Roma, 29 ott. (Adnkronos Salute) - Le immagini delle piccole principesse tirate a lucido, con i riccioli freschi di bigodini e truccate come bambole o, peggio, sexy conigliette, non mancano di lasciare perplessi, proprio come i concorsi di bellezza e i reality riservati in Usa ai bambini piccoli. In passato le baby-miss a stelle e strisce sono state protagoniste anche di episodi di cronaca nera, ma ora a scagliarsi contro un fenomeno che non sembra conoscere crisi è uno studio pubblicato sul 'Journal of American Academy of Child and Adolescent Psychiatry'.
Gli autori, che hanno partecipato personalmente alle gare e visto da vicino la vita delle baby-miss, bocciano i concorsi in cui i migliaia di bambini competono in America ogni anno: queste gare di bellezza fanno male all'autostima e alla salute presente e futura delle protagoniste. Il documento, firmato da Martina M. Cartwright, nutrizionista e professore a contratto presso l'Università di Arizona, suggerisce che questi concorsi e i reality show come 'Toddlers e Tiaras' alla fin fine hanno poco a che fare con i bambini, e molto di più con il soddisfare le esigenze dei loro genitori. Cartwright, che ha partecipato a due registrazioni di 'Toddlers e Tiaras' come parte della sua ricerca, afferma che alcuni genitori competono quasi "per procura", in una singolare forma di "realizzazione per delega": gli adulti sono spinti principalmente dalle conquiste sociali o finanziarie legate alla realizzazioni dei propri figli, indipendentemente dal rischio per il bambino.
E se il settore fa girare qualcosa come 5 miliardi di dollari, la morte della reginetta di bellezza di appena 5 anni, Jon Benet Ramsey, in passato ha fatto levare le voci dei pediatri e associazioni critiche con questi show. Senza però frenare i concorsi: bimbe piccole truccate in modo pesante e con complessi costumi, che a volte superano i 1.500 dollari, vengono sottoposte a trattamenti anche estremi per la loro età , fra cui parrucche, denti falsi (per coprire antiestetiche ma naturali 'finestrelle'), autoabbronzanti. Tra le tasse di iscrizione, le foto e le altre spese, il costo medio per partecipare ad un concorso secondo la ricerca di Cartwright oscilla da 3.000 a 5.000 dollari.
I premi in palio premi in denaro possono includere corone, viaggi, cuccioli o anche parti in film. E il miraggio di fama e fortuna, dice Cartwright, può contribuire ad accecare i genitori. Un po' come accade anche nel caso dei giovanissimi sportivi. Non è raro, infatti, che madri e padri di baby-atleti cadano nella trappola benevola della "realizzazione per procura", in cui si esaltano sperimentando orgoglio e gioia attraverso i risultati del loro bambino o della loro bambina. Ma nei casi dei giovanissimi atleti e dei ballerini "ancora si riconoscono i limiti di un bambino", dice Cartwright, che in passato ha lavorato come dietista con i baby-sportivi.
Invece con le baby-miss i genitori faticano a distinguere tra il proprio bisogno di realizzazione e le esigenze della loro figlia, e per ottenere ciò che percepiscono come un successo, possono mettere in atto comportamenti pericolosi, fino ad "abusare e sfruttare i bambini", cosa che Cartwright ha detto di aver visto di persona nei concorsi che ha frequentato. "Penso che sia divertente se le bimbe vogliono giocare a mascherarsi per un po', ma insistere nel trasformare un gioco nei primi passi verso una carriera da modella o da star di Hollywood" è pericoloso. Anche perché "le probabilità di successo sono molto scarse. I genitori devono conoscere i limiti dei propri figli e non pressarli perchè così rischiano di danneggiarli".
Un'attenzione al benessere del bambino che non sembra comune fra madri e padri di baby-miss. Invece l'esperta ha visto genitori fare importanti sacrifici economici per far partecipare le figlie a questi concorsi, spingendole ad adottare un aspetto innaturale e adulto, e arrivando a punirle per uno scarso rendimento, per la mancanza di entusiasmo o per un aspetto poco radioso. Inoltre l'enfasi posta sull'aspetto fisico in un'età così tenera apre la strada a una futura insoddisfazione per il proprio corpo e alla manifestazione di disturbi alimentari, avverte la ricercatrice.
Non solo, ai concorsi di bellezza fra i concorrenti di età compresa fra 4 mesi e i 15 anni "lacrime e collera erano comuni", con molti genitori che impedivano ai figli di fare il loro sonnellino ristoratore per paura che dormire potesse rovinarne l'aspetto impeccabile. Altri genitori sono arrivati a dare alle figlie bibite e caramelle con caffeina - battezzate 'crack da concorso' - per mantenerle ben sveglie ed energiche e aiutarle a superare le lunghe 'maratone' prima e dopo le prove. Per non parlare degli orari del pasto completamente stravolti e delle necessità nutrizionali delle baby-miss, ignorate pur di arrivare alla corona. Insomma, anche se Cartwright non si schiera per un divieto assoluto di questi spettacoli per bambini, sottolinea come sia arrivato il momento di riflettere sul fenomeno e sulle motivazioni dei genitori. E' infatti convinta che il pubblico che assiste a questi spettacoli, conoscendo le motivazioni e i comportamenti degli adulti dietro le quinte, finirebbe per rinunciarvi di buon grado.