Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) - Dopo i 6 anni un bambino su quattro ha disturbi della vista. Un numero in crescita. Ma non è colpa degli schermi di tv, tablet e pc, sui quali gli occhi dei piccoli italiani restano incollati sempre più spesso. E' solo il risultato di una maggiore diffusione dei controlli fatti 'al momento giusto', un indice quindi positivo di una maggiore attenzione per la salute oftalmica dei più piccoli. Lo spiega Luca Buzzonetti, responsabile di Oculistica dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, che sottolinea però la necessità di migliorare ancora la prevenzione. "Oggi il 70-80% dei genitori porta i bambini dall'oculista intorno ai 3 anni, come raccomandabile. Ma è necessario arrivare al 100%".
Individuare precocemente un disturbo, sottolinea infatti l'esperto all'Adnkronos Salute, significa ridurre i rischi che i problemi sia aggravino. Se i piccoli hanno un difetto di vista non corretto che incide sullo sviluppo della funzione visiva, "passati gli 8 anni di età , le chance di recuperare quello che si può recuperare in termini di qualità di vista si riducono notevolmente. In pratica, senza controlli precoci si toglie la possibilità ai bambini di avere una visione adeguata da grandi" .
Sono i controlli, quindi, l'arma di difesa per gli occhi dei bambini. Nessun pericolo, invece, dagli schermi di pc, tablet, tv, videogichi. "Non possiamo dire che fanno male alla vista", sottolinea l'esperto. "Ovviamente - precisa - un occhio che ha dei disturbi si stanca di più. Ma basta il buon senso. Esagerare con le tecnologie, in ogni caso, è negativo sul piano generale, perché favorisce l'isolamento dei piccoli, riduce le capacità relazionali, aumenta la sedentarietà e i rischi di obesità ".
Per quanto riguarda i problemi di vista i piccoli italiani sono in linea con i loro coetanei europei. Le stime indicano che in età prescolare l'incidenza di questi difetti è di uno ogni 20 bambini. Dopo i 6 anni si arriva a uno su quattro. La miopia, per esempio, colpisce circa il 25% della popolazione, e si manifesta in genere intorno ai 13-14 anni. Il 60% dei piccoli miopi, quindi, ha oltre 15 anni, mentre è bassissima la percentuale intorno ai 5 anni. Al contrario l'ipermetropia è più diffusa tra i piccolissimi. "Il bambino nasce ipermetrope naturalmente - ricorda Buzzonetti - e crescendo, il difetto può ridursi o scomparire. A 17 anni l'ipermetropia riguarda lo 0,5% dei ragazzi".
Dati che si mantengono sostanzialmente stabili nel tempo, tenendo conto del numero più elevato di casi legati alla maggiore possibilità di diagnosi. Ma non ci sono solo i disturbi della vista ad 'attaccare' gli occhi dei più piccoli.
"I bambini soffrono sempre di più per le allergie. Problemi che non coinvolgono la vista, ma che fanno soffrire l'occhio". Non senza qualche rischio per la visione. "La congiuntivite allergica, nei piccoli - conclude Buzzonetti - può determinare uno sfregamento marcato degli occhi, che può favorire, in soggetti predisposti, malattie che, seppure rare, possono portare a gravi conseguenze".
Nessun commento:
Posta un commento