Roma, 12 dic. (Adnkronos Salute) - Le donne che si sono sottoposte a fecondazione assistita in Italia dal 1 gennaio 2011 al 30 giugno 2012 sono 50.900: di queste, 37.322 erano residenti nella stessa regione del centro di Pma, mentre 13.578 hanno dovuto migrare verso altre regioni, con conseguenti costi e disagi. Se la media a livello nazionale di donne trattate per ogni centro è di 444 donne residenti e di 168 donne non residenti, più di un quarto delle donne esegue quindi trattamenti in altre regioni diverse da quelle di residenza, con una migrazione che va, tipicamente, da sud verso Nord. L'indice di attrattività , che esprimere la capacità di una struttura di una regione di richiamare potenziali pazienti da altre regioni, vede in testa: Toscana (113,3%), Valle dâAosta (61,9%), Friuli Venezia Giulia (48%), Emilia Romagna (34,2%), Lombardia (31,8%).
Questi i dati sulla procreazione medicalmente assistita in Italia, emersi dall'indagine condotta dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari, presentata oggi alla Camera. Si tratta del risultato dell'analisi di 96 risposte su un totale di 351 centri dell'elenco del Registro nazionale Pma (27%). Le risposte ai questionari provengono soprattutto dal settentrione: 46% dal Nord-Ovest, il 23% dal Sud e Isole, il 18% dal Nord-Est e il 13% dal Centro. Dalla sola Lombardia è arrivato il 31% delle risposte.
Il motivo dei 'viaggi della speranza' è dovuto al fatto che nella maggior parte delle regioni del nord, tali trattamenti sono previsti all'interno del sistema sanitario regionale, mentre in altre regioni sono effettuati in centri privati e, dunque, a carico del paziente. In Sicilia, su 36 centri, 7 sono pubblici e fanno 445 cicli (14%) e 29 sono privati ed effettuano il 86% dei trattamenti. Quindi a pagare è la famiglia se il trattamento viene fatto nella propria regione d'origine, mentre paga quest'ultima se viene fatto in altre regioni diverse dalla propria.
Al Sud e nelle Isole, dunque, si concentra il maggior numero di centri privati (con 7 strutture su 16), mentre il maggior numero dei privati convenzionati si trova in Lombardia, con 9 centri su 10 appartenenti a questa tipologia. Ne consegue che spesso al Sud le coppie pagano di tasca loro, oppure sono costrette a fare lunghi viaggi della speranza verso i centri del Nord che vengono pagati dalle Regioni a scarsa dotazione (Sicilia, Calabria) alle Regioni ad alta dotazione (Lombardia, Emilia Romagna). Sono stati quasi 60.000, complessivamente, i cicli di fecondazione portati completamente a termine nei 18 mesi presi in esame dall'indagine. Ovvero 3.333 cicli al mese, 39.000 all'anno. Il dato è relativo al 25% dei centri, è dunque ipotizzabile che estendendo la proporzione su tutto il territorio, si arrivi a cifre molto significative, come 150.000 cicli completi effettuati ogni anno. Più della metà dei cicli sono stati effettuati tra Piemonte e Lombardia (55%), seguiti da Centro (20%), Nord-Est (15% sul totale), Sud e Isole (pari al 10%).
Il numero medio di cicli effettuati per ogni centro è di 681. Sopra la media il Nord-Ovest con 802 cicli, il Nord-Est con 703 cicli e il Centro con 793. Molto al di sotto della media Sud e Isole, con un numero medio di cicli pari a 313. Nelle strutture pubbliche, in media, il numero di cicli completi effettuati è inferiore rispetto a quelli effettuati in strutture completamente private o convenzionate. Il dato riflette un'offerta pubblica inadeguata rispetto alla domanda complessiva, con un servizio spesso caratterizzato da lunghe attese a fronte della pronta disponibilità dei privati.
Dall'entrata in vigore della legge 40 - ricorda la Commissione citando i dati della Relazione al Parlamento sulla Pma del ministero della Salute relativi a giugno 2012 per l'anno 2010 - continuano ad aumentare in modo costante le coppie che accedono alle tecniche di Pma, così come aumentano il numero di cicli iniziati e delle gravidanze ottenute. Oggi i nati da fecondazione in vitro sono il 2,2% dei nuovi nati. E' in aumento l'età media delle donne che si sottopongono a questo tipo di trattamenti, che nel 2010 si è attestato a 36,3 anni, mentre ben il 29,2% dei 'cicli a fresco', ovvero che non utilizzano gameti o embrioni crioconservati è effettuato da pazienti con età superiore ai 40 anni. Questo fattore incide negativamente sui risultati delle tecniche stesse e sul numero dei cicli di trattamento effettuato. Ciononostante, continua a migliorare l'efficacia delle procedure di procreazione medicalmente assistita, come mostrato da tutti gli indicatori, dal numero dei nati vivi a quello delle gravidanze in rapporto ai cicli iniziati ed ai trasferimenti eseguiti.
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