I critici di Facebook non mancano mai, ma tra questi di sicuro non c’è Deborah Copaken Kogan, la madre di un bambino che rischiava di morire per una malattia rara. (Clicca qui per approfondire [1] )
FOTO POSTATE SU FACEBOOK - La donna racconta che il social network ha salvato la vita del figlio, ed è convinta che se non fosse per il sito web, non gli sarebbe mai stata diagnosticata correttamente la sindrome di Kawasaki, potenzialmente fatale. Come scrive il Daily Mail, Deborah ha notato che Leo, di quattro anni, aveva un’eruzione cutanea e la febbre, e ha pensato avesse la scarlattina, ma non lo era.
LA DIAGNOSI CORRETTA - La madre quindi ha iniziato a scattargli delle foto e le ha postate su Facebook. In meno di un’ora, tre dei suoi amici su Facebook l’hanno contattata e hanno identificato correttamente la malattia del bambino, cioè la sindrome di Kawasaki. La signora Kogan ricorda che la sua amica Stephanie l’ha chiamata e le ha detto: «Spero che mi scuserai se quanto sto per dirti ti urterà, ma devi portarlo in ospedale al più presto». Il figlio di Stephanie, che in passato ha avuto gli stessi sintomi, alcuni anni prima era stato ricoverato per la sindrome di Kawasaki. In ospedale, racconta la madre, è stato curato per la sindrome di Kawasaki e per i conseguenti danni al fegato, ma ha evitato dei rischi ben peggiori.
LA SINDROME DI KAWASAKI - Ma che cos’è la sindrome di Kawasaki? Si tratta di una malattia che coinvolge la pelle, la bocca e i linfonodi, causando un rigonfiamento delle arterie e in tutto il corpo e spesso colpendo i bambini sotto i cinque anni. Se i sintomi sono individuati con tempestività, i bambini con questa sindrome possono riprendersi entro pochi giorni. Se al contrario non è curata, può portare a serie complicazioni che possono danneggiare il cuore.
Per saperne di più leggi l'articolo approfondito su Il Sussidiario.net [2]
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