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sabato 30 maggio 2015

Papa Francesco ai bambini: Non smettete mai di sognare

Roma, 30 mag. (LaPresse) - "Non smettete mai di sognare". È il messaggio del Papa ai circa 200 bambini, figli di detenuti nei carceri di Rebibbia, Bari e Trani, arrivati oggi in Vaticano per incontrarlo. "Chi non sogna ha il cuore chiuso, di ghiaccio - ha detto il Pontefice - e il cuore diventa di ghiaccio quando non si ascolta la Parola di Dio. Non smettete mai di farlo".

I bambini provenienti da Bari e Trani sono arrivati questa mattina intorno alle 10.30 alla stazione del Vaticano su uno speciale convoglio messo a disposizione da Trenitalia. Altri 70 sono arrivati a bordo di quattro pullman da Roma. I piccoli visitatori hanno accolto il Papa lanciando in aria decine di aquiloni.

Il 'Treno dei bambini', iniziativa promossa dal Cortile dei Gentili insieme a Ferrovie italiane, ha portato in Vaticano, oltre ai figli dei detenuti, volontari dalle case famiglia e parenti dei bambini: mamme o papà rimasti soli ad occuparsi dei figli in attesa che i loro mariti e mogli escano dal carcere.

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

30-05-2015 - Roma - Italia

Cronaca

Papa Francesco riceve i partecipanti del Treno dei bambini. Attenzione: pixelare i volti dei minori

Photo Vincenzo Livieri - LaPresse

30-05-2015 - Rome - Italy

News

Pope Francis receive the partecipants to the Train of the Children. Attention: pixelate the faces of the children

La maestra ai bambini: "Non fiatate che vi ammazzo". Arrestata 52enne ad Andria

Andria, 30 mag. (LaPresse) - Urla, grida, insulti, umiliazioni. E poi schiaffi in faccia, strattoni, persino libri scagliati in testa e compiti gettati addosso. Vittime i bambini di una scuola elementare di Andria, carnefice una maestra di 52 anni, arrestata dalla polizia con l'accusa di maltrattamenti aggravati. A supporto delle indagini anche diversi filmati, registrati con telecamere nascoste, che hanno mostrato quanto da tempo accadeva tra i banchi della classe. "Ti prendo a schiaffi", "Non fiatate che vi ammazzo", "Giuro che ti pesto di mazzate", erano le minacce abitualmente utilizzate dalla maestra contro i bambini terrorizzati, in modo particolare quelli più distratti o con difficoltà di apprendimento. Le minacce e le percosse, spiega la polizia, erano quotidiane. L'arrestata percuoteva gli alunni, sferrando schiaffi sulla testa, sul viso, sulle brac cia o sulle spalle, alterando il tono della voce a scopo intimidatorio, lanciando e sbattendo oggetti anche sugli stessi banchi e persino sulla testa dei bambini.

venerdì 29 maggio 2015

Ilaria D’Amico: «Mio figlio è interista»

Ilaria D’Amico: «Mio figlio è interista»

Non tutti vestono bianconero, in casa Buffon: il figlio di Ilaria D’Amico, Pietro, tifa Inter. Il bimbo, cinque anni, è nato dalla relazione della giornalista con l’immobiliarista Rocco Attisani, anche lui cuore nerazzurro.

Lo ha raccontato Ilaria in occasione dell’inaugurazione del nuovo store Nespresso in Piazza Liberty a Milano, dove è stata punzecchiata dal tenore Andrea Bocelli: «Non ti farà piacere ma da toscano sono legato a questa città perché tifo Inter», le ha rivelato l’artista, come riporta Vanity Fair. E lei: «Anche mio figlio Pietro è nerazzurro. Ha un padre interista. E non sono i soli. Calciomane come sono, nel tifo ci sguazzo».

Pronta a volare a Barcellona per la sfida tra Juventus e Barcellona, Ilaria ha il tempo di rilasciare un’ultima battuta su come ha scoperto la sua vocazione professionale: «Che volessi studiare legge, l'ho capito presto, grazie a un'insegnante di diritto molto stimolante. Erano i tempi di Mani Pulite, l'ascesa del magistrato Antonio Di Pietro. Poi rimasi folgorata da una Lilli Gruber che diceva il telegiornale. E ho corretto il tiro».

Cover Media

giovedì 28 maggio 2015

Divorzio, giudice obbliga madre vegetariana a dare carne a figlio

Roma, 28 mag. (askanews) - Genitori divorziati, il padre amante di carni grigliate e hamburger, madre vegetariana: scoppia la lite sulla dieta del figlio e a decidere è stato il giudice, che ha imposto alla madre di servire al bambino bistecche almeno una volta a settimana.

Il caso è riportato dal quotidiano dell'Eco di Bergamo, che riferisce una vicenda di separazione avvenuta nella città. Dal lunedì al venerdì, con la madre che dal 2006 non mangia la carne e ha segue un regime macrobiotico, il piatto principe è il riso bollito. Nel weekend con papà, invece abbuffate in fast food o dalla nonna paterna, con polenta, salsicce e gorgonzola. La questione dalla tavola è arrivata sullo scranno di un giudice del Tribunale civile di Bergamo. I due genitori sono infatti divorziati, e le opposte diete hanno messo in mezzo il figlio dodicenne. Il padre dopo aver accusato la madre per la sua educazione alimentare imposta al figlio, ha deciso di far rimpinzare il bambino nel weekend con carne, latticini e dolci. Scatenando però l'ex moglie: "Il bambino tornava a casa con il mal di pancia". Così l'ex marito si rivolge al tribunale chiedendo che sia il giudice a decidere. A metà aprile - riferisce sempre il quotidiano l'eco di Bergamo - le parti raggiungono un accordo: la madre deve cucinare la carne per il figlio almeno una volta alla settimana, il padre non deve fargliela mangiare per più di due volte, nel weekend.(Segue)

Divorzio, giudice obbliga madre vegetariana a dare carne a figlio -2-

Roma, 28 mag. (askanews) - "E' la sconfitta della famiglia", ha commentato l'avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell'Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani, sottolineando che "il provvedimento con cui il Tribunale di Bergamo, nell'ambito di una procedura di divorzio, ha deciso la dieta alimentare di un minorenne, non ha precedenti". "Fino ad ora i giudici sono intervenuti per disciplinare l'affidamento dei figli, il loro mantenimento, le spese straordinarie ma ancora non si era deciso quante volte a settimana i figli dovessero mangiare bistecche, polenta o verdure", ha spiegato Gassani, proseguendo: "E' triste che due genitori debbano demandare ad un estraneo la decisione sull'alimentazione del figlio". E se per il matrimonialista - si ripropone la necessità di introdurre nelle procedure di separazione e divorzio la figura dello psicolo go-mediatore, "per evitare così l'eterna guerra dei Roses anche per futili motivi".

La realtà - ha concluso Gassani - è che "la legge attribuisce al giudice un ampio potere discrezionale per la decisione di tutte le questioni che riguardano i minori, senza limitazioni", e "non è peregrina l'ipotesi che in futuro sempre più scelte verranno affidate al giudice, ivi incluso il tipo di abbigliamento dei figli".

Un'eredità raccolta dal figlio Paolo, il cancro va tolto anche dalla mente

Milano, 28 mag. (AdnKronos Salute) - Non pazienti, ma persone. Da curare nel corpo ma soprattutto nell'anima, perché guarire 'l'involucro' non basta. E' il pilastro della medicina psicologica tanto cara a Umberto Veronesi, strategia rilanciata dall'oncologo in occasione dell''Ieo per le donne 2015' che si è svolto oggi a Milano. Un evento al quale lo scienziato che l'ha ideato 8 anni fa non ha potuto partecipare, consegnando comunque il suo messaggio a una nota per la stampa: "I trattamenti non devono più guarire la malattia dimenticando la persona. Ripeto che dovremmo abbandonare il termine 'paziente' - insiste - che indica un essere umano senza identità, che subisce passivamente. Non possiamo più immaginare di curare qualcuno senza sapere chi è, cosa pensa, qual è il suo progetto di vita. Senza dialogo non c'è cura", avverte l'ex ministro della Sanità.

Un monito che il fondatore dell'Istituto europeo di oncologia del capoluogo lombardo ha condensato nella 'medicina delle 5P': predittiva, preventiva, personalizzata, partecipativa e psicologica. Una 'P' in più rispetto alle classiche 4 codificate negli Usa . Insegnamento che diventa eredità: "La cura ottimale - conferma Roberto Orecchia, che dall'inizio di quest'anno ha raccolto il testimone da Veronesi, diventando direttore scientifico dell'Irccs di via Ripamonti - non è più soltanto quella che garantisce il miglior risultato oncologico immediato, bensì quella che procura anche il minor danno nel tempo alla persona che ha o ha avuto un tumore e si reinserisce in una vita affettiva, lavorativa e sociale. E parliamo di danno sia fisico che psicologico", puntualizza lo specialista in radioterapia.

E' il cancro al seno il focus dell'Ieo per le donne voluto da Veronesi con l'obiettivo di ascoltare e diffondere le testimonianze di chi vive la malattia sulla propria pelle: il big killer 'in rosa' colpisce un'italiana su 8, e si stima che oltre 520 mila abbiano alle spalle una diagnosi di questo tumore. "Riuniamo le nostre pazienti per capire se siamo riusciti a togliere il cancro dalla loro mente, oltre che dal loro corpo - afferma Paolo Veronesi, figlio di Umberto e direttore di Chirurgia senologica in Istituto - Quindi chiediamo loro di testimoniare cos'è successo dentro di loro e intorno a loro una volta dimesse dall'ospedale. Da parte nostra le informiamo su cosa facciamo per aiutarle ad affrontare e superare la malattia, non solo dal punto di vista oncologico".

Per rispondere ai bisogni del paziente-persona, l'Istituto europeo di oncologia ha attivato negli anni diversi servizi: dallo Spazio benessere come supporto per pazienti e familiari durante il percorso terapeutico in ospedale, al progetto 'Medici Ieo nella tua città' che porta gli specialisti sul territorio per evitare quando possibile trasferte impegnative ai malati, oltre a una serie di agevolazioni per gli eventuali trasferimenti all'Ieo.

Alessia Marcuzzi: il sogno di un terzo figlio

Alessia Marcuzzi: il sogno di un terzo figlio

Un terzo figlio? Per Alessia Marcuzzi, già madre di Tommaso, 13 anni (nato dalla relazione con Simone Inzaghi) e Mia, tre (avuta da Francesco Facchinetti) resta un grande sogno, ma difficile da realizzare nell’immediato.«I bambini sono la gioia più grande del mondo, ma per il momento non ci penso â€" ha spiegato su Chi -. I figli vanno seguiti. Tommaso sta vivendo l'adolescenza e la piccoletta sta scoprendo il mondo».

Fresca di nozze con Paolo Calabresi Marconi, sposato pochi mesi fa nella campagna britannica, Alessia non esclude comunque la possibilità e, nel frattempo, cerca di essere una mamma molto presente.

«Anche se non mi piace condurli sul set quando lavoro, credo sia destabilizzante â€" sottolinea -. Quindi mi organizzo con i miei genitori o con i loro papà. Cerco di condividere il più possibile con i padri dei miei figli».

A suo avviso, i suoi figli la considerano un po’ fuori dagli schemi. «Tommaso dice che sono una mamma pazzerella. Mia ha imparato e canta con me tutte le canzoni di Bruno Mars, dei Coldplay e di Jamiroquai».

Per quanto possa essere poco ortodossa, su certe regole Ale non transige: «Sono severa sugli orari dei pasti e del sonno, ma più morbida su altro: per esempio possono fare il bagno nell’acqua gelata». E persino dormire nel lettone, «anche se Tommaso è 1 metro e 90 e ha il 47 di piede. Dormire con lui significa morire sotto le sue gambe».

Cover Media

martedì 26 maggio 2015

Rai1: Torto o ragione?, bambini da proteggere

Roma, 26 mag. (askanews) - Nella puntata di Torto o ragione? di mercoledì 27 maggio, su Rai1 alle 15, Monica Leofreddi tratterà un caso delicato.

Carlo ha lasciato la moglie quando Matteo aveva solo sette anni e nonostante si sia preso cura della famiglia dal punto di vista economico, Matteo lo accusa di essere stato un pessimo padre, freddo, anaffettivo e lungamente assente. Per dieci anni interrompono i rapporti a seguito del trasferimento di Carlo all'estero e quando, qualche mese fa, l'uomo torna in Italia, Matteo lo riaccoglie in famiglia, facendogli conoscere i suoi due figli, nati durante l'assenza del padre. L'armonia sembra finalmente ristabilita quando Carlo mette al corrente il figlio della sua omosessualità e del suo desiderio di cambiare sesso. Matteo, per proteggere i suoi figli ancora bambini da una verità che teme possa pregiudicare la loro crescita serena ed equilibrata, decide di troncare definitivamente i rapporti con il padre, ma lui si rivolge al tribunale di Rai1 per ottenere di continuare a frequentare i suoi nipoti.

Gli ospiti in studio saranno Alessandro Cecchi Paone, Roberta Lanfranchi e il professor Massimo Di Giannantonio.

Aggressioni con acido, mamma Boettcher: Alex e Martina avranno bambino, siate sensibili

Milano, 27 mag. (LaPresse) - "Fra qualche mese nascerà un bambino e come tutti i bambini è sacro e nascerà senza alcuna colpa. Voglio rivolgere un appello a voi giornalisti affinché mostriate il massimo rispetto e la massima sensibilità nei confronti di questa creatura che deve nascere". Con queste parole Patrizia Ravasi, la mamma di Alexander Boettcher ha chiesto ai molti giornalisti in attesa fuori dall'aula della nona sezione penale, dov'è in corso un'udienza a porte chiuse del processo a carico del figlio e dell'amante Martina Levato, accusati di aver aggredito con l'acido il 22enne Pietro Barbini, di fare un passo indietro quando nascerà il figlio della coppia, in carcere a San Vittore dal 28 dicembre scorso.

"Vi prego - ha aggiunto - nel momento in cui mio nipote nascerà siate sensibili d protettivi come lo sarebbe una madre". Nel frattempo in aula, davanti al collegio presieduto da Anna Introini, i periti nominati dal Tribunale hanno illustrato l'esito della perizia psichiatrica che ha stabilito che i due giovani Quando hanno aggredito Barbini avevano piena capacita di intendere e di volere. Dopo una serie di eccezioni sollevate dalle difese, ha preso il via la requisitoria del pm Marcello Musso. Questa mattina, inoltre, la difesa di Boettcher ha chiesto l'annullamento della perizia psichiatrica e ulteriori accertamenti sui tabulati telefonici dei due ragazzi.

Agli atti del processo è stata anche depositata l'ordinanza di custodia cautelare nella quale il gip Giuseppe Gennari ha riconosciuto per la coppia dell'acido e il presunto complice Andrea Magnani l'associazione a delinquere per altre due aggressioni con l'acido messe a segni nel novembre scorso.

Stefano Accorsi: «Il piccolo principe è per tutti i bambini»

Stefano Accorsi: «Il piccolo principe è per tutti i bambini»

Stefano Accorsi nei giorni scorsi ha fatto tappa al festival di Cannes, dove ha presenziato alla première del film di animazione tratto dal classico di Saint-Exupery «Il piccolo principe», cui l’attore bolognese ha dato la voce insieme ai colleghi doppiatori Alessandro Siani e Pif.

«Entrare a far parte del progetto è stata una grande emozione â€" ha raccontato Stefano a Repubblica -. Più per il fatto che sia un libro famosissimo, proprio perché anch’io a 12, 13 anni lo lessi per la prima volta e mi fece scoprire la Potenza del libro, quante cose ci possano essere all’interno di quest’oggetto grande pochi centimetri, quante esperienze di vita, quanti spunti per capire te stesso, gli altri e la vita stessa».

«L’ho riletto altre volte, nel tempo, ce l’ho spesso in testa â€" ha aggiunto -. È un libro che, appena avranno l’età, senz’altro leggerò ai miei figli».

Accorsi dà voce al personaggio della volpe. «È meravi glioso perché in poco tempo e con poche parole parla di cose importantissime, di amicizia, amore, dell’importanza del tempo che si dedica a un’altra persona e di come quella persona diventi, grazie a questo, unica, anche se poi ci dovrà lasciare».

Un libro, «Il piccolo principe», che Accorsi regalerebbe «a tutti i bambini del mondo. Penso che dia grande dignità ai bambini, al fatto di essere bambini. Oggi i piccoli sono sottoposti a ritmi di vita frenetici, mentre hanno bisogno di tempo libero, in cui non fanno niente. Questo film potrà ricordare che ogni tanto i bambini possono annoiarsi un po’».

Cover Media

B.B. King: avvelenato secondo le figlie

B.B. King: avvelenato secondo le figlie

Torna a riaprirsi il caso di B.B. King, morto lo scorso 14 maggio all’età di 89 anni mentre si trovava nella sua abitazione di Las Vegas, in Nevada.

Al momento del decesso nessun membro della famiglia si trovava lì con lui, e nonostante i medici abbiano attribuito la morte ad una serie di piccoli ictus causati dal diabete di cui il divo soffriva, le due figlie Patty King e Karen Williams non sono affatto convinte che le cose siano andate in questo modo.

«Crediamo che nostro padre sia stato avvelenato, che gli siano state somministrate sostanze estranee. Crediamo che sia stato ucciso», hanno scritto le due sorelle in una deposizione ufficiale diffusa dal loro avvocato Larissa Drohobyczer e pubblicata dall’Associated Press.

Nei documenti Patty sostiene inoltre di aver visto l’assistente personale del padre, Myron Johnson, mentre somministrava al musicista alcune gocce di una sostanza sconosciuta, mai identificata nemmeno dalla manage r di lunga data LaVerne Toney. La famiglia ha inoltre fatto notare come Toney avesse impedito a tutti di vedere B.B. nel periodo immediatamente precedente alla sua morte.

Il Dipartimento di Polizia di Las Vegas sta attualmente investigando il caso, ma per il momento non sono noti ulteriori dettagli.

Quel che è certo è che i figli del divo sono decisi ad opporsi alla nomina di LaVerne come unica esecutrice del testamento.

«In questo momento la famiglia è molto unita, intende escludere Toney sulla base della sua condotta illegale ed evidente conflitto d’interessi», ha fatto sapere la Drohobyczer, che dei 15 figli di B.B. King ne rappresenta almeno nove.

Un’autopsia è stata portata a termine sul corpo del divo la scorsa domenica, e i risultati saranno disponibili tra circa due mesi.

I funerali si terranno sabato prossimo a Indianola, nel Mississippi, città natale del musicista.

Cover Media

domenica 24 maggio 2015

Melissa Satta: «Un figlio? Non subito»

Melissa Satta: «Un figlio? Non subito»

Special guest per Magnum a Roma, Melissa Satta si presenta sola, senza Maddox il figlio avuto dal calciatore Kevin-Prince Boateng.

Protagonista della serata pensata dallo chef Filippo La Mantia, Melissa ribadisce la sua posizione sulla spiacevole vicenda calcistica che ha travolto il quasi marito, licenziato in tronco dalla squadra tedesca Schalke 04.

««Lui non ha bisogno di avvocati difensori», riporta Vanity Fair.

«Il mio uomo non è un bad boy come certa stampa lo ha descritto», aveva rimesso già le cose a posto in un'intervista. «Siamo più uniti che mai, gli resterò accanto nel bene e nel male», tronca secca parlando poi più volentieri del figlio

«Mi ha insegnato la responsabilità, non tiro più tardi alle feste, è una fatica, ma una fatica bella, spesso non ti basta il tempo per stargli dietro, ti riempie di preoccupazioni, ma è tutta la mia vita». Lo porta allo stadio? «In Germania sì, ma lì sono più attrezza ti, c'è addirittura un asilo per i bambini. Qui no, non è sicuro, avrei paura». E un fratellino in progetto? «C'è. Ma non immediatamente».

Cover Media

sabato 23 maggio 2015

Torino, 3 maestre asilo denunciate per maltrattamenti su bambini

Torino, 23 mag. (LaPresse) - I carabinieri della Tenenza di Settimo Torinese, in provincia di Torino, hanno denunciato in stato di libertà, tre maestre di una sezione di un asilo nido comunale, per maltrattamenti. In 6 mesi di indagini, sotto la direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ivrea, si è scoperto che le insegnati avevano creato, nella loro sezione, un clima di paura e stress dovuto all'uso improprio di rimproveri verbali, strattonamenti e, in alcuni casi, di percosse.

A segnalare gli episodi di violenza fisica e psicologica sono stati alcuni genitori che hanno notato, nei figli, significative modifiche nei comportamenti. Le indagini sono ancora in corso. Le tre maestre risultano indagate.

venerdì 22 maggio 2015

Veltroni lunedì con "I bambini sanno" nel circuito Uci

Roma, 22 mag. (askanews) - Lunedì 25 maggio in 42 multisale UCI Cinemas continua "Essai - rassegna di cinema d'autore", l'appuntamento settimanale del Circuito UCI pensato per tutti gli amanti dei film di qualità.

Questa settimana il protagonista della rassegna è "I Bambini Sanno", film diretto da Walter Veltroni, distribuito da Bim Distribuzione.

Il prezzo del biglietto per assistere alle proiezioni dei film in rassegna, che saranno proposti ogni lunedì in un doppio spettacolo alle 18 e alle 21, è di 5 euro.

giovedì 21 maggio 2015

Salute: diabete in gravidanza? Più rischi se si aspetta un maschio

Roma, 21 mag. (AdnKronos Salute) - Il sesso di un bambino non ancora nato può influenzare il rischio della madre di sviluppare il diabete gestazionale o quello di tipo 2 più tardi nella vita, secondo un nuovo studio pubblicato sul 'Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism'. In particolare, sarebbero più in pericolo le donne che aspettano un maschietto, assicurano i risultati ottenuti dal team di scienziati della Università di Toronto (Canada).

Il diabete gestazionale si verifica quando una donna incinta ha livelli più elevati di glucosio o di zucchero nel sangue rispetto al normale. Le gestanti che incappano in questo disturbo, ben il 9% secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie americani (Cdc), hanno poi un rischio maggiore di sviluppare il diabete di tipo 2 in futuro. "Si pensa che il diabete gestazionale si verifichi a causa di una combinazione di anomalie metaboliche nella madre e di cambiamenti temporanei che avvengono durante la gravidanza", evidenzia uno degli autori dello studio, Baiju Shah. "I nostri risultati suggeriscono che il feto di sesso maschile provoca maggiori cambiamenti metabolici rispetto a un feto di sesso femminile".

Nella ricerca sono stati analizzati i tassi di casi di diabete tra quasi 643 mila donne che hanno partorito il loro primo figlio, tra aprile 2000 e marzo 2010. Oltre ad aver scoperto che le donne che aspettano un bimbo hanno maggiori probabilità di sviluppare il diabete gestazionale, gli esperti hanno anche messo in evidenza che le donne in cui si manifesta la malattia pur aspettando una femmina sono poi a più alto rischio di diagnosi di diabete di tipo 2 dopo la gravidanza.

Ciò suggerisce che queste pazienti avevano anomalie metaboliche sottostanti più gravi, che le hanno rese più suscettibili al diabete gestazionale, anche senza l'effetto 'aggiunto' di un feto di sesso maschile. "Questo studio - concludono gli autori - suggerisce che il bambino può aiutarci a capire meglio la salute della madre e ad aiutare a prevedere i rischi di malattie future".

mercoledì 20 maggio 2015

Salute: carenza di iodio, 1 bimbo su 5 con il 'gozzo'

Roma, 20 mag. (AdnKronos Salute) - Non è solo un problema da grandi. In Italia si ammalano di gozzo - malattia legata alla carenza di iodio - circa 6 milioni di persone, più del 10% della popolazione. Ma fra i giovanissimi ne viene colpito almeno il 20%, dunque uno su cinque. Questo perché durante la pubertà c'è un incremento fisiologico della tiroide, e se in quel momento si verificano una carenza o un danno autoimmune, la tiroide diviene ipertrofica. Secondo le stime, inoltre, un neonato su 2-3 mila nasce con una forma di malattia tiroidea. In occasione della settimana mondiale della tiroide - dal 18 al 25 maggio - gli esperti del Bambino Gesù fanno il punto sulla carenza nutrizionale di iodio.

"Il fabbisogno di iodio è particolarmente elevato per le donne in gravidanza e per i bambini" spiega Marco Cappa, responsabile di Endocrinologia del Bambino Gesù. La tiroide è una ghiandola endocrina a forma di farfalla, posta al livello dell'osso ioide, nella regione anteriore del collo. Svolge la funzione di assimilare lo iodio presente negli alimenti, nell’acqua, nel mare, e di elaborarlo, producendo due ormoni essenziali per l’organismo: FT4 e FT3. Questi ormoni svolgono funzioni vitali e la loro assenza, o carenza, può comportare gravi danni per il soggetto: alterazione del sistema nervoso centrale, ripercussioni a livello cardiaco, sono solo alcuni dei problemi che possono scaturire dall’assenza di questi ormoni. La tiroide è quindi un organo vitale, il cui mal funzionamento determina seri problemi di crescita e di sviluppo.

Lo iodio è un micronutriente essenziale per il corretto funzionamento della tiroide: è il costituente principale degli ormoni tiroidei. La carenza di iodio è la causa principale del gozzo, cioè di un aumento delle dimensioni della tiroide, della formazione di noduli e di molti altri effetti dannosi sulla salute, indicati nel loro insieme come disturbi da carenza iodica. Inoltre, la carenza di iodio può provocare gravi deficit cognitivi e psicomotori.

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che un'assunzione insufficiente di questa preziosa sostanza da parte delle donne in gravidanza, dei neonati e dei soggetti in età evolutiva può indurre nei bambini un deficit intellettivo. La iodio-profilassi impedisce alla tiroide del soggetto predisposto di ammalarsi. Purtroppo però "le quantità di iodio presenti nella maggior parte dei cibi e bevande sono basse, in quanto gli eventi climatici verificatisi nelle diverse ere geologiche hanno reso questo elemento scarso in vaste aree del pianeta", spiegano i pediatri. La carenza di iodio colpisce non solo le aree montane, ma anche le regioni pianeggianti e costiere. "In Italia la quantità di iodio presente negli alimenti è molto bassa".

"La somministrazione abituale di sale iodato consente di raggiungere la quota minima di iodio che il soggetto dovrebbe assumere giornalmente (contiene circa trenta volte la quantità di iodio presente nel sale essiccato) - prosegue Cappa - Particolarmente sensibile al difetto di questo micronutriente è il cervello in età fetale e neonatale, che ha uno sviluppo incompleto in condizioni di carenza iodica. Durante la gravidanza il fabbisogno di iodio aumenta, passando da 100-150 microgrammi al giorno a circa 200-250 microgrammi giornalieri".

"Questo aumento è dovuto sia a una perdita renale di iodio legata alla maggiore diuresi, tipica della gravidanza, sia all’esigenza di aumentare la sintesi ormonale da parte della tiroide materna, indispensabile per il corretto sviluppo della placenta e del feto. Anche durante l’allattamento - conclude - è necessario che la madre fornisca un’adeguata quantità di iodio al neonato in modo da assicurargli una normale funzione tiroidea durante questa fase della vita".

martedì 19 maggio 2015

Francesco Sàrcina: il nuovo album è 'Femmina', come la figlia in arrivo

Roma, 19 mag. (AdnKronos) - A quasi due anni dall’esordio come solista, il nuovo album di Francesco Sàrcina è 'Femmina', come la figlia che sta aspettando dalla compagna. Disponibile da oggi nei digital store e sulle piattaforme streaming, il disco, composto da 11 inediti, segna un nuovo percorso per l'artista: arrangiatore e autore dei brani da sempre, questa volta Francesco si mette in gioco anche come interprete di alcuni testi accuratamente scelti e curati da lui e nati dalla collaborazione con alcuni giovani talenti. 'Femmina' è un disco 'tailor made', pensato con Francesco al centro, in una veste nuova che, però, mantiene sempre il suo personale stile.

“È un disco pop, molto contemporaneo, dal sound internazionale â€" racconta lo stesso Sàrcina â€" che ha come filo conduttore le melodie senza tempo che da sempre mi contraddistinguono”. Nell’album si trova un universo strumentale molto “ruvido”, uno più elettronico e uno più orchestrale. Il canto è molto più profondo e c’è grande spazio per tonalità diverse che colorano questi nuovi brani, rendendoli perfettamente organici alle nuove sonorità.

Il disco si apre con la title-track 'Femmina', uscita il 24 aprile. Un pezzo nato dalla vena cantautorale a tinte forti di Francesco, che raccoglie le coordinate del suo linguaggio e le fa confluire in una canzone tutta “suonata” e caratterizzata da reef di chitarra alla “Sàrcina” e loop elettronici. Parte della scrittura della musica vede la partecipazione di un giovane cantautore dalla vena artistica già inconfondibile, Ermal Meta, con il supporto dei produttori Fabrizio Ferraguzzo e Roberto Cardelli.

Per 'Ossigeno', il pezzo più internazionale del disco, Sàrcina si presta invece come puro interprete. Scritta e composta da Kevin Kadish (già autore, produttore e arrangiatore di Meghan Trainor e Miley Cyrus), Audra Mae, Nick Monson (autore, produttore e arrangiatore di Lady Gaga e Nick Jonas) e adattata in italiano da Ermal Meta, questa canzone è la più 'up' della tracklist, caratterizzata da sonorità forti e da un beat in stile newyorchese.

'Come sei', brano che da un giro armonico classico strizza poi l’occhio alla psichedelia, ed è il “secondo tempo” della traccia precedente, 'Vai pensiero vai': una storia rubata in un bar di notte, con cui Francesco racconta di un’anima inquieta che non trova pace a causa della propria insicurezza.

Il disco contiene ancora un brano scritto da Sàrcina in collaborazione con Ermal Meta: 'Benvenuta nel mondo', pezzo intimista, tra i più poetici del disco, dedicato alla figlia che Francesco e la sua compagna stanno aspettando. Con Renato Mordenti, invece, Sàrcina firma 'Se tu', il brano che più rappresenta il romanticismo di questo disco. 'Un miracolo', scritta e composta da Antonio Filippetti, Fabrizio Ferraguzzo ed Ermal Meta, è una ballad che racconta di un padre che parla ad un figlio già cresciuto per spiegargli che miracolo è l’Amore. Come da tradizione, il brano preferito da Sàrcina chiude il disco: 'Inesauribile', scritta e composta da Francesco, è l’ultima traccia di 'Femmina'.

Femmina è stato prodotto e arrangiato da Fabrizio Ferraguzzo, Roberto Cardelli ed Ermal Meta, registrato da Renato Romano presso il Massive Arts Studio di Milano e da Enrico La Falce presso li BoomBox Studio di Milano, e masterizzato da Antonio Baglio presso Antonio Baglio Mastering Studio di Milano.

Nel disco hanno suonato Francesco Sàrcina (Chitarre Elettriche), Fabrizio Ferraguzzo (Chitarre acustiche ed elettriche), Roberto Cardelli (Pianoforte, Organo Hammond, Fender Rodhes, Synth e Keyboard), Andrea Polidori (Batteria), Lucio Fasino (Basso), Donato Romano (Percussioni e Programmazioni), Max Elli (Chitarre elettriche ed acustiche su “Ossigeno” e “Se Tu”), Ermal Meta (Backing Vocals). Gli archi sono stati scritti e diretti da Giovanni Maria Lori, ad eccezione di "Miele" e "Non Ti Basta Mai" scritti, invece, da Ermal Meta e registrati presso il Rec Studio di Torino. Giovanni Gastel firma le foto del booklet.

'Femmina' è un nuovo traguardo per il cantautore: dopo l’esordio da solista, nel 2013, con 'Tutta la notte' e 'Odio le Stelle'; il successo di pubblico ottenuto a Sanremo 2014 con il brano 'Nel tuo sorriso' e l’album 'Io', torna con un nuovo progetto, mostrando la sua raggiunta maturità artistica, che non ha più necessità di nascondere la vena più sensibile e romantica.

Pediatria: l'esperto, fine anno ansiogena per bambini e adolescenti

Roma, 19 mag. (AdnKronos Salute) - Tra scioperi, scontri e minacce di blocco degli scrutini "la fine dell'anno scolastico sarà ansiogena per gli alunni, soprattutto i più piccoli e quelli che dovranno fare gli esami. L'incertezza e gli scontri degli adulti sulla 'Buona Scuola', insomma, finiranno per pesare proprio su quelli che dovrebbero essere i protagonisti del sistema scolastico: gli alunni. E non mi sembra finora che qualcuno abbia tenuto conto dei loro timori, delle loro preoccupazioni e delle loro ansie. Ecco perché il mio invito è a guardare la scuola con gli occhi dei bambini". A intervenire, alla vigilia del voto finale sul ddl Buona Scuola è il pediatra di Milano Italo Farnetani, che sottolinea l'effetto degli scontri sullo stato d'animo dei ragazzini.

"Non voglio entrare nel merito delle questioni, ma solo ricordare che la scuola, le pagelle, i voti hanno un ruolo centrale per la vita dei giovanissimi. Ancora una volta - dice all'Adnkronos Salute il pediatra - ci troviamo con un mondo progettato dagli adulti per gli adulti, in cui tutti gridano le proprie reazioni e nessuno si ferma a pensare al punto di vista di bambini e adolescenti, che in questi mesi in classe hanno investito tanto. Vedere gli adulti scontrarsi su temi come ad esempio i test Invalsi, e poi trovarsi a doverli fare, è destabilizzante per gli alunni, specie per i più piccoli. Ecco perché sarebbe bene che 'i grandi' abbassassero i toni, anche per non perdere autorevolezza".

Certo, la questione degli Invalsi è delicata, "ma lo è anche il fatto che una scuola moderna dovrebbe rispettare finalmente i tempi dei bambini".

Il pediatra, dal canto suo, non nasconde alcune perplessità sui test Invalsi: quelli per i ragazzini "di terza media non permettono di scattare una fotografia oggettiva del livello di preparazione. Inoltre vengono favorite le piccole 'allodole', quei bambini che vanno a letto presto e si svegliano all'alba senza fatica, rispetto ai 'gufi', che alla mattina impiegano più tempo per carburare", osserva Farnetani che da tempo si batte perché la scuola tenga conto dei ritmi biologici dei piccoli.

Secondo l'esperto, dunque, le prove per l'accertamento dei livelli generali e specifici di apprendimento in italiano e in matematica degli studenti dovrebbero essere "più rispettose della cronobiologia e quindi dei ritmi naturali dei ragazzi". Infatti, "ormai grazie agli studi e alle ricerche sappiamo che il momento in cui è più attiva la memoria a breve termine, e dunque è opportuno programmare i compiti in classe, va dalle 11 alle 13. Fino alle 10, in media, l'alunno si sta ancora svegliando. Bisognerebbe tenerne conto quando si programmano i test, ma anche quando si studiano i calendari delle lezioni".

Secondo il pediatra, se l'organizzazione delle prove Invalsi "non è su misura per i ragazzi", anche i ritmi scolastici non lo sono. "Se vogliamo davvero una buona scuola, sarebbe ora di sfruttare le conoscenze scientifiche per 'disegnare' degli orari di lezioni, compiti in classe, educazione fisica e interrogazioni tali da consentire agli alunni di dare davvero il massimo", conclude.

Rai1: a Torto o Ragione un bambino diviso dal fratello

Roma, 19 mag. (askanews) - A sfidare la macchina della verità di Torto o ragione? di mercoledì 20 maggio, alle 14.05, su Rai1, sarà il consorte di una "casalinga perfetta" per verificare se davvero la moglie ridimensionerà la sua mania per l'ordine e la pulizia della casa.

In studio invece, nel segmento - Il verdetto finale-, a partire dalle 14.40, l'ospite di Monica Leofreddi sarà Fabrizio che non ha mai accettato Letizia, la donna che il papà Francesco ha sposato dopo essere rimasto vedovo, eppure ha sempre avuto un ottimo rapporto con Giuseppe, il fratellastro nato da questa unione 10 anni fa. Ma da quando Letizia e Francesco sono morti tragicamente e Giuseppe è stato affidato alla nonna materna Maria, Fabrizio non riesce più ad incontrare il fratellino. È nonna Maria che glielo impedisce temendo che Fabrizio, tuttora rancoroso nei confronti di Letizia, possa parlare male della madre al piccolo Giuseppe. Gli ospiti in studio saranno Sandra Milo, lo psichiatra Domenico Mazzullo e Donatella Miliani.

Rai2: a Medicina33 si parla di bambini

Roma, 19 mag. (askanews) - Inizierà parlando di uno studio sul cervello dei bambini la puntata di "Medicina33", il programma di divulgazione medica di Stefano Marroni, a cura di Laura Berti, in onda mercoledì 20 maggio, alle 13.50, su Rai2. I risultati di una ricerca svolta dai neurobiologi americani della Columbia University hanno dimostrato che la crescita dell'area del cervello dove si sviluppano il linguaggio, la capacità di lettura e l'attenzione, è, in qualche modo, correlata allo status sociale delle famiglie. Risultati originali, che prestandosi a polemiche dovranno essere confermati da altri studi nel resto del mondo.

A seguire, un servizio sull'anisakis. Parassita che normalmente si trova nelle interiora dei pesci, ma che può arrivare nelle parti commestibili e da lì, in rari casi, nell'organismo umano con conseguenze per la salute. Per evitare i rischi le indicazioni sono semplici: cuocere o congelare il pesce. Infine, intervista in studio con Andrea Cusumano, professore di oftalmologia presso l'Università di Tor Vergata di Roma per parlare di occhi e sole. Con l'arrivo della bella stagione non si vede l'ora di potersi mettere al sole, ma bisogna fare attenzione ai danni che possono riportare i nostri occhi. Quali i rischi e come potersi proteggere.

Napoli, spara sui vicini: ferisce 8 persone, tra cui 3 bambini

Napoli, 19 mag. (LaPresse) - Il personale dell'Arma dei carabinieri e della polizia ha arrestato a Campobasso M.C., 76enne, ex guardia giurata, incensurato. L'uomo, nel corso della nottata, utilizzando un fucile da caccia legalmente detenuto, aveva esploso 6 colpi di fucile a pallini dal balcone della propria abitazione di Afragola (Napoli) contro alcuni condomini, ferendone lievemente 8, di cui 3 minori di 16, 11 e 7 anni. La cattura del 76enne, fuggito subito dopo la sparatoria con la propria auto portando con sè l'arma del delitto, è avvenuta al termine di un'attività info-investigativa condotta dalla compagnia carabinieri di Casoria (Na) e dal commissariato di polizia di Afragola (Na), con la collaborazione nella fase conclusiva della squadra mobile e del reparto operativo di Campobasso. L'uomo è stato accusato di tentato omicidio aggravato plurimo e s arà ristretto nel carcere di Campobasso.

LA SCINTILLA: IL CANCELLO DEL CONDOMINIO LASCIATO APERTO. Stando alle indagini, la sparatoria sarebbe stata innescata da pregressi dissapori esistenti tra i condomini e inerenti a questioni di parcheggio nell'area condominiale. La scintilla sarebbe stata la leggerezza commessa da alcune delle vittime di non avere chiuso il cancello della corte al loro rientro, intorno all'una di notte.

All'uomo sono stati sequestrati 1 fucile Franchi calibro 12 con un colpo in canna, 10 cartucce e una piccola mannaia. Alcuni dei feriti sono stati dimessi dopo le prime cure con lesioni guaribili in dieci giorni.

lunedì 18 maggio 2015

Il numero 1 del tennis a Milano, Djokovic gioca coi bimbi - VIDEO

Milano, 18 mag. (askanews) - Numero uno al mondo si diventa anche stando attenti a cosa si mangia, parola di Novak Djokovic. All'indomani del quarto titolo conquistato agli Internazionali d'Italia di tennis a Roma, Nola è arrivato a Milano per un evento in occasione dell'Expo 2015, ha palleggiato con alcune decine di giovanissimi sotto il grattacielo della regione per spiegare loro l'importanza di fare sport per il benessere fisico e non solo.

"Il motivo di questo evento è presentare ai bambini l'importanza del fair play, dello sport, di una alimentazione sana, di un approccio olistico nella vita. E' importante fare sport a livello giovanile e mi sono divertito tanto sul campo".

La dieta di Novak è gluten-free, in quanto gli è stata riscontrata una forte intolleranza al grano e anche senza latticini. In gara si fa forza con un alimento antico.

"Mangio datteri o frutta secca che mi dà zuccheri buoni che mantengono il livello di energia per tanto tempo"

Nella sua dieta tantissimi, legumi, frutta e proteine, ma non bisogna essere estremisti, continua Nola, che solo raramente si concede una piccola trasgressione. Un pezzo di cioccolato nero fondente dopo aver battuto Rafa Nadal agli Australian Open.

Video su askanews.it

Tennis: Djokovic palleggia a Milano con decine di bambini

Tennis: Djokovic palleggia a Milano con decine di bambiniRoma, 18 mag. (askanews) - Giornata da ricordare per decine di bambini milanesi che hanno palleggiato stamane in piazza Città di Lombardia con Nole Djokovic. Fresco del trionfo a Roma ottenuto ieri nella finale degli Internazionali, il tennista serbo ha dato spettacolo sotto il grattacielo della Regione, che ha organizzato l'evento in occasione dell'Expo 2015. "Spero di portarvi l'importanza di fare sport per il benessere fisico e non solo" ha detto Djokovic che poi ha scherzato nuovamente sul l'incidente di ieri che poteva costargli caro quando il tappo della bottiglia di champagne lo ha colpito al volto. "Alla fine sono stato fortunato che il tappo non mi ha preso un occhio e oggi ho potuto essere qui. La verità è che non sono abituato, non bevo champagne".

sabato 16 maggio 2015

Tivoli, 49enne accoltella moglie e figlia: entrambe in ospedale

Roma, 16 mag. (LaPresse) - Un 49enne italiano ha accoltellato la moglie e la figlia piccola, questa mattina all'alba, nella loro casa. Le due sono state portate in ospedale e, riferiscono dalla questura di Roma, non sono in pericolo di vita. L'uomo è stato arrestato per duplice tentato omicidio e lesioni.

venerdì 15 maggio 2015

Rai Eri: Salone del Libro, Maradona - il sogno di un bambino -2-

Roma, 15 mag. (askanews) - La biografia è arricchita dai ricordi dello stesso Maradona e da quelli di due amici degli anni vissuti in Italia: il compagno di squadra Ciro Ferrara, e Gianni Minà, che lo ha seguito in tutte le fasi importanti.

Ma potrebbe esserci, oggi, un nuovo Maradona? Per Ciro Ferrara è escluso: "Oggi nessuno potrebbe condurre quel tipo di vita e ottenere i risultati che ha ottenuto lui. E se facesse l'allenatore, farebbe capire che c'è bisogno di una vita totalmente diversa".

Rai Eri: Salone del Libro, Maradona - il sogno di un bambino

Roma, 15 mag. (askanews) - Di Maradona ha gli stessi orecchini, gli stessi tatuaggi, gli stessi orologi. E lo imita pure alla perfezione. Quella di Stefano Ceci con Diego Armando Maradona è qualcosa di più di una semplice amicizia. "Tutti i bambini vogliono conoscere il proprio idolo, ma viverci in simbiosi è tutta un'altra cosa" - sintetizza l'ex campione di Napoli e Juve, Ciro Ferrara, presentando con Ceci, allo stand Rai, "Maradona - Il sogno di un bambino", il libro edito da Rai Eri che racconta un rapporto nato quando Stefano era poco più di un bambino. E anche il "pibe de oro" ha voluto essere presente, con un videomessaggio dedicato all'amico: "Lui è stato - conferma Diego - vicino a me e racconta quello che ha vissuto con me, senza intermediari, conosce il Maradona grande e il Maradona piccolo, il Maradona che piange e il Maradona che sorride, i l Maradona che a volte vuole risolvere il mondo e quasi non risolve se stesso. È un libro che non si può non leggere quando, invece, si scrivono tante bugie".

Stefano è un bambino che, mentre i suoi compagni praticavano un po' di sport, studiava ogni mossa del grande campione argentino fino a diventarne non solo amico ma assistente personale, condividendone le gioie ma anche i giorni della tossicodipendenza, della malattia e delle cure a Cuba. "Erano brutti momenti - ricorda Stefano - e avevo due strade: o chiudevo la porta e lasciavo svanire il mio sogno o stavo con lui, condividendo quella che è stata la sua vita in tutto. Ed è quello che ho fatto". (Segue)

California, primo ok a norma che vieta la scuola ai bambini non vaccinati

Roma, 15 mag. (AdnKronos Salute) - Primo via libera in California a un disegno di legge destinato a far discutere: esclude la possibilità per i genitori di scegliere se vaccinare o meno i figli in età scolare sulla base delle loro convinzioni personali. Il provvedimento, approvato dal Senato e ora in discussione all'Assemblea generale dello Stato americano, consente di esonerare i piccoli dalla vaccinazione solo a causa di problemi medici certificati, come ad esempio un sistema immunitario indebolito.

La normativa SB 277 - riporta il 'Los Angeles Times' - mira ad "aumentare i tassi di copertura in modo che nessuno soffra di malattie prevenibili attraverso l'immunizzazione", ha detto il senatore Benjamin Allen, co-firmatario con il collega Richard Pan.

A oggi più di 13.500 studenti della scuola materna in California hanno rinunciato alla vaccinazione sulla base di convinzioni personali dei loro genitori. Il disegno di legge richiede che i bambini vengano vaccinati prima di accedere all'asilo e consente due alternative: far studiare i propri bambini a casa o con programmi di studio indipendenti. Alcuni critici del testo dicono che i decisori politici sarebbero stati indebitamente influenzati dall'industria farmaceutica che produce vaccini.

Con 'Il secondo figlio di Dio', Simone Cristicchi torna a calcare il palcoscenico di Roma

Roma, 15 mag. (AdnKronos) - Farà sicuramente parlare, discutere e pensare, magari susciterà qualche polemica. Simone Cristicchi torna domani sul palcoscenico del Teatro Tor Bella Monaca di Roma per il debutto nazionale dello studio del suo nuovo spettacolo 'Il secondo figlio di Dio', con cui sarà in scena anche domenica, e che presenterà ufficialmente il 10 agosto in cima al Monte Labbro, vicino al Monte Amiata. Lo racconta lo stesso artista all'Adnkronos: "Questo è un esperimento che faccio davanti al pubblico del Teatro di Tor Bella Monaca, che è abituato ormai alle mie incursioni. Dopo 'Mio nonno è morto in guerra' e 'Secondo me', torno a Roma con uno studio ispirato alla straordinaria vicenda realmente accaduta di David Lazzaretti, (1834-1878), un predicatore italiano che operò nella Toscana del XIX secolo, e in particolare nella zona di Arcidosso e del Monte Amiata".

"Non è un debutto vero e proprio ma un'anteprima di uno spettacolo da costruire e che presenterò il 10 agosto in cima al Monte Labbro, dove Lazzaretti aveva costruito, come la chiamava lui, la 'nuova Sion' - continua Cristicchi - Oggi rimangono solo rovine delle abitazioni, ma mi piace l'idea di debuttare proprio nel luogo dove si svolsero i fatti".

A causa delle sue numerose visioni e per la sua tragica fine, Lazzaretti viene ricordato ancora oggi come il 'Cristo dell'Amiata' o il 'Profeta di Arcidosso': "La storia di Lazzaretti è una storia incredibile avvenuta a fine 800 - spiega l'artista - era un umile carrozziere che venne folgorato da alcune visioni mistiche che convertirono anche diversi cittadini che credevano fosse il figlio di Dio, e nel 1878 si autoproclamò 'Gesù Cristo in Terra'. Quella di Lazzaretti è una vicenda che racchiude in sé il dramma di un'epoca dove i poveri erano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi, un po' come oggi".

"Tra la popolazione di quelle montagne, Lazzaretti raccolse numerosi seguaci in breve tempo, predicando una sorta di proto-socialismo - continua Cristicchi - un'idea di comunità dei poveri che metteva insieme tutto con fatica, una comunità che si rese autonoma con 4000 seguaci. Il suo sogno però fu spento da una pallottola e finì nel sangue a causa di un bersagliere gli sparò durante una processione; Lazzaretti morì, ma la sua morte generò un vero e proprio culto nei confronti di quest'uomo e ancora oggi ci sono persone che si rifanno ai suoi insegnamenti".

Nell'Ottocento, la comunità di Lazzaretti, soprannominata 'Giurisdavidica', assunse presto i caratteri di un socialismo utopistico e presto l'attività di Lazzaretti e dei suoi proseliti mise in allarme la Chiesa cattolica, che nel 1878 lo condannò per eresia, scomunicandolo e mettendo all'Indice i suoi testi. Cristicchi, però, non sembra aver paura di suscitare polemiche con questo progetto.

"Non credo che questo lavoro sia motivo di polemiche, perché si tratta di una figura che è parte integrante del territorio del Monte Amiata -afferma l'artista - e poi sono passati più di 150 anni, la sua storia può essere raccontata con serenità. Il taglio che gli ho dato mette in risalto la forza di un'idea. Volevo mettere in risalto questa figura di un uomo umile che dal niente edifica un sogno e un progetto di vita alternativi".

Lo spettacolo è stato scritto insieme al regista Manfredi Rutelli, con la collaborazione di Matteo Pelliti: "Nel 2008 ho frequentato molto il monte Amiata e ho avuto modo di conoscere la storia di Lazzaretti, di vedere di persona i luoghi in cui aveva predicato e vissuto, e mi innamorai subito di questa storia - racconta Cristicchi - Poi ho incontrato Manfredi Rutelli e abbiamo lavorato a quattro mani su un suo testo, cercando di capire quale fosse il modo migliore per raccontare questa storia".

"Spero che il progetto possa incuriosire il pubblico, così come ha incuriosito e affascinato me. Sono sempre seguito da folgorazioni e innamoramenti nella mia carriera - spiega Cristicchi - senza mai precludermi nulla. 'Magazzino 18', il mio ultimo progetto, è nato così e ha avuto un grande successo. La storia di Lazzaretti oggi ha un suo valore e si può raccontare pensando a quello che è il presente, la sua vicenda si presta bene al teatro".

Nonostante il successo a Sanremo nel 2007, l'artista romano non sembra intenzionato a tornare a calcare il palco dell'Ariston in futuro: "Per il momento non credo di tornare a Sanremo, ho già avuto molta fortuna nel mondo del teatro e per me ora sarebbe un shock tornare a quell'altro tipo di palcoscenico. Sebbene continui a fare concerti, soprattutto d'estate, nel teatro ho trovato il mio habitat artistico perfetto perché qui riesco a narrare personaggi e storie", conclude Cristicchi.

Fecondazione, la Consulta ufficializza il no al divieto per coppie fertili malate

Roma, 15 mag. (AdnKronos Salute) - La Consulta ufficializza il suo via libera alla caduta di uno degli ultimi paletti della legge 40/2004 sulla fecondazione assistita: "La Corte costituzionale, nella Camera di consiglio del 14 maggio - si legge in una nota - ha dichiarato l'illegittimità costituzionale degli artt. 1, commi 1 e 2, e 4, comma 1" della normativa, "nella parte in cui non consentono il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita alle coppie fertili portatrici di malattie genetiche trasmissibili, rispondenti ai criteri di gravità di cui all'art. 6, comma1, lettera b), della legge 22 maggio 1978, n. 194, accertate da apposite strutture pubbliche".

Fecondazione, la Consulta ufficializza: no al divieto per coppie fertili portatrici di malattie

Roma, 15 mag. (AdnKronos Salute) - La Consulta ufficializza il suo via libera alla caduta di uno degli ultimi paletti della legge 40/2004 sulla fecondazione assistita: "La Corte costituzionale, nella Camera di consiglio del 14 maggio - si legge in una nota - ha dichiarato l'illegittimità costituzionale degli artt. 1, commi 1 e 2, e 4, comma 1" della normativa, "nella parte in cui non consentono il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita alle coppie fertili portatrici di malattie genetiche trasmissibili, rispondenti ai criteri di gravità di cui all'art. 6, comma1, lettera b), della legge 22 maggio 1978, n. 194, accertate da apposite strutture pubbliche".

giovedì 14 maggio 2015

Rai1: Tg1 Fa' la cosa giusta, i bambini della Fabbrica della pace

Roma, 14 mag. (askanews) - Accoglienza, pace e tolleranza le parole-chiave che i settemila bambini della "Fabbrica della Pace" ricevuti lunedì da Papa Francesco in Vaticano dovranno elaborare. L'idea è quella di inserire nel percorso formativo 2015 delle scuole elementari italiane temi di studio "caldi" come la pace, la tolleranza e l'accoglienza attraverso la "psicoanimazione", una metodologia che consente ai bambini di esprimere la loro creatività e di affrontare riflessioni importanti con un approccio ludico. Se ne parla venerdì 15 maggio su Rai1 alle 8.38 nella puntata di Tg1/Fa' la cosa giusta.

mercoledì 13 maggio 2015

Fecondazione: dopo scambio embrioni 500 coppie al Pertini, 16 gravidanze

Roma, 13 mag. (AdnKronos Salute) - La notizia arrivò in tutta la sua scioccante realtà poco più di un anno fa. Due coppie di aspiranti genitori che si erano rivolte al centro di procreazione medicalmente assistita dell'ospedale Sandro Pertini di Roma, incappate in un clamoroso errore: gli embrioni della prima impiantati per sbaglio nell'altra. Colpa di un'omonimia nelle provette. Risultato: una coppia ha ottenuto una gravidanza; l'altra ha visto quelli che ancora oggi considera i propri figli, due gemellini, nascere nel mese di agosto dai genitori 'biologici'. Che li hanno subito, regolarmente registrati all'anagrafe.

Ispezioni e accertamenti al Pertini hanno comunque confermato che si era trattato di un caso isolato, frutto di errore umano. Da allora il direttore generale dell'Asl Roma B, Vitaliano De Salazar, ha provveduto a una serie di interventi - fra cui anche il licenziamento di due biologi che lavoravano nel centro e la nomina di un nuovo responsabile, l'andrologo Rocco Rago - per ristabilire il massimo livello di sicurezza possibile nel centro di Pma, con investimenti per nuovi sistemi di controllo e registrazione delle coppie che accedono al servizio, anche attraverso tesserini di riconoscimento con foto.

E da marzo, mese in cui il centro è rientrato in piena attività dopo un periodo di chiusura, "500 coppie vi si sono rivolte in soli due mesi, per un totale di 16 gravidanze già in corso", conferma Rago. L'Adnkronos Salute è entrata per la prima volta e in esclusiva all'interno del centro rinnovato, mostrando - in un video online sul sito adnkronos.com - com'è organizzato oggi, "con 300.000 euro di nuove tecnologie a disposizione" delle coppie in cerca di un figlio, che attualmente non devono neanche mettersi in lista di attesa: "la struttura, l'unica pubblica in tutto il Lazio autorizzata a operare dal Centro nazionale trapianti, al momento non ne ha", evidenzia De Salazar.

"Siamo arrivati qui dopo più di un anno di tentativi per avere un bambino, per un problema di mio marito - racconta B., 39 anni, che ha effettuato oggi l'impianto degli embrioni e fra qualche settimana saprà se è incinta - poi a marzo scorso abbiamo scelto questa struttura, di cui ci siamo subito fidati: pensiamo che un errore del genere non potrebbe mai ricapitare, e poi sono stati molto professionali e velocissimi nel prenderci in carico. Oggi siamo già alla fine del percorso. Credevamo di doverci mettere in lista d'attesa per chissà quanti mesi, al contrario in un mese e mezzo abbiamo fatto tutte le analisi e gli interventi necessari per la fecondazione in vitro".

La storia choc dello scambio di embrioni è stata seguita da una serie di tentativi di azioni legali da parte della coppia di genitori 'genetici' contro quelli biologici. Finora i tre ricorsi sono stati bocciati dai tribunali ordinari: secondo i giudici, la madre dei gemelli è colei che ha portato avanti la gravidanza, e il padre suo marito. Ma le lacune nella legislazione italiana relativamente a questa tematica, lasciano ipotizzare nuove battaglie legali e anche richieste di ingenti risarcimenti.

"Dall'inizio della vicenda - racconta Michele Ambrosini, avvocato della coppia che ha partorito i gemelli - c'è stato un paio di tentativi di ricorso: uno a l'Aquila, dove sono nati e sono stati registrati i gemelli, uno a Roma. Entrambi bocciati dai giudici. I miei assistiti sono legalmente i genitori dei bambini. Stiamo comunque ragionando sulla richiesta di risarcimento e lavorando sulla sua quantificazione anche attraverso colloqui con l'assicurazione dell'ospedale Pertini: siamo davanti a un danno esistenziale notevole, che si ritorcerà sulla vita di quattro persone". "La situazione è troppo delicata al momento per poter parlare dei passi che intraprenderemo in futuro", si limita a commentare invece Nicolò Paoletti, legale dei genitori biologici dei gemelli 'contesi'. Nessuna richiesta di risarcimento, conferma anche il Dg della Asl Rm/B, è ancora giunta al Pertini.

Sanità: da primo trapianto cuore a baby-avatar, 30 anni Irccs Bambino Gesù

Roma, 13 mag. (AdnKronos Salute) - Dal primo trapianto di cuore all'avatar del paziente pediatrico. Dalle terapie avanzate per la cure delle leucemie al trapianto del microbiota intestinale. L'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù celebra oggi i 30 anni dal riconoscimento come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), rievocando le tappe più calde di una storia che ha portato l'Ospedale della Santa Sede ad essere annoverato tra i più importanti policlinici e centri di ricerca pediatrici a livello internazionale.

Il 13 maggio del 1985 il Bambino Gesù otteneva dal ministero della Salute il riconoscimento come Irccs, che attesta il livello di eccellenza sanitaria finalizzata alla ricerca prevalentemente clinica e traslazionale, cioè capace di trasferire immediatamente i risultati sul letto del paziente. Meno di un anno dopo, nel 1986, l'Ospedale realizzava il primo trapianto di cuore in Italia su un bambino, e un anno dopo entrava in funzione la prima Tomografia assiale computerizzata (Tac), che per la prima volta consentiva di visualizzare con buona risoluzione le strutture nervose del cranio e della colonna vertebrale. Nel 1992 apre il Centro di assistenza per bambini malati di Aids, che confluirà pochi anni dopo nella Divisione di immunoinfettivologia pediatrica. Nel 1994 si esegue il primo trapianto di reni, mentre nel 1997 viene inaugurato il Dipartimento di Emergenza e Accettazione, con attività clinico assistenziale per tutte le urgenze.

Nel 2000 debutta il MarLab, il laboratorio di robotica e analisi del movimento nella sede di Palidoro e successivamente a Santa Marinella. Un anno dopo viene effettuato il primo intervento di chirurgia laparoscopica. Nel 2006 arriva per l'Ospedale il riconoscimento della Join Commission International (Jci) per la sicurezza del paziente e la qualità dell'assistenza sanitaria. Nel 2010 viene realizzato il primo impianto al mondo di cuore artificiale pediatrico in un ragazzo di 15 anni. Nello stesso anno il primo d'intestino, seguito nel 2011 dal primo trapianto di fegato da donatore vivente. Nel 2014 vengono inaugurati i nuovi laboratori di ricerca nella sede di San Paolo fuori le Mura, tra i più grandi in Europa, attrezzati con le più moderne tecnologie per le indagini genetiche e cellulari.

Nel frattempo, con più di 500 pubblicazioni nell'ultimo anno e un impact factor di oltre 2000 punti, il Bambino Gesù è diventato il primo tra gli Irccs in ambito pediatrico, sede per l'Italia di Orphanet, il più grande database mondiale per le malattie rare a cui aderiscono 39 Stati. "Sono stati 30 anni di storia caratterizzati da un rapporto strettissimo e circolare tra ricerca e applicazione clinica - dice il direttore scientifico Bruno Dallapiccola - I primi risultati importanti sono stati ottenuti nell'ambito della chirurgia. La rivoluzione tecnologica degli ultimi 5-10 anni ha rappresentato un vero e proprio 'tsunami' per la ricerca, soprattutto nell'ambito della genetica".

Sono stati ridotti di oltre 100 mila volte i tempi delle analisi genomiche e i loro costi. "Solo al Bambino Gesù, negli ultimi 5 anni, sono stati scoperti più di 50 nuovi geni malattia. Molto c'è ancora da scoprire, ma possiamo certamente rispondere a molte più domande rispetto al passato. E la nuova frontiera è rappresentata dallo studio delle interazioni tra il genoma e l'ambiente al quale concorrono i trilioni di microorganismi che vivono nel nostro intestino (il microbiota), le cui modificazioni ci accompagnano nello stato di salute e di malattia".

"Quella del Bambino Gesù - sottolinea il presidente Mariella Enoc - è una storia che parte da molto lontano e che guarda con grande coraggio al futuro. E' la dimostrazione della possibilità, nell'ambito della sanità e della ricerca di matrice cattolica, di raggiungere livelli di eccellenza e di avanguardia, sempre rispettando la dignità della persona umana. Ma abbiamo la responsabilità di portare avanti questa ricerca e di condividerne i risultati per far sì che siano un patrimonio diffuso, accessibile a tutti. E' anche per questo che a breve ufficializzeremo la nascita di una nuova Fondazione dell'Ospedale, che avrà il compito di rilanciare l'attività di ricerca cercando di organizzare e individuare nuovi possibili canali di finanziamento e di raccolta fondi".

martedì 12 maggio 2015

Medicina: lo studio, bimbi obesi diventano adolescenti a rischio Alzheimer

Roma, 12 mag. (AdnKronos Salute) - Chili di troppo davvero insidiosi per la salute dei più piccoli. Non solo diabete, steatosi epatica, danni alla retina e cardiopatie: da grandi i bimbi obesi potrebbero sviluppare anche un deficit cognitivo progressivo fino ad arrivare alla demenza senile o all’Alzheimer. Lo rivela uno studio italiano, condotto dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, appena pubblicato su 'Pediatrics'. I ricercatori hanno scoperto negli adolescenti obesi livelli elevati di una proteina, la beta 42 amiloide, coinvolta proprio nel processo di insorgenza e sviluppo di queste patologie.

Nei pazienti che sviluppano demenza senile e Alzheimer, la proteina si accumula nel cervello formando placche e ammassi neurofibrillari. La ricerca del Bambino Gesù è la prima ad aver indagato i livelli di questa proteina e la correlazione tra obesità infantile e rischio di Alzheimer. Dallo studio, che ha coinvolto 440 giovani (101 bambini tra i 2 e i 6 anni e 339 adolescenti) sia di peso normale che non, è emerso che gli adolescenti obesi e con insulino-resistenza (alterazione del metabolismo molto frequente nelle persone con obesità) presentavano aumentati livelli di beta 42 amiloide. Quanto più i livelli di questa proteina sono alti, tanto maggiore potrebbe essere il rischio che questi giovani sviluppino demenza senile e Alzheimer in età adulta.

Le alterazioni della proteina non sono state invece riscontrate nei bambini in età prescolare: questo ha suggerito ai ricercatori del Bambino Gesù che gli aumentati livelli di beta 42 amiloide richiedono una lunga esposizione all’obesità e all’insulino-resistenza. Vale a dire che quanto più a lungo e gravemente il bambino è obeso e insulino-resistente, tanto più elevati sono i livelli attesi di questa proteina che depositandosi a livello cerebrale può causare demenza e Alzheimer.

"L'obesità in sé non è una patologia vera e propria: è piuttosto un insieme di fattori di rischio: di sviluppare malattie cardiovascolari, cancro e oggi sappiamo anche demenza progressiva e Alzheimer", spiega Melania Manco, endocrinologa e ricercatrice del Bambino Gesù. "L'associazione tra obesità, diabete mellito e morbo di Alzheimer è nota. Si parla di Alzheimer anche come diabete di tipo 3, ma è importante aver dimostrato, per la prima volta, che la storia naturale di questa terribile malattia incomincia precocemente, già durante l’adolescenza".

"Ancora una volta, i risultati delle nostre ricerche indicano quanto gravi possano essere le conseguenze dell’obesità pediatrica e quanto importante sia la prevenzione", aggiunge. La pubblicazione dello studio cade alla vigilia dei 30 anni dal riconoscimento dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Trent'anni di ricerca 'traslazionale', caratterizzata da un rapporto strettissimo e circolare tra i risultati degli studi e la loro applicazione clinica.

lunedì 11 maggio 2015

Ambra Angiolini: «Fare la mamma, un sogno di bambina»

Ambra Angiolini: «Fare la mamma, un sogno di bambina»

Il sogno di diventare mamma? Per Ambra Angiolini è arrivato prestissimo, quando era ancora una bambina: «“Quale lavoro vuoi fare da grande?". E io risposi: "L’ostetrica, la ballerina, il medico della mutua oppure la mamma”», ha raccontato in una lettera pubblicata su Io Donna.

«Quell’oppure non era per dire che, di ripiego, se non fossi riuscita a diventare altro avrei fatto la mamma, ma proprio per affermare che io a sette anni avevo già capito tutto. Diventare madre era una professione; la più ambiziosa, complicata, totalizzante, artistica e circense che avrei mai potuto scegliere"».

Il suo più grande esempio, nella maternità, è stata naturalmente sua mamma. «Penso d’aver fatto molti anni d’apprendistato al fianco di mia madre. Prima come stagista, poi come collaboratrice a tempo indeterminato (cosa assai rara negli altri mestieri), assistente personale e infine neomamma â€" ha aggiunto -. Le stavo molto vicino e cercavo d i non perdermi nulla del suo essere, ai miei occhi, bella e inquietante al contempo».

Nel 2004 e nel 2006, sono infine arrivati i figli Jolanda e Leonardo, avuti dal compagno Francesco Renga. «Alla fine ce l’ho fatta: sono una MAMMA. Voglio specificare però che questa condizione dell’essere non c’entra con l’avere avuto i figli â€" ha sottolineato -. Io ero madre anche prima di esserlo, mentre da ragazza stavo accanto alla mia già allora collega, bellissima e bionda, mentre sceglievo di accudire e di interessarmi agli esseri umani e a quella vita che scorre “sottopelle” senza mostrarsi al di fuori, ma capace di veri prodigi di bellezza».

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Michelle Hunizker: «Pausa prima di un altro figlio»

Michelle Hunizker: «Pausa prima di un altro figlio»

«Non ho ancora l'utero con i motori accesi. Adesso aspetto un attimo prima di un altro figlio»: dopo la nascita della sua terza figlia Celeste, lo scorso 8 marzo, Michelle Hunziker si prende una pausa. La showgirl lo ha confermato nella sua prima intervista televisiva concessa dopo il parto, guarda caso proprio nel giorno della festa della mamma, a Che tempo che fa.

La conduttrice, sposata con Tomaso Trussardi, è poi passata a raccontare gli anni della sua adolescenza. «Ho vissuto in Svizzera fino a 16 anni, così ho il classico "polpaccione" da svizzero. Da noi si forma andando in bici sulle montagne, con quello non si cade mai», ha spiegato divertita, aggiungendo di essersi trasferita poi in Italia perché sua madre si era innamorata di un italiano. Poco dopo è iniziata la sua carriera da modella: come molti ricorderanno Michelle è stata testimonial del marchio di biancher ia intima Roberta.«Quando ho fatto il casting per questa pubblicità, mi ricordo ancora di essere entrata in uno studio, avere aperto una porta e avere trovato tipo 500 ragazze bellissime con i pantaloni abbassati e di spalle», ha ricordato.

«Per me è stato un trauma, pensavo fosse un film porno. L'agenzia invece mi ha detto che era un'ottima occasione e che tanto non mi avrebbe riconosciuto nessuno perché non si vedeva il volto. Per anni poi mi hanno riconosciuto solo da quel lato», ha concluso.

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sabato 9 maggio 2015

Eva Riccobono: sì all'allattamento al seno

Eva Riccobono: sì all'allattamento al seno

Eva Riccobono è una delle topmodel italiane più famose al mondo ma è anche e soprattutto una mamma. La star ha un bimbo di un anno, Leo che orgogliosamente allatta ancora al seno.

Di recente Eva si è tagliata i capelli optando per un caschetto biondo che risalta il suo sguardo azzurro e proprio seduta dal parrucchiere ha voluto scattare una foto mentre allatta il suo bimbo.

Eva ha postato lo scatto su Instagram accompagnato dall’hashtag #allattamentoalseno #promuoverelallattamentoalseno, sottolineando così il suo totale sostegno verso la pratica.

La star si è tagliata capelli per un evento speciale: i 40 anni di attività di Giorgio Armani, celebrati a Milano con una grandiosa sfilata e culminati poi con l'apertura dell’Armani/Silos. Al party la Riccobono si è presentata col nuovo caschetto biondo platino e una mise da urlo, firmata ovviamente Armani. L'outfit, proveniente dalla collezione Giorgio Armani Privé, era composto da u na gonna in seta effetto astrakan abbinata ad un body in tulle nero a pois. A completare l'outfit un soprabito formato unicamente da lingue di tessuto rosse e nere che a malapena coprivano il seno. D'altra parte Eva può permetterselo e col suo décolleté in vista ha dimostrato che l'allattamento non rovina il topless.

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venerdì 8 maggio 2015

Fecondazione: GB, battaglia legale per dare alla luce bebè della figlia morta

Roma, 8 mag. (AdnKronos Salute) - Cuore di mamma più grande dei vincoli della legge. Un donna inglese ha iniziato una battaglia legale per dare alla luce il bambino di sua figlia morta, utilizzando gli ovuli congelati della ragazza. Se avesse successo, porterebbe dunque in grembo suo nipote, in quello che potrebbe essere il primo caso al mondo di questo tipo. La donna di 59 anni e il marito di 58 anni stanno battagliando contro il rifiuto dell'ente regolatore indipendente britannico di consentire loro di portare gli ovuli in una clinica della fertilità degli Stati Uniti.

La coppia spiega che questo era l'ultimo desiderio della loro unica figlia, morta di cancro intestinale quando non aveva ancora trent'anni: la giovane voleva che i suoi ovuli fossero fecondati dallo sperma di un donatore ed impiantati nel grembo di sua madre. La ragazza inizialmente aveva congelato gli ovuli dopo la diagnosi di cancro, nella speranza di poter avere figli in futuro.

I genitori ora vogliono esportare gli ovuli a New York, dove una clinica si è detta disposta a fornire le cure necessarie a un costo stimato di 60.000 sterline, riferisce l''Independent'. Una richiesta certamente insolita, come conferma Mohamed Taranissi, che gestisce la clinica della fertilità Argc a Londra: "Non ho mai sentito parlare di un caso di maternità surrogata che coinvolge una madre e gli ovuli della figlia morta. Potrebbe essere una prima mondiale".

A ostacolare il sogno della mamma britannica è l'Human Fertilisation and Embryology Authority (Hfea), che ha rifiutato di rilasciare un "via libera speciale" per prendere gli ovuli e spedirli oltre Oceano. Il suo comitato apposito ha già detto no lo scorso anno, dicendo che non ci sono prove sufficienti a dimostrare la volontà della figlia molta. Ma la donna non si è arresa e ha chiesto una revisione del giudizio.

Nella causa di 'M. contro la Hfea' la famiglia tiene la sua identità segreta. I documenti rivelano che la diagnosi di tumore per la ragazza arrivò quando aveva 23 anni, e i suoi ovuli sono stati congelati all'Ifv Hammersmith di Londra nel 2008.

La giovane aveva consentito l'uso degli ovuli dopo la sua morte, ma non aveva compilato un documento indicando come voleva fossero usati: questo tecnicamente rende il consenso non valido. La figlia è morta nel 2011 senza lasciare ulteriori istruzioni, e ora la madre - che ha consultato un ginecologo per sapere se può portare avanti una gravidanza nonostante la sua età - vuole ottenere il via libera per rivolgersi al centro americano e cercare di dare alla luce il figlio di sua figlia.

Fecondazione: Pescara, gravidanza da eterologa grazie a 'egg-sharing'

Roma, 8 mag. (AdnKronos Salute) - Una gravidanza è stata ottenuta a Pescara con la fecondazione eterologa, in particolare grazie all'egg-sharing, cioè la condivisione di ovociti sovrannumerari fra donne che si sono sottoposte a trattamenti di stimolazione ormonale per la procreazione medicalmente assistita. "A Pescara abbiamo notato una maggior propensione verso questa metodologia di donazione, mentre sono ancora pochissime le persone che vogliono donare gameti per semplici fini altruistici. In ogni caso abbiamo ottenuto una gravidanza, attualmente al secondo mese, in una donna con meno di 40 anni affetta da menopausa precoce", annuncia all'Adnkronos Salute Andrea Borini, presidente dei centri Tecnobios, la cui equipe opera a Villa Serena, nel capoluogo abruzzese.

"A Pescara - prosegue Borini - forse perché sono più giovani, le donne sono maggiormente disposte a 'condividere' i loro ovociti in sovrannumero. E' un gesto molto importante, anche se questo tipo di donazioni non riesce a soddisfare tutte le richieste: solo nei nostri centri ci sono 400 persone in lista di attesa, e una parte sta cercando di andare all'estero perché i tempi si stanno davvero allungando".

"Qualche donna ci ha scritto ed è anche venuta nel nostro centro - evidenzia - per saperne di più sulla possibilità di donare i suoi ovociti: le abbiamo visitate e sottoposte a tutti gli esami. Una è risultata affetta da una patologia genetica che ne ha richiesto l'esclusione, un'altra aveva una bassa riserva ovarica, un'altra ha capito che il percorso non è semplice: stimolazione ormonale con i farmaci, intervento in anestesia, permesso dal lavoro non retribuito. Sono tutti elementi che spaventano. E nemmeno fra gli uomini - conclude - abbiamo notato una grande facilità alla donazione".

giovedì 7 maggio 2015

Salute: disturbi linguaggio per 700 mila bimbi l'anno, il gioco li cura

Milano, 7 mag. (AdnKronos Salute) - Dislessia, disgrafia, problemi di articolazione e di eloquio. In Italia sono circa 700 mila all'anno i bambini con disturbi del linguaggio, su un totale di oltre 5 milioni di italiani che 'inciampano' sulle parole magari perché anziani, oppure per i postumi di un ictus o di un incidente. Voce, mani e gesti sono gli strumenti che il logopedista usa per aiutarli. Niente farmaci, solo esercizi ad hoc che nel caso dei più piccoli vengono trasformati in un gioco che cura: le imitazioni, il 'far finta', la tombola sonora, il girotondo delle rime. Ce n'è uno per ogni età e li passano in rassegna gli esperti riuniti a Firenze per l'11° Congresso nazionale della Fli (Federazione italiana logopedisti), in corso nel capoluogo toscano per la prima volta in contemporanea con il 9° Congresso Cplol, Comitato permanente dei logopedisti europei.

Madrina d'eccezione Miss Italia 2014 Clarissa Marchese, fresca d'iscrizione al Corso di laurea in logopedia dell'università di Parma. I ritardi e i disturbi del linguaggio interessano intorno al 10% dei bambini in età prescolare e il 5-6% di quelli in età scolare. In tutto circa 574 mila, una cifra che però esclude la quota sommersa dei figli nati da genitori stranieri. Un'incognita, anche per le difficoltà che già questi piccoli possono avere con la lingua italiana. Il primo comandamento è "un intervento precoce - raccomanda la presidente della Fli, Tiziana Rossetto - per promuovere progressi linguistici a breve termine e ridurre gli effetti cumulativi del ritardo di linguaggio, che può influire sullo sviluppo emotivo e sul comportamento del bambino. Ed è qui che il gioco ha un ruolo fondamentale". Diverso in base all'età.

"Se il problema è il ritardo di linguaggio in un bimbo da 1 a 3 anni, che deve passare da parole onomatopeiche bisillabiche (pappa, tata, pum pum, pè pè) ad altre più complesse - spiega Rossetto - possiamo attirare la sua attenzione con le imitazioni: il bambino imita ciò che il logopedista o pupazzi dicono in un contesto di gioco". Un'altro trucco è il gioco del far finta: sotto la guida del logopedista, il piccolo simula situazioni e dialoghi di routine come preparare la pappa, mettere a nanna, il dottore, la scuola, sempre con pupazzi-alleati.

"Anche la tombola dei suoni, cioè riconoscere strumenti musicali, usare la voce per esprimere diverse intonazioni ed emozioni, produrre suoni e riprodurre melodie, riconoscere rumori, può essere divertente e stimolante". Nella fascia 3-5 anni, invece, "il gioco delle imitazioni va affinato". E la tombola sonora usa ad esempio semplici parole simili, in gergo tecnico "coppie minime" (pollo-bollo, sacco-tacco, lana-rana), da ripetere per capire l'errore fino a non sbagliare più. Gli interventi possono essere individuali o di gruppo, a volte centrate sui genitori.

Non solo bambini, però. "I disturbi del linguaggio, dalla balbuzie all'assenza di parola - puntualizza la presidente della Fli - colpiscono il 3% della popolazione italiana ed europea, con punte del 7% dai 2 ai 6 anni", ma con numeri significativi anche tra gli anziani: "L'aumento delle malattie neurodegenerative, causato dall'allungarsi della vita media, comporta problemi di linguaggio ma anche disfagia, e altre patologie correlate che richiedono l'intervento logopedico, così come la riabilitazione dopo ictus o incidenti stradali".

Di tutto questo si parla a Firenze da oggi 7 maggio a sabato 9. Sono oltre mille i delegati e gli ospiti attesi al doppio evento Fli-Cplol. Non solo dall'Europa, ma da tutto il mondo: dall'Arabia Saudita fino al Canada. "Quest'anno - sintetizza Rossetto - affronteremo con respiro internazionale molti temi della nostra professione, con un occhio particolare ai bambini e ai disturbi del linguaggio, ma anche alle problematiche legate al mondo degli anziani e alla nostra professione. Ricordo infatti che il percorso per l'approvazione degli Ordini professionali, nonostante 20 anni di parole, fatica, lavoro e studio, non si è ancora concluso. La nostra professione non si può fermare mai. Necessita di migliorare la formazione con percorsi specialistici già presenti in Europa e nel mondo".

"Gli obiettivi del Cplol - aggiunge Raffaella Citro, delegata Fli - promuovono proprio l'armonizzazione della legislazione sulla professione nei diversi Paesi e il miglioramento della qualità della formazione e della pratica professionale dei logopedisti, creando e diffondendo standard di elevato livello che hanno sempre come fine ultimo la difesa dei diritti e della salute dei cittadini". Il miglioramento della qualità professionale passa attraverso l'evoluzione delle conoscenze scientifiche, e "il Cplol è molto impegnato in questo aspetto che culmina con l'organizzazione del suo congresso scientifico ogni 3 anni. Più di 150 presentazioni orali, 150 poster, 15 workshop, 4 letture magistrali, tutti di elevato rigore scientifico - conclude Citro - ci aspettano da domani e rappresentano la maturità della professione logopedica".

mercoledì 6 maggio 2015

Palazzo Pitti multisensoriale per bambini e non vedenti-VIDEO

Firenze, 6 mag. (askanews) - Anche la Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti a Firenze si apre ai percorsi multisensoriali, concepiti non soltanto per ipovedenti e non vedenti, ma anche per i bambini, che potranno toccare con mano un percorso di dieci sculture.

Le opere scelte sono capolavori di artisti, tra i quali Giovanni Dupré, Vincenzo Gemito e Adriano Cecioni. Ad accomunarle, il naturalismo dei dettagli e delle scene rappresentate.

"L'opera di Cecioni che abbiamo scelto è un canino, proprio perché questi temi siano più giusti per un bambino", ha spiegato Rosanna Morozzi, vicedirettrice della Galleria.

La comprensione delle sculture è supportata da audioguide, fornite da BassmArt del gruppo Bassilichi. Il progetto è soltanto al suo inizio. "Il percorso rimarrà in maniera stabile, non è che duri solo un anno. Anzi, ci auguriamo che possa estendersi ad alte opere. Questa è un po' la prova", ha aggiunto Morozzi.

Il video su askanews.it

Vittoria commuove i social, genitori bimba con Sma1 chiedono accesso a cura sperimentale. Ministero Salute si attiva

Roma, 6 mag. (AdnKronos Salute) - Quasi 15.000 condivisioni su Facebook in poche ore per la toccante storia della piccola Vittoria, bimba di un anno e mezzo affetta da Sma1, raccontata su alcuni quotidiani locali online del napoletano e subito rilanciata dal popolo del social network

. "Aiutatemi a salvare mia figlia", è l'appello della mamma che con il marito e la bimba vive a Marano, e che chiede di poter ottenere per la figlia l'accesso a un trattamento in corso di sperimentazione contro la malattia. E secondo quanto apprende l'Adnkronos Salute il ministero, venuto a conoscenza del caso di Vittoria, ha attivato tutti i canali a disposizione per capire se sia possibile far somministrare alla bambina il farmaco richiesto.

Sonia e Gerardo De Biase stanno infatti cercando di arrivare al Isis-Smnrx, molecola attualmente allo studio in fase III da parte di due aziende farmaceutiche americane, appellandosi alle norme sulle terapie per uso compassionevole. Un caso che ricorda quelli delle disperate famiglie che sono ricorse al metodo Stamina, in molti casi applicato su bambini con la stessa patologia di Vittoria. Il medicinale in questione, però, questa volta è regolarmente oggetto di sperimentazione e per Vittoria la speranza è che possa esserle somministrato al più presto, appunto, con un'autorizzazione da parte del ministero della Salute, non essendoci alternative terapeutiche valide.

"Vi prego - ha dichiarato Sonia a 'Napoli Today' - aiutatemi a diffondere questo appello affinché mia figlia possa ottenere la somministrazione del farmaco. Vittoria, nonostante la sua terribile malattia, ci ha mostrato tutta la sua forza e voglia di vivere e noi genitori desideriamo che nostra figlia possa avere almeno una possibilità. Crediamo molto in questo farmaco che ha già dato ottimi risultati e ci sono testimonianze e video che ne attestano l'efficacia".

martedì 5 maggio 2015

Nek: «Martina non è mia figlia»

Nek: «Martina non è mia figlia»

Nek e la 20enne Martina hanno partecipato insieme al Maurizio Costanzo Show svelando al pubblico dettagli inediti sulla loro famiglia. Nonostante sia legatissima al cantante e viva con lui quasi da sempre, Martina non è sua figlia, ma è nata da una precedente relazione di Patrizia Vacondio, attuale moglie di Nek.

I due si conobbero a una festa a Sassuolo 20 anni fa. «Presi in mano la chitarra, la mia arma, sfoderai gli occhi azzurri e lei cascò nel trappolone - ha raccontato divertito -. Però, Patrizia aveva già una figlia di un anno e mezzo e io non sapevo che fare. Mi preparai a parlare coi miei. Chiesi subito una foto a Patrizia, la feci vedere a mia mamma e le dissi anche della bambina. Lei rispose, in dialetto stretto: “A me non interessa, è bella come il sole, fai quello che vuoi”».

Poco dopo sono diventati una famiglia a tutti gli effetti, tanto che Nek ha dato alla ragazza anche il suo cognome (Neviani) accanto a quello del pa dre biologico. «È una cosa che gli dovevo», ha spiegato la ragazza. «Abbiamo protetto Martina nel migliore dei modi â€" ha aggiunto il cantante -. Ero presente nella sua vita ma nel rispetto del padre naturale con cui vado d’accordo. Martina ci ha reso facile il compito. Mia figlia Beatrice (avuta successivamente con Patrizia), invece, è devastante!».

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Salute: Italia dodicesima al mondo per benessere mamme e figli, Norvegia prima

Roma, 5 mag. (AdnKronos Salute) - L'Italia perde una posizione rispetto all'anno scorso nella speciale classifica di Save the Children che misura il benessere materno-infantile in 179 Paesi del mondo: quest'anno è dodicesima. Un passo indietro dovuto a una lieve flessione nella partecipazione delle donne al governo nazionale (30,1% dei posti in parlamento nel 2015, contro il 30,6% del 2014) e negli anni dedicati allo studio e scolarizzazione (16 anni di formazione scolastica nel 2015 a fronte di 16,3 nel 2014). Stabili, invece, gli altri dati: il tasso di mortalità materna è di 1 donna ogni 17.100, quello di mortalità infantile è 3,6 ogni 1.000 nati vivi; il reddito nazionale pro capite 35.860 euro.

E se il primato mondiale spetta alla Norvegia, la Somalia si piazza all’ultimo posto. E' quanto emerge dal rapporto annuale di Save the Children, presentato oggi in occasione dell'inaugurazione ad Expo 2015 del 'Villaggio Save the Children', alla presenza del sindaco di Milano Giuliano Pisapia e di rappresentanti delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea, del Parlamento Italiano. Il messaggio 'Be the Change', essere motori del cambiamento per 3 milioni di bambini che ogni anno muoiono per cause correlate alla malnutrizione e per i 200 milioni che ne soffrono, è la 'chiamata' che l'Organizzazione rivolge a tutti i visitatori dell’Esposizione Universale, anche attraverso la performance artistica di Giovanni Allevi.

Il compositore, ambasciatore di Save the Children, ha eseguito proprie composizioni tratte dall'album Love, dedicate ai bambini che vivono in Paesi in via di sviluppo e che quotidianamente vedono negato il diritto al cibo. "Negli ultimi 25 anni si sono fatti progressi nella lotta alla mortalità e malnutrizione infantile. Però moltissimo resta da fare. Il 2015 è un anno chiave perché le Nazioni Unite stabiliranno i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile, che impegneranno gli Stati e tutti noi a costruire, entro il 2030, un mondo in cui povertà, disuguaglianze siano state annullate. Save the Children intende contribuire appieno e siamo certi che Expo sia un’occasione per coinvolgere ancora più persone, istituzioni, aziende in uno straordinario sforzo per far sì che nessun bimbo debba più morire per cause prevenibili o per malnutrizione", dichiara Claudio Tesauro, presidente Save the Children Italia.

In dettaglio, nel 16.esimo rapporto sullo Stato delle madri del mondo, dopo la Norvegia, quest'anno il Paese più a misura di madri e bambini, troviamo Finlandia, Islanda, Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Spagna, Germania, Australia, Belgio. Al polo opposto la Somalia, il peggiore luogo al mondo per madri e bambini, preceduta da Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centroafricana, Mali, Niger, Gambia, Costa d’Avorio, Chad, Guinea Bissau, Haiti e Sierra Leone. L’Italia, dodicesima, si piazza meglio delle vicine Gran Bretagna e Francia.

Nel Rapporto c'è inoltre un focus su 'Lo svantaggio urbano', cioè l’enorme divario fra i bambini più poveri delle città e i più ricchi, in termini di sopravvivenza e accesso alla salute, insieme alle loro madri.

"Nella lotta alla mortalità e malnutrizione infantile c’è un nuovo fronte aperto, che è quello delle aree urbane, dove si trasferiscono, dalle campagne, sempre più famiglie nella speranza di assicurare migliori condizioni di vita ai propri figli. Ben il 54% della popolazione mondiale vi vive attualmente e la percentuale è destinata a toccare il 66% entro il 2050. E solo negli slum, vivono oggi ben 860 milioni di adulti e minori", sottolinea Valerio Neri, direttore generale Save the Children Italia. "Molte città non sono in grado di stare al passo con questa crescita tumultuosa, lasciando milioni di madri e bambini vulnerabili senza accesso a servizi sanitari di base, all’acqua potabile e al cibo di cui hanno bisogno per sopravvivere e rimanere in salute. Una condizione di svantaggio che reclama interventi e azioni mirate", prosegue Neri.

Guardando invece ai Paesi nel loro insieme, in Somalia 1 bambino su 7 non arriva a compiere 5 anni e 1 donna su 18 muore per cause legate alla gravidanza o al parto, una ogni 20 in Niger. In Italia il rischio di mortalità materna è di 1 donna ogni 17.100. In Angola e Sierra Leone 1 bambino su 6 muore prima dei 5 anni. In Islanda 1 bambino su 476. In media un bambino in Niger riceve meno di 5 anni e mezzo di educazione formale, 4 anni in Eritrea. In Somalia solo 2,2 anni di scuola. In Australia e Nuova Zelanda, un bambino in media resta a scuola per più di 19 anni. In Italia 16.

In Micronesia, Qatar, Tonga e Vanuatu non c’è neanche una parlamentare donna seduta in Parlamento. In Kuwait e Isole Solomon ce ne è solo una. Per contro in Bolivia e Ruanda oltre la metà dei seggi parlamentari sono occupati da donne. Ma per fortuna non sono solo di segno negativo i contenuti del 16esimo Rapporto sullo stato delle madri nel mondo che segnala anche casi incoraggianti: Egitto e Filippine per esempio sono stati in grado di ridurre i tassi di mortalità infantile e anche il gap di sopravvivenza fra i bambini più poveri e ricchi delle città, grazie a un rafforzamento dei sistemi sanitari e alla gratuità di tali servizi per le famiglie più povere.