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martedì 5 febbraio 2013

Sanità: il rapporto, in Italia sempre più anziani e meno bimbi

Roma, 5 feb. (Adnkronos Salute) - Forte tendenza all'invecchiamento e, al contempo, culle fra le più vuote d'Europa. A livello nazionale si registra la presenza di una persona di 65 anni e più ogni cinque residenti. D'altro canto nel 2009 il tasso di fecondità totale (Tft) presentava un valore decisamente inferiore al livello di sostituzione (ovvero 1,41 figli per donna contro 2,1), e le prime stime rispetto al 2010 sembrano confermare questo trend negativo. Inoltre tabagismo, consumo di alcol, eccesso di peso e poca attività fisica sono tutti aspetti che "necessitano di interventi correttivi". E' quanto emerge dal Country Report Italia 2013, il documento di studio e analisi dello stato di salute degli italiani prodotto dall'Associazione di iniziativa Parlamentare e legislativa per la salute e la prevenzione, e presentato oggi a Roma.

"La sanità del futuro è compatibile con l'universalità delle cure solo a patto di un radicale recupero di efficienza in un contesto di immutata efficacia", ha detto Walter Ricciardi, direttore del Dipartimento Sanità pubblica del Gemelli, uno degli autori del report intervenuti oggi alla presentazione. "È necessario definire in maniera rigorosa, chiara e trasparente, i servizi che lo Stato può garantire ai cittadini attraverso la tassazione generale e impegnarsi poi a erogare effettivamente tali servizi a tutti gli italiani, indipendentemente dalla regione di residenza. Queste prestazioni dovranno essere facilmente misurabili, in modo che ogni cittadino possa comprendere quali sono i suoi diritti ed essere in grado di esigerli. Ciò è particolarmente importante nelle fasce di popolazione più anziane, spesso ostaggio della propria condizione di fragilità".

"Occorre rilanciare il dibattito sulla sanità in Parlamento arrivando, se necessario, a riformare il Ssn così come istituito dalla legge 833/1978 e come da più parti evocato - ha detto il senatore Antonio Tomassini, presidente dell'Associazione - In futuro è lecito immaginarsi un Ssn in grado di fornire nuovi modelli di assistenza sanitaria, con particolare attenzione alle cure primarie e alla continuità ospedale/territorio, coinvolgendo nel ruolo di attivi protagonisti i medici di medicina generale con la copertura h24, anche con l’obiettivo di decongestionare le attività di emergenza/urgenza all’interno delle strutture ospedaliere".

Il Report parla poi di un 22,8% di 'over 14' fumatori, e di una "lenta, ma costante crescita" delle persone che hanno smesso di fumare (20,2% vs 23,4%). Quanto all'alcol, la prevalenza di consumatori a rischio negli adulti (19-64 anni) "presenta un notevole svantaggio maschile (20,5% vs 5,3%)", e i consumi maggiori si registrano soprattutto nelle regioni settentrionali. Dilagano i chili di troppo: sono aumentate negli anni (anni 2001-2010) le persone in sovrappeso (33,9% vs 35,6%) e obese (8,5% vs 10,3%). In generale, la quota di popolazione in condizione di sovrappeso o di obesità cresce con l’aumentare dell’età per poi diminuire lievemente negli anziani e risulta più diffusa tra gli uomini.

Tra le malattie croniche, il diabete resta una delle principali cause di morbilità e mortalità nel nostro Paese e può essere ritenuto a tutti gli effetti una malattia sociale: ne soffre il 4,9% degli italiani, pari a circa 2 milioni 960 mila persone. Sul fronte delle patologie cardio e cerebrovascolari, circa il 90% degli eventi ha cause ambientali note, "eliminabili e modificabili semplicemente attraverso l’assunzione di corretti stili di vita". Allarmante il dato secondo cui, nel nostro Paese circa un terzo dei pazienti con infarto non viene trattato con terapia riperfusiva perché giunge troppo tardi in ospedale. Situazione ancora più drammatica per i pazienti affetti da ictus. I dati confermano i tumori quale seconda causa di morte dopo le malattie cardiocircolatorie, ma migliorano le percentuali di guarigione: il 61% delle donne ed il 52% degli uomini. Una sopravvivenza particolarmente elevata si registra per i tumori più frequenti come quello alla mammella (87%) ed alla prostata (88%).

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