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mercoledì 3 aprile 2013

Staminali: ai Civili di Brescia in cura 36 bimbi, ospedale sotto pressione

Roma, 3 apr. (Adnkronos Salute) - Ad oggi sono 36 i piccoli pazienti con gravi patologie e ricorsi ai tribunali che hanno ricevuto o stanno per ricevere un trattamento con il metodo Stamina agli Spedali di Brescia. E la struttura, a quanto si apprende, è sempre più sotto pressione, dal momento che ogni giorno deve riuscire a coniugare l'attività istituzionale dell'ospedale con le cure compassionevoli destinate a questi piccoli pazienti.

Gli stessi laboratori clinici e gli stessi operatori, insomma, devono garantire terapie mediche validate scientificamente a malati con gravi patologie come la leucemia, e i trattamenti che hanno sollevato gli strali della comunità scientifica internazionale alle famiglie di bimbi gravissimi, che confidano nel metodo Stamina. Una pressione che ha portato la struttura nei giorni scorsi a costituirsi "parte resistente" nel procedimento in corso a Livorno sulla terapia a base di cellule staminali per la piccola Sofia, la bambina di tre anni e mezzo affetta dalla leucodistrofia metacromatica. Con l'obiettivo di "fare chiarezza", fanno sapere dall'ospedale. Il decreto Balduzzi, infatti, che ieri ha già incontrato i primi ostacoli in Commissione speciale del Senato, prevede un regolamento "ad oggi non ancora definito". Nel frattempo i tribunali, quando ammettono il trattamento, lo 'impongono' a Brescia a causa della sua ormai ampia esperienza.

Nel caso di Sofia la struttura sanitaria bresciana aveva interrotto la terapia dopo la prima infusione, affermando che non c'erano le autorizzazioni e le norme giuridiche per proseguire le cure. Successivamente è arrivato il primo pronunciamento del Tribunale di Livorno, che consente la prosecuzione della terapia, e l'ok in Consiglio dei ministri al decreto per quanti hanno già avviato una cura di questo genere. Ma ieri l'ultimo colpo di scena giudiziario, perché gli Spedali si sono costituiti "parte resistente", ribadendo che non esiste una normativa precisa che permetta di proseguire con le cure e segnalando che ricevono troppe richieste rispetto alle proprie risorse.

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