Como, 1 lug. (LaPresse) - Ha confessato l'uomo accusato di aver sparato dei colpi di pistola a Como per festeggiare la vittoria dell'Italia contro la Germania. Un proiettile ha colpito alla schiena Denise, una bimba di 10 anni che era in auto con la famiglia, in via Bellinzona. La piccola è stata operata d'urgenza e solo dopo ore di ansia è stata dichiarata fuori pericolo di vita. Subito sono partite le indagini per identificare il responsabile del folle gesto e ieri pomeriggio i carabinieri di Como hanno fermato un insospettabile 50enne, celibe, che abita a poca distanza dal luogo dove è avvenuto l'incidente. L.Z, impiegato con il porto d'armi, è stato interrogato per ore e solo a notte fonda ha confessato, raccontando i dettagli della sua serata di follia.
L'interrogatorio è stato condotto negli uffici del comando provinciale dell'Arma da Mariano Fadda, sostituto procuratore della Repubblica di Como, titolare delle indagini. L'uomo ha prima dichiarato di aver mirato verso la montagnola prospiciente la propria abitazione, poi ha ammesso di aver abbassato il tiro verso un palo della segnaletica stradale, sparando dal balcone coperto con una tenda proprio a pochissima distanza dalla folla festante, solo al fine di mettere alla prova la propria mira. In questo modo ha rischiato di compiere una strage, visto che a quella notevole distanza (circa 150 metri), anche il più esperto dei tiratori scelti avrebbe difficoltà a centrare un bersaglio così piccolo. Nella sua casa, che dista alcune centinaia di metri dal luogo del ferimento della bambina, i militari dell'Arma hanno rinvenuto un piccolo arsenale composto da 13 pistole e fucili legalmente detenuti (tra cui la carabina cal. 22 utilizzata per colpire la bimba), con le quali l'uomo si esercitava periodicamente sparando direttamente dalla propria abitazione, trasformata in un poligono di tiro con tanto di bersagli artigianali posizionati in prossimità del balcone. Il 50enne è finito in carcere con l'accusa di lesioni personali aggravate e detenzione illegale di munizioni.
I carabinieri erano giunti subito ad una lista di sospettati, passando al setaccio tutti gli abitanti del quartiere in possesso di regolare porto d'Armi. Ma è stata la fedele ricostruzione della scena del crimine, utilizzando un 'laser pointer', cioè un dispositivo di puntamento al laser, a permettere di localizzare con un margine di errore ridottissimo l'abitazione dalla quale è partito il colpo in questione. Fondamentale la testimonianza dei genitori della piccola, grazie alla quale sono stati individuate le esatti posizioni sia di Denise che dell'autovettura al cui interno si trovava, mentre per simulare la bambina, non disponendo gli inquirenti di un manichino di quelle dimensioni, è stato utilizzato il figlio di un carabiniere della stessa età e altezza di Denise.
Quella degli inquirenti è stata una lotta contro il tempo, ritenendo molto probabile la ripetizione del folle gesto questa sera, nel caso in cui l'Italia dovesse riuscire a vincere la finale dei campionati europei di calcio. Al termine dell'interrogatorio l'uomo e' stato accompagnato al 'Bassone' di Como. Sia le armi legalmente detenute che le munizioni risultate invece in numero enormemente superiore a quello previsto sono state poste sotto sequestro.
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