 'XS' ma la loro sofferenza può essere 'extralarge', ingombrante al punto da diventare insopportabile. Più del 40% dei pazienti bambini ricoverati nei reparti di pediatria italiani soffre di dolore, soprattutto di origine non oncologica. Ma questa sofferenza, avvertono gli esperti, "viene spesso sottostimata". Il dolore viene misurato meno di 6 volte su 10 e gestito attraverso l'impiego di terapie che vedono al primo posto il paracetamolo (nel 34,2% dei casi). E' la foto scattata, a quasi due anni dal varo della legge 38, da un'indagine condotta su 59 pediatrie italiane tra ottobre e dicembre 2011, nell'ambito di un progetto promosso dall'associazione pazienti 'Vivere senza dolore' e presentato oggi a Milano.

L'obiettivo: valutare come in queste strutture viene monitorato e trattato il dolore dei baby-pazienti. L'associazione - che oggi ha presentato non solo i dati dell'indagine, ma anche l'iniziativa 'Accendi un sorriso' patrocinata dal ministero della Salute - arriva alla conclusione che c'è ancora molto da fare per limitare la sofferenza inutile nei più piccoli. I reparti che hanno partecipato all'indagine riceveranno in dono variopinte lampade di cartapesta realizzate da bambini di scuole, ospedali, Comuni e laboratori artistici di varie zone d'Italia. Il senso del dono è nel messaggio: "La speranza di cambiare il colore al dolore, illuminando le giornate dei piccoli pazienti ricoverati".

Oggi, riflette Franca Benini, responsabile del Centro regionale veneto di terapia antalgica e cure palliative pediatriche dell'università di Padova, "il trattamento del dolore pediatrico è ostaggio del pregiudizio secondo cui ciò che dice il bambino debba essere vagliato attraverso la 'lente' di quello che vede e pensa l'adulto. La conseguenza è che spesso la sofferenza dei più piccoli viene sottostimata, così come il dolore legato alle procedure diagnostiche e terapeutiche eseguite in ospedale".

E poi c'è il problema dei farmaci: "Non esistono formulazioni farmaceutiche adatte al peso e all'età dei bambini - precisa Benini - ma con l'opportuna competenza possono comunque essere utilizzati tutti i farmaci utili al controllo del dolore, che invece in area pediatrica sono ancora poco impiegati. E' fondamentale migliorare questa situazione, perché una sofferenza non adeguatamente trattata può influenzare il comportamento psicologico del bambino e anche la sua soglia del dolore, con conseguenze in età adulta".

Un primo questionario distribuito ai medici, spiega Marta Gentili, presidente di Vivere senza dolore, mostra che "l'incremento nella registrazione del dolore in cartella clinica, dopo la legge, ha interessato solo il 41,9% dei centri. Ma a distanza di un mese, una nuova rilevazione ha evidenziato che aver spostato l'attenzione sul problema, mettendo a disposizione delle pediatrie algometri specifici, ha fatto aumentare la misurazione del dolore nell'84,3% dei reparti".

Dietro il paracetamolo, nella lista dei farmaci analgesici utilizzati, c'è l'ibuprofene (25,2%) e l'associazione codeina-paracetamolo (12,6%).

La survey ha coinvolto anche i familiari dei bambini ricoverati, con 722 questionari. E' emerso che è la mamma, nel 71,6% dei casi, a farsi carico del problema. I genitori hanno consapevolezza della sofferenza del figlio in oltre il 60% dei casi, e ad oltre il 66% risulta che il dolore venga monitorato. Dell'avvenuta prescrizione e del tipo di terapia sono consapevoli rispettivamente il 56,4% e il 63,2%.

"Questi dati - aggiunge Gentili - indicano che, in media, il 40-50% dei genitori dei bambini con dolore non viene informato in merito al problema". Quanto ai medici, le richieste vanno dalla necessità di formazione (25%), alla dotazione di algometri pediatrici (16,7%), a una cartella clinica che riporti il parametro dolore (11,9%) e alla presenza nel prontuario farmaceutico dell'ospedale di farmaci adeguati per la cura del dolore nel bambino (7,1%)".

Richieste "condivisibili - commenta Luca Bernardo, direttore del Dipartimento materno-infantile e dell'Unità operativa di pediatria dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano, tra i reparti che hanno aderito al progetto - ma noi medici possiamo fare già molto con un approccio nuovo, che vada verso una migliore comunicazione con i pazienti". Immagini, nomi e storie dell'iniziativa, insieme a una fiaba, sono stati raccolti in un libro.

Pasqua: da cioccolato e frutta secca insidie per bimbi e genitori allergici

Roma, 4 mar. (Adnkronos Salute) - Pasqua alle porte, allergie alimentari in agguato. Non solo al cioccolato, ma anche a mandorle, noci e uova. "La buona notizia è che l'allergia al cioccolato è abbastanza rara, e riguarda il 3-5% dei bimbi con allergie alimentari, oltre al 3% degli adulti", spiega all'Adnkronos Salute Alberto Villani, responsabile della Struttura complessa di pediatria generale e malattie infettive dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma.

Insomma, nonostante la fama, "il cioccolato è molto più innocente di quanto si pensi: in Italia non sono descritti casi di shock anafilattico da cioccolato, e oltretutto si tratta di un alimento dall'elevato valore nutrizionale". Ma come sospettare un problema? "Tra le manifestazioni da tenere d'occhio ci sono orticaria e dermatite, ma anche una diarrea profusa dopo il consumo di bon bon o barrette", dice il pediatra. Se queste reazioni si manifestano più di una volta, è bene approfondire la cosa.

Ma se l'allergia al cacao è molto rara, quando un bimbo è allergico al latte anche il cioccolato che lo contiene "va evitato: in questo caso è bene optare per il fondente". Fra le insidie legate ai dolci pasquali, "c'è poi la frutta secca, che in effetti può essere veicolata anche dal cioccolato - avverte - sia come ingrediente vero e proprio sia in tracce legate ai processi di produzione". L'allergia alla frutta secca riguarda circa lo 0,5% dei bambini, "e include pinoli, mandorle, noccioline e noci, oltre alle arachidi e al burro d'arachidi, un problema molto diffuso negli Usa". In questi casi dunque sono off-limits anche le tradizionali colombe con le mandorle.

Ma quando far assaggiare il primo uovo di Pasqua al piccolo di casa? "Le regole non esistono, ma certo non c'è motivo di darlo prima di 18-24 mesi. In seguito è bene fare attenzione alla quantità e alla composizione del cioccolato". Non tutte le uova di cioccolato contengono infatti burro di cacao e cacao, "quindi è bene leggere l'etichetta e prediligere prodotti di qualità", raccomanda Villani.

Si tratta di un alimento "dalle numerose virtù nutrizionali", come emerge anche da recenti studi. "Ma se è difficile trovare qualcuno a cui non piaccia, è anche bene evitare gli eccessi". No al cioccolato tutti i giorni, dunque. "Non perché faccia male, ma per insegnare fin da piccoli l'importanza di una dieta varia", conclude l'esperto.

martedì 3 aprile 2012

Roma, bimba di 18 mesi cade da secondo piano e muore

Roma, 3 apr. (LaPresse) - Una bambina di un anno e mezzo è precipitata dal balcone della sua abitazione al secondo piano, in via Liguria, a Civitavecchia (Roma), sul litorale romano. La piccola è stata immediatamente trasportata in ospedale, dove è morta poco dopo il suo arrivo. Ancora non è chiara la dinamica dell'incidente su cui indaga la polizia.

Bimbo premiato per soluzione crisi Grecia: Fate come con la pizza

Londra (Regno Unito), 3 apr. (LaPresse/AP) - Un bambino olandese di 11 anni ha vinto 100 dollari per il suo piano con cui risolvere la crisi greca. Jurre Hermans era tra i 452 candidati che hanno proposto piani economici sulla crisi economica, il vincitore vincerà i 400mila dollari del Wolfson Economics Prize. Il bambino ha proposto di fare con gli euro come "con un pancake o una pizza". La sua idea è che "tutti i greci portino i propri euro in banca e li mettano in una macchina del cambio". "I greci - continua - ricevono in cambio dracme dalla banca, la loro vecchia moneta, e la banca dà tutti quegli euro al governo". Il bambino spiega il suo programma con una metafora: "Tutti quegli euro formano un pancake o una pizza. Ora il governo greco può iniziare a pagare tutti i suoi debiti, perché chiunque abbia un debito prende una fetta di pizza". I cinque finalisti del premio hanno ottenuto 10mila sterline per continuare il proprio lavoro in vista della premiazione del 5 luglio.

(AGI) Musica: McCartney jr vuole nuova band con figli Beatles

(AGI) Londra - L'idea e' sua, ma ne ha gia' parlato agli altri,

ricevendone risposte per lo piu' positive. James McCartney,

ultimogenito e unico maschio avuto da Paul McCartney, vorrebbe

dare vita a una nuova band insieme ai figli degli altri tre

Beatles originali: Sean Lennon, Dhani Harrison e Zak Starkey,

primogenito di Ringo Starr. Il nome della formazione e' gia'

pronto: 'The Beatles - The Next Generation'. "A me piacerebbe

un sacco", ha spiegato il 34enne James, cantante e chitarrista

in proprio con alle spalle due Ep co-prodotti dal celeberrimo

padre. "Sean mi e' parso interessato, e cosi' anche Dhani". Il

piu' cauto invece sembra sia Zak, che dal famoso genitore ha

ereditato lo strumento, la batteria: non e' un caso, poiche'

dell'ipotetico quartetto-bis e' quello con la carriera

personale piu' interessante, avendo suonato tra gli altri con

Oasis, Iron Maiden e Waterboys, ma soprattutto avendo di

recente soppiantato in maniera abbastanza stabile il

leggendario Keith Moon (a suo tempo amico fraterno di Ringo) in

quel che resta dei mitici Who. "Pero'", ha spiegato James

McCartney, "con un po' di aiuto dal sangue che ci scorre nelle

vene, si puo' sperare che alla fine il gruppo veda la luce". Ci

crede talmente, McCartney Junior, da confessare candidamente di

aver "sognato di diventare migliori dei Beatles"; anche se, ha

ammesso, "non sono proprio sicuro di farcela"

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lunedì 2 aprile 2012

I figli a Madonna: “Mamma, spegni quella roba” | Live from LA

(KIKA) - LOS ANGELES - Il nuovo album di Madonna, dal titolo MDNA sembra fatto apposta per un pubblico molto giovane, o per coloro che almeno abbiano molta voglia di sentirsi tali. Già dal singolo cantato per la prima volta al Superbowl e supportato da una coreografia con Madonna e ballerine in abbigliamento da ragazze collegiali, infatti, si era intuita questa impronta molto "teen".

Madonna

Purtroppo, però, se il tentativo della pop star era quello di attrarre il pubblico più giovane, potrebbe rivelarsi già fallito: i suoi figli, infatti, tutti adolescenti o pre-adolescenti, non amano la sua musica, al contrario le chiedono di spegnere la radio non appena sentono cantare i suoi pezzi.

Il fratello barbone di Madonna al Superbowl

"I miei figli sono brutalmente onesti quando sentono qualcosa che non gli piace - ha confessato l'artista - E' doloroso ma alla fine è sincero. Dicono semplicemente Mamma spegni quella roba"… anche quando la canzone in questione è la mia".

Un particolare un po' triste, soprattutto se si pensa a quanta fatica faccia sempre Madonna per preparare i suoi spettacoli: "In più di 25 anni - ha detto in riferimento agli ultimi mesi - non ho mai lavorato così duramente. Mi alleno moltissimo e combino esercizi cardio con il pilates".

Che delusione! Forse se i suoi figli li avesse interpellati un po' prima…

Fecondazione: oltre 7 mila gli embrioni congelati in Italia

Roma, 2 apr. (Adnkronos Salute) - Oltre 7 mila embrioni congelati nel 2009, su un totale di quasi 10 mila ottenuti con le tecniche di fecondazione assistita. Il dato, l'ultimo disponibile, è contenuto nell'ultima Relazione del ministero della Salute al Parlamento sulla procreazione medicalmente assistita in Italia, presentata a giugno 2011.

Prendendo in esame un periodo in parte precedente e in parte successivo alla sentenza della Corte costituzionale che nel maggio del 2009 ha modificato la legge 40, prevedendo la possibilità di crioconservare gli embrioni, la Relazione evidenzia una contrazione dell'applicazione del congelamento degli ovociti (si passa dal 12% di prelievi in cui si effettua il congelamento di una parte degli ovociti, del 2008, al 9,9% del 2009). E contemporaneamente un boom degli embrioni congelati: si registra un aumento di dieci volte, passando dai 763 nel 2008 ai 7.337 del 2009.

Dei 350 centri autorizzati per la fecondazione assistita in Italia, il 45% (157) sono pubblici o privati convenzionati e offrono trattamenti a carico del Ssn, mentre per il 55,1% (193) si tratta di centri privati. I primi sono concentrati soprattutto al Nord, dove rappresentano il 60% del totale. Nel Lazio, dove in una struttura pubblica - l'ospedale San Filippo Neri di Roma - si è verificato l'incidente che ha causato la distruzione di 94 embrioni, nel 2009 vengono censiti 7 centri pubblici di Pma, 4 i privati convenzionati, 43 quelli privati, per un totale di 54.

Fecondazione: embrioni distrutti al San Filippo Neri, Procura apre fascicolo

Roma, 2 apr. - (Adnkronos Salute) - Un fascicolo d'indagine rubricato come 'K' e quindi senza indicazione di reato e senza indagati e' stato aperto dalla Procura della Repubblica di Roma in seguito all'incidente avvenuto nei giorni scorsi nel centro di procreazione medicalmente assistita dell'ospedale San Filippo Neri. Come e' noto l'incidente ha determinato la distruzione di 94 embrioni, di 130 ovociti e di 5 campioni di liquido seminale.

Oggi il procuratore capo Giuseppe Pignatone e il procuratore aggiunto Leonardo Frisani esamineranno la vicenda allo scopo di stabilire se sussistono ipotesi di reato. Una volta individuata l'ipotesi di reato si potranno prendere delle decisioni conseguenti considerato comunque che al momento non sussiste alcun fatto doloso all'origine dell'incidente. Il reato che potrebbe configurarsi sarebbe di natura colposa e determinato da imperizia o negligenza da parte di chi aveva il compito di vigilare sull'integrita' del materiale andato perso.

Fecondazione: ginecologi, Pma in ospedale sicura e controllata

Milano, 2 apr. (Adnkronos Salute) - "Le strutture del Servizio sanitario nazionale che svolgono pratiche di procreazione medicalmente assistita operano sotto un costante controllo e attraverso sistemi di reclutamento e valutazione delle risorse umane, tecnologiche ed organizzative che offrono ampie garanzie all'utenza. E ad esse le coppie possono rivolgersi con fiducia e sentirsi serene per la qualità e la sicurezza delle prestazioni erogate". Lo assicurano Aogoi (Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani) e Sios (Società italiana ospedaliera sterilità), che "in questo momento di disorientamento dell'opinione pubblica", dopo il "gravissimo e drammatico" incidente al centro Pma dell'ospedale San Filippo Neri di Roma, intendono "respingere ogni tentativo denigratorio della qualità delle prestazioni erogate dalle strutture ospedaliere pubbliche e private".

Aogoi e Sios, in una nota firmata dai presidenti Vito Trojano e Cristofaro De Stefano, ricordano di essersi "impegnate costantemente nella collaborazione con gli organismi di controllo (Regioni e Centro nazionale trapianti) nel promuovere la formazione del personale dei centri di Pma a livello nazionale, collaborando anche a progetti internazionali sulla prevenzione e controllo degli eventi avversi e sollecitando anche il governo con una istanza specifica affinché i centri di Pma fossero ad esclusivo coordinamento dei ginecologi. Il recente recepimento da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri del documento approvato dalla Conferenza Stato-Regioni definisce un'uniformità di requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle strutture autorizzate per le procedure di Pma, ai quali ogni struttura operante in Italia deve adeguarsi, quali la direzione dei centri, la tipologia delle strutture e le procedure di sicurezza". Pertanto Aogoi e Sios chiedono a ministero della Salute e Regioni di "mettere in atto ogni iniziativa che consenta alle strutture del sistema sanitario di adeguarsi, ove necessario, a quelle che sono le giuste prescrizioni stabilite dalle norme vigenti".

"L'adeguamento rispetto ai requisiti prescritti impone che in alcune regioni si debbano acquisire risorse umane e tecnologiche per ruoli per i quali è persino difficile definire i percorsi formativi ed i titoli, come l'embriologo e l'andrologo per i quali non esistono scuole di specializzazione, o il ginecologo esperto di medicina della riproduzione. Riteniamo che si debbano sostenere le strutture in attività - aggiungono quindi gli esperti - destinando agli adeguamenti le risorse economiche previste dalla Legge 40, che, ci risulta, in alcune regioni non siano state utilizzate da oltre 5 anni e che debbono essere immediatamente messe a disposizione delle aziende nell'interesse degli utenti". "Intendiamo ribadire che ora più che mai - concludono Aogoi e Sios - il personale sanitario delle strutture di Pma, pur operando a volte in situazione di limitatezza delle risorse, si sente responsabilizzato e motivato a fare tutto quanto in suo potere per offrire prestazioni di elevatissimo standard qualitativo ai cittadini".

Mariah Carey: una casa a prova di bimbo, ma non dei suoi! | Live from LA

(KIKA) - LOS ANGELES - Quando si hanno dei bimbi piccoli, specialmente nel momento in cui cominciano a muovere i primi passi, la maggiore preoccupazione dei genitori è proteggerli in ogni modo possibile, specialmente in casa che, benché sia metafora di sicurezza, per i più piccoli può nascondere insidie e pericoli. Da qui l'esigenza di rendere la casa a prova di bambino, con particolari accorgimenti e protezioni, come hanno fatto anche Nick Cannon e Mariah Carey per i piccoli Monroe e Moroccan, di dieci mesi.

Mariah Carey, Nick Cannon, Moroccan Cannon, Monroe Cannon

Sembra però che i due gemelli sopra citati siano dei piccoli prodigi, del tutto incuranti delle misure di sicurezza prese dai genitori e anzi così superiori a dette misure, da arginarle come se niente fosse.

Cancelletti che bloccano l'accesso alle scale, fermacassetti, protezioni per le prese di corrente: Monroe e Moroccan se ne fanno un baffo. " Sono troppo intelligenti per questi dispositivi, tolgono ogni protezione che noi mettiamo," ha dichiarato Nick Cannon tra il preoccupato e l'orgoglioso, come ogni genitore che può vantare un pargolo più intelligente e temerario della media.

"Poi, sanno che cosa è a prova di bambino e cosa no - ha aggiunto - quindi è come se pensassero: Ah, lì non possiamo andare. Allora facciamo quest'altra cosa! E poi, stanno muovendo i primi passi e questo ci rende ancora più apprensivi".

Cari Nick e Mariah , i genitori troppo ansiogeni sono la rovina della nostra generazione, ma a giudicare da come i gemelli hanno superato le protezioni, una domanda sorge spontanea: sono loro i genietti, o i loro genitori che li hanno sottovalutati?

Moroccan Cannon, Monroe Cannon