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venerdì 16 settembre 2011

Fecondazione: italiani all'estero per diagnosi preimpianto perché disinformati

Roma, 16 set. (Adnkronos Salute) - Sono molte le coppie italiane che vanno all'estero per fare la diagnosi preimpianto, in una procedura di fecondazione assistita, per evitare di trasmettere una malattia genetica. Una scelta spesso dovuta alla disinformazione. "Tanti aspiranti genitori non sanno, infatti, che questa procedura attualmente può essere fatta in Italia dove, tra l'altro, gli standard sono elevati". Lo denuncia Ermanno Greco, direttore del Centro di medicina e biologia della riproduzione dell'European Hospital di Roma, centro che il 21 settembre ospiterà il congresso 'Umanizzazione della procreazione medicalmente assistita: dalle tecniche alla persona".
"Ancora oggi - spiega Greco all'Adnkronos Salute - non è chiaro a molte persone che nel nostro Paese, con la sentenza della Corte Costituzionale del 2009 , può essere effettuata la diagnosi preimpianto per le malattie monogeniche come la talassemia, la fibrosi cistica, la distrofia muscolare. Tanti pazienti ci dicono di essere stati all'estero perché convinti di non poter fare in Italia questo tipo di procedura. Il problema è che ancora non c'è chiarezza: non c'è sufficiente informazione o ci sono informazioni contraddittorie che lasciano le coppie in sospeso".
Tra l'altro, ribadisce Greco, l'Italia vanta ottimi risultati per questa tecnica. "Attualmente - spiega - abbiamo il 55% di gravidanze portate a termine. Ciò vuol dire che questo tipo di diagnosi non è invasiva. Ed è anche 'perfetta', perché non abbiamo mi avuto errori diagnostici", conclude.

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