Roma, 25 ott. (Adnkronos Salute) - Una donna su cinque colpite da ripetuti aborti spontanei soffre di una patologia che rende il suo sangue troppo denso e rischia di far arrivare al bimbo poco ossigeno, causando interruzioni della gravidanza. Ma ancora oggi poche donne sono sottoposte al test che svelerebbe la presenza del problema, mentre molte vengono 'etichettate' come infertili. A evidenziare il fenomeno sono gli esperti intervenuti a una conferenza a Londra, presso il Royal College of Physicians, sulla sindrome di Hughes, caratterizzata dal sangue 'viscoso'.
Come ha ricordato Graham Hughes del London Bridge Hospital, scopritore della sindrome che prende il suo nome, un semplice test del sangue può identificare il problema, e una dose quotidiana di aspirina potrebbe portare a una gravidanza senza problemi. Secondo il medico troppe donne non fanno l'analisi fino a quando non incappano in diverse interruzioni spontanee della gravidanza, e alcune neanche dopo. Dunque secondo l'esperto i medici vanno sensibilizzati in modo da sottoporre all'analisi le donne dopo il primo o al massimo il secondo aborto spontanee. "Alcune pazienti hanno dovuto subire 12 o perfino 15 interruzioni involontarie di gravidanza - dice al 'Daily Telegraph' - prima che il problema venisse riconosciuto. E questo è tragico, perché il trattamento è così facile". E anche, aggiunge, poco costoso. "Se si trattasse di mia figlia - assicura - io la sottoporrei al test dopo il primo aborto spontaneo. E' una semplice analisi del sangue e costa poche sterline".
I sintomi della sindrome includono emicrania, problemi di memoria e di peso e formicolii, tanto che a volte può essere confusa con la sclerosi multipla.
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