Roma, 8 nov. (Adnkronos/Washington Post) - Esce oggi nelle sale americane il biopic di Steven Spielberg su Abramo Lincoln, 16mo presidente degli Stati Uniti, di cui il regista ha voluto offrirne un ritratto piu' intimo, partendo da un ricordo personale di quando era bambino: "Ero terrorizzato perche' guardavo in alto, a quell'enorme gigante seduto su un'enorme sedia " ha raccontato il regista americano recentemente, "ero cosi' spaventato che non riuscivo a guardarlo in faccia. Vedevo solo le sue grandi mani e spingevo mio zio affinche' mi portasse via da li'".
Ma quell'uomo aveva qualcosa di magnetico, continua Spielber e aggiunge: "Mentre io e mio zio ci allontanavamo, la statua mi richiamo'. Mi voltai e guardai la sua faccia. In quel momento ho desiderato di non avere piu' paura e avrei voluto restare ancora li'".
Il film, che vede Daniel Day-Lewis nel ruolo di protagonista, ripercorre i mesi immediatamente successivi alle elezioni del 1864, quando Lincoln si concentro' sul 13mo emendamento della Costituzione, l'abolizione della schiavitu', fino al suo assassinio. Il ritratto dell'uomo, presentato dal regista statunitense, sorprendera' certamente il pubblico, abituato a un'immagine mitizzata dell' 'honest Abe'. Da parte sua, Spielberg insiste sul fatto che non ha mai considerato Abramo Lincoln la lente d'ingrandimento attraverso la quale osservare i politici contemporanei, tra cui Obama, di cui e' un sostenitore.
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