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martedì 29 gennaio 2013

Salute: pediatri OPBG, anche col freddo bimbi meglio fuori a giocare

(ASCA) - Roma, 29 gen - Sono arrivati i giorni della merla (gli ultimi 3 giorni di gennaio, tradizionalmente i piu' freddi dell'anno) e con essi il picco influenzale. Nonostante le temperature leggermente sopra la media stagionale, si tratta del periodo in cui le malattie delle vie respiratorie (otiti, tonsilliti, bronchiti, bronchioliti, polmoniti) registrano il picco maggiore. A dispetto di quella che sembrerebbe una logica correlazione, e' tutt'altro che evidente se il freddo rappresenti realmente un fattore favorente le infezioni respiratorie, anche perche' l'incidenza di tali patologie non sembra maggiore nei Paesi con temperature piu' rigide. Cio' che invece e' certo e' che il soggiornare in ambienti chiusi permette il diffondersi dei virus attraverso gli starnuti, i colpi di tosse, il contatto con oggetti manipolati da altre persone affette. Per questo il lavaggio delle mani rimane un presidio essenziale nella prevenzione del contagio. Per evitare le trappole del freddo quindi - soprattutto nella settimana del picco influenzale - molto meglio coprirsi bene e uscire un po' di casa che non restare chiusi in un ambiente bello caldo in cui i virus prolificano e si diffondono con maggiore facilita'. ''Evitare di restare tutto il giorno chiusi dentro casa durante i giorni piu' freddi, sfruttando per esempio le ore piu' calde della giornata e un appropriato abbigliamento invernale - spiega Antonino Reale, responsabile del Pronto Soccorso ed Emergenza dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' di Roma - non aumentera' le probabilita' di prendersi un bel raffreddore e, anzi, diminuiranno le occasioni di entrare in contatto con virus che attaccano le vie respiratorie''. Che fare dunque? ''Piu' i bambini sono piccoli - spiega Reale - piu' hanno difficolta' a mantenere una corretta termoregolazione (pensiamo ad esempio ai bambini nati di basso peso che necessitano di stare nella culla termostatica); quando sono piu' grandi vengono messi in atto dei meccanismi difensivi come la vasocostrizione periferica (le manine e i piedini potranno apparire un po' piu' scuri per non disperdere il calore), i brividi o l'aumento della motilita' degli arti per produrre maggior calore. La classica vestizione 'a cipolla' conserva intatta la sua validita'; e' infatti opportuno quando si entra in ambienti piu' caldi alleggerirsi dei vestiti, in quanto la le eccessive variazioni termiche possono costituire un fattore favorente l'instaurarsi di infezioni, specie virali. Anche se il bambino non gradisce molto cappelli e guanti, coprire maggiormente le estremita' evita un'importante dispersione termica''. E ancora: ''Per mantenere un'adeguata temperatura corporea - spiega l'esperto - e' necessario un adeguato 'carburante' che produca energia termica; per tale motivo, per far fronte alle diverse richieste metaboliche, si consiglia un maggior apporto calorico e un adeguato apporto di liquidi. Per i bambini con patologie croniche, quali cardiopatie o anemie croniche, in caso di freddo particolarmente intenso devono essere osservate maggiori precauzioni; e' quindi sconsigliato recarsi in montagna a quote elevate''. red/mpd

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