Immaginate di occuparvi tranquillamente delle vostre faccende quotidiane eâ¦improvvisamente, senza alcuna causa esterna, essere avvolti dalle fiamme. Eâ quanto successo ad Ireland Lane, una ragazzina americana di undici anni. La piccola era ricoverata al Doernbecher Childrenâs Hospital dellâOregon per una ferita alla testa. Stava dipingendo nella sua stanza quando, avvolta dalla fiamme, è dovuta scappare terrorizzata nel corridoio. Lâallarme è scattato immediatamente e, nonostante le ustioni di terzo grado, Ireland non è in pericolo di vita. Resta il mistero sui motivi di un fatto così insolito. La polizia e i vigili del fuoco stanno ancora indagando, ma non sono arrivati ad una conclusione certa. Sembra, comunque, che lâautocombustione possa essere stata determinata dalla combinazione tra i disinfettanti usati per pulire la stanza e lâelettricità statica, cioè lâaccumulo superficiale e localizzato di cariche elettriche su di un corpo composto da materiale isolante. La causa, insomma, sarebbe riconducibile allo stesso fenomeno che riscontriamo tutti i giorni negli abiti in tessuto sintetico che si elettrizzano, nella scossa che si avverte scendendo e toccando la carrozzeria dellâautomobile oppure nei capelli che si rizzano dopo essere stati pettinati.
Il caso della ragazzina americana non è il primo tra quelli classificati come autocombustione umana. Negli ultimi tre secoli le cronache registrano almeno unâaltra ventina di casi. Il primo risale al 1725 quando a Reims, in Francia, un locandiere fu prima incriminato e poi prosciolto dallâaccusa di aver ucciso la moglie Nicole, nota alcolizzata, morta carbonizzata vicino al camino. Pochi anni dopo, nel 1731, un altro episodio dello stesso genere capita in Italia, dove la contessa Cornelia Bandi di Cesena fu incredibilmente ritrovata nella sua stanza ridotta quasi completamente in cenere. Molto più recentemente, nel 1998, a Sidney in Australia, Agnes Phillips, ottantadue anni, fu avvolta dalla fiamme mentre in macchina attendeva la figlia, che era andata a fare la spesa. Lâauto era parcheggiata allâombra, non fu riscontrato nessun corto circuito e nessuna delle due donne fumava. Tra le possibili spiegazioni del fenomeno dellâautocombustione umana câè chi parla dellâeffetto candela inverso. Solitamente infatti le vittime sono sovrappeso o obese e sono presenti fonti di calore esterne. Quando i vestiti iniziano a bruciare, il grasso presente nel corpo del soggetto sarebbe soggetto a liquefazione, alimentando la fiamma. In ogni caso il mistero continua.
Nessun commento:
Posta un commento