(ASCA) - Roma, 28 giu - Mio figlio non e' un traditore: questo e' l'incipit della versione di Lonnie Snowden, padre di Edward Snowden, sull'affaire Datagate. In un'intervista rilasciata alla Nbc, il padre del protagonista di una delle piu' grandi fughe di notizie riservate degli Stati Uniti spiega perche', a suo dire, suo figlio ''non si possa definire un traditore''. Di fatto ''ha infranto la legge degli Stati Uniti'' perche' ''ha violato la legge'', ammette Lonnie Snowden, ma ''non ha tradito il popolo degli Stati Uniti'', al massimo, dice convinto il padre, ''ha tradito il suo governo''. Lonnie Snowden fa sapere di non vedere suo figlio da aprile scorso e di aver preso contatto con il Procuratore Generale degli Stati Uniti, Eric Holder, tramite il suo avvocato, per trovare un accordo sulle modalita' del processo e per far si che suo figlio non venga arrestato prima del processo per impedirgli di fare dichiarazioni pubbliche; a queste codizioni il padre di Snowden crede che suo figlio sarebbe disposto a tornare. ''Gli voglio bene, e vorrei parlargli'' ma ''non vorrei metterlo in pericoolo''. Il padre di Snowden dichiara esplicitamente ''di aver paura di quelli che circondano'' suo figlio, la 'talpa' dell'intelligence statunitense, formalmente accusato di spionaggio dalla magistratura Usa per aver rivelato l'esistenza del programma ''Prism'', la rete di monitoraggio usata dalla National Security Agency per accedere ai server delle piu' importanti aziende della Silicon Valley e raccogliere informazioni su privati cittadini. ''Penso a WikiLeaks'', ''penso alla sua storia'', dice Lonnie Snowden: ''qui non e' messa in dicussione la Costituzione degli Stati Uniti'' ma ''la possibilita' di divulgare il maggior numero di informazioni possibili''. (fonte AFP).
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