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venerdì 23 marzo 2012

Salute: In Italia 2mila bimbi con insufficienza renale cronica

Roma, 23 mar. - (Adnkronos Salute) - Sono oltre 2 mila i bambini che in Italia soffrono di insufficienza renale cronica, duecento dei quali costretti alla dialisi. Si stimano ogni anno circa 50 nuovi casi nel nostro Paese, che entrano in dialisi con l'obiettivo di un veloce accesso al trapianto, anche se solo il 10% vi riesce senza essere sottoposto a dialisi. Necessario, quindi, secondo gli esperti migliorare l'accesso al trapianto senza dialisi, promuovendo il trapianto da vivente, per lo piu' da uno dei genitori. Nel secondo giorno di lavori in corso ad Alba al 16° Convegno nazionale del gruppo di studio di dialisi peritoneale sono i bambini e i ragazzi al centro del confronto tra gli oltre seicento specialisti presenti.

Per i bambini che arrivano all'insufficienza renale avanzata, spiegano gli esperti, la dialisi resta sempre l'unica possibilita' per gestire la fase che deve portare al trapianto di rene. Tuttavia la lista pediatrica nazionale dei trapianti prevede che quando il bambino arriva alla soglia della dialisi possa essere messo in lista anche se non l'ha di fatto ancora iniziata. La scelta principale fino a 10-11 anni ( e l'unica possibile fino a due anni ) e' la dialisi peritoneale domiciliare, che consente al bambino di tornare immediatamente a casa e in famiglia.

Si insegna alla mamma la facile gestione, viene quasi sempre eseguita di notte, e consente al bambino di essere autonomo per tutto il giorno, di frequentare la scuola o l'asilo. Fino ai 6-7 anni questa e' la soluzione migliore per evitare l'ospedalizzazione. Diverso il caso negli adolescenti, ai quali, pur essendo sempre preferibile la dialisi peritoneale, si offre loro comunque la possibilita' di scegliere la modalita' di dialisi che preferiscono.

"A colpire i piu' piccoli - spiega Enrico Verrina, presidente della Societa' Italiana di Nefrologia Pediatrica e responsabile della dialisi Istituto Gaslini di Genova - sono soprattutto le malattie legate a un difetto di sviluppo renale intrauterino. Spesso si tratta di reni malformati, piu' piccoli, che possono essere individuati precocemente con una ecografia. Una diagnosi prenatale consente anche di tenere sempre controllato lo sviluppo dei reni e di intervenire tempestivamente con le terapie necessarie, talvolta addirittura prima della nascita. Le malattie ereditarie sono rare, ma lo sviluppo della genetica - in particolare con l'analisi dell'intero genoma - consente, verificata la familiarita', di identificarne sempre di nuove, e di avviare una strategia preventiva".

"Intorno ai 10 anni - spiega Rosanna Coppo, presidente della Societa' Italiana di Nefrologia - le malattie renali su base immunologica (glomerulonefriti, nefriti interstiziali) sono un'altra causa importante ed hanno una evoluzione molto rapida. Tuttavia esistono terapie molto efficaci alle quali solo una minoranza non risponde completante e solo in questi si arriva all'insufficienza renale. Molte volte la scelta dialitica dipende anche dalla distanza dal centro dialisi. Nei grandi centri e' piu' semplice da gestire anche l'emodialisi, mentre la dialisi peritoneale domiciliare e' una valida opzione sia per chi vive vicino o lontano da un centro dialisi. Soprattutto grazie alle nuove possibilita' di videodialisi telematica che si stanno sviluppando sul territorio, la principale proprio grazie al centro di Alba".

"E' molto importante per i genitori - conclude Verrina - prestare attenzione all'aspetto delle urine dei propri bimbi, oppure a piccole infezioni urinarie, all'accumulo di liquidi e conseguenti edemi e all'aumento della pressione arteriosa. Sono i sintomi principali che possono aiutare ad identificare una malattia renale in un bambino. A volte i sintomi sono anche piu' sfumati e insidiosi e consistono soltanto in pallore, stanchezza e inappetenza. Senza allarmismi, e' meglio pero' chiedere sempre al proprio pediatra".

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