Milano, 9 nov. (Adnkronos Salute) - Scommettono tutto sulla carriera. Poi, superata la soglia dei 40 anni, scatta la voglia di maternità. "E cominciano i dolori. Perché moltissime donne, circa un'italiana matura su due, sono convinte di poter diventare madri fino a tarda età e, pur sapendo che alla menopausa si approda intorno ai 50 anni, non sanno che la fertilità si riduce drasticamente già circa 10 anni prima della data dell'ultima mestruazione". E' il monito di Rossella Nappi, professore associato della Clinica ostetrica e ginecologica del Policlinico San Matteo-università degli Studi di Pavia.
L'esperta, durante la presentazione oggi a Milano di una ricerca sul rapporto che la donna ha con il proprio corpo nel corso della sua vita, ci tiene a 'smascherare' alcune "errate convinzioni che possono portare sofferenza in chi ha lavorato tanto per farsi strada sul lavoro, con tutte le difficoltà e i sacrifici che sono richiesti soprattutto in Italia, e poi si ritrova a inseguire il sogno di un figlio quando è ormai troppo tardi".
Se il bebè non arriva, riflette la specialista, "queste donne si sentono 'fregate'. Il problema è che l'andamento della curva della fertilità non è chiaro a troppe. Il primo forte calo è intorno ai 35 anni, e la discesa continua a 39 fino a crollare, quasi definitivamente nella maggior parte delle donne, dopo i 42 anni. La verità è che la natura non ci ha progettato per partorire in tarda età".
La ricerca, commissionata dall'azienda farmaceutica Gedeon Richter a Demoskopea e condotta su un campione rappresentativo di 1.001 donne fra i 18 e i 50 anni, mostra come il 28% delle intervistate associ la menopausa alla fine della possibilità di procreare.
"Ma nella fascia over 40 sono molte di più quelle che pensano che i figli arrivino tranquillamente anche quando si è avanti con gli anni. Stimo più o meno il 50%", spiega Nappi.
Sempre secondo l'indagine di Demoskopea, solo il 20% delle italiane della fascia 18-50 anni dichiara di avere sufficienti informazioni sulla fine del ciclo che viene vissuta dalle ultraquarantenni come una liberazione, ma nello stesso tempo è un traguardo problematico. La gravidanza è stata vissuta da circa la metà del campione (che ne ha avuto esperienza) come un evento naturale. Quando si è in dolce attesa si continua la vita di sempre, pur sottoponendosi alle analisi cliniche di routine, leggendo riviste specializzate e spesso abbandonando cattive abitudini come il fumo optando per stili di vita più regolari.
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