Milano, 2 apr. (Adnkronos Salute) - "Le strutture del Servizio sanitario nazionale che svolgono pratiche di procreazione medicalmente assistita operano sotto un costante controllo e attraverso sistemi di reclutamento e valutazione delle risorse umane, tecnologiche ed organizzative che offrono ampie garanzie all'utenza. E ad esse le coppie possono rivolgersi con fiducia e sentirsi serene per la qualità e la sicurezza delle prestazioni erogate". Lo assicurano Aogoi (Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani) e Sios (Società italiana ospedaliera sterilità ), che "in questo momento di disorientamento dell'opinione pubblica", dopo il "gravissimo e drammatico" incidente al centro Pma dell'ospedale San Filippo Neri di Roma, intendono "respingere ogni tentativo denigratorio della qualità delle prestazioni erogate dalle strutture ospedaliere pubbliche e private".
Aogoi e Sios, in una nota firmata dai presidenti Vito Trojano e Cristofaro De Stefano, ricordano di essersi "impegnate costantemente nella collaborazione con gli organismi di controllo (Regioni e Centro nazionale trapianti) nel promuovere la formazione del personale dei centri di Pma a livello nazionale, collaborando anche a progetti internazionali sulla prevenzione e controllo degli eventi avversi e sollecitando anche il governo con una istanza specifica affinché i centri di Pma fossero ad esclusivo coordinamento dei ginecologi. Il recente recepimento da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri del documento approvato dalla Conferenza Stato-Regioni definisce un'uniformità di requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle strutture autorizzate per le procedure di Pma, ai quali ogni struttura operante in Italia deve adeguarsi, quali la direzione dei centri, la tipologia delle strutture e le procedure di sicurezza". Pertanto Aogoi e Sios chiedono a ministero della Salute e Regioni di "mettere in atto ogni iniziativa che consenta alle strutture del sistema sanitario di adeguarsi, ove necessario, a quelle che sono le giuste prescrizioni stabilite dalle norme vigenti".
"L'adeguamento rispetto ai requisiti prescritti impone che in alcune regioni si debbano acquisire risorse umane e tecnologiche per ruoli per i quali è persino difficile definire i percorsi formativi ed i titoli, come l'embriologo e l'andrologo per i quali non esistono scuole di specializzazione, o il ginecologo esperto di medicina della riproduzione. Riteniamo che si debbano sostenere le strutture in attività - aggiungono quindi gli esperti - destinando agli adeguamenti le risorse economiche previste dalla Legge 40, che, ci risulta, in alcune regioni non siano state utilizzate da oltre 5 anni e che debbono essere immediatamente messe a disposizione delle aziende nell'interesse degli utenti". "Intendiamo ribadire che ora più che mai - concludono Aogoi e Sios - il personale sanitario delle strutture di Pma, pur operando a volte in situazione di limitatezza delle risorse, si sente responsabilizzato e motivato a fare tutto quanto in suo potere per offrire prestazioni di elevatissimo standard qualitativo ai cittadini".
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