Milano, 31 lug. (Adnkronos Salute) - Dopo la bocciatura della mozione per impegnare la Giunta a garantire il pediatra di base ai figli di immigrati irregolari, Umberto Ambrosoli ci riprova. E torna all'attacco con un progetto di legge che prevede semplicemente il 'recepimento' dell'Accordo Stato-Regioni, in cui si forniscono indicazioni per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni, compreso la possibilità di assegnare il pediatra di libera scelta ai bambini non in regola con il permesso di soggiorno.
Il progetto di legge verrà presentato domani mattina. L'obiettivo "è dare operatività a quanto definito in relazione ai pediatri nell'atto della Conferenza Stato-Regioni", spiega Ambrosoli oggi durante una conferenza stampa convocata al termine dell'audizione in Commissione Sanità del Consiglio regionale di diverse associazioni fra cui, Naga e Caritas, che si occupano assistenza sanitaria agli stranieri. "A settembre - avverte - molto probabilmente il rischio è che la Regione Lombardia si trovi a dover fare i conti non solo con l'atto normativo originariamente firmato dalla stessa Regione", in sede di Conferenza Stato-Regioni "e poi non reso esecutivo, ma addirittura con un provvedimento giudiziario che ne impone l'adozione. Noi riteniamo che sia stato commesso un errore in Aula. Succede. Talvolta, infatti, l'Aula diventa il luogo più di una ricerca identitaria che di un dibattito costruttivo. Noi non vogliamo che questo errore perduri".
Il pdl è "copiato" dal provvedimento 'confezionato' dal Friuli Venezia Giulia, comunica Ambrosoli, spiegando l'importanza di "condividere le buone pratiche". Il consigliere regionale di Patto civico ha infine richiamato le dichiarazioni della associazioni ascoltate in mattinata, che hanno spiegato come l'assistenza pediatrica serva anche "a ridurre il costo della spesa sanitaria. L'accesso di questi bambini in emergenza-urgenza, dove sono trattati giustamente come codici bianchi, non solo intasa i nostri pronto soccorso, soprattutto il sabato e la domenica, ma produce un costo di gran lunga maggiore rispetto a un'assistenza continuativa in sede pediatrica", osserva Ambrosoli. "La mancata assistenza di questi bimbi in maniera costante può produrre inoltre emergenze che hanno un costo anche in questo caso maggiore per il Ssn".
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