Milano, 16 ago. (Adnkronos Salute) - Reparti che chiudono, bimbi costretti a 'emigrare' in cerca di cure su misura. Lanciano l'allarme i pediatri calabresi della Sipo (Società italiana pediatria ospedaliera), che rivolgono un appello al Garante dell'infanzia, a tutti i politici e al presidente della Regione, e ai direttori generali delle aziende sanitarie: "Almeno non toccate le Pediatrie". In tempi di crisi, infatti, per i tagli alla spesa "hanno già chiuso i battenti 5 reparti di pediatria", riferisce il presidente di Sipo Calabria, Ernesto Saullo.
"I tagli alla spesa sanitaria, con il blocco del turnover del personale medico - afferma Saullo, direttore dell'Unità operativa di pediatria di Lamezia Terme - stanno mettendo a rischio quel carattere di universalità e di specializzazione della Pediatria calabrese che rappresenta una grande conquista di questi ultimi anni. E i segnali di questo pericoloso arretramento sono sotto gli occhi di tutti: reparti che chiudono o che si trovano nelle condizioni di dover chiudere per la grave carenza di personale medico; trasferimento di bambini e adolescenti con malattie acute e croniche nei reparti con adulti o fuori regione, andando così ad aumentare la famosa mobilità che tanto grava sul famoso Piano di rientro, e incentivando sempre di più quell'emergente insicurezza di chi cura e di chi è curato".
"Ciò di cui ha urgente bisogno la Pediatria calabrese - sostiene Saullo - è un profondo rinnovamento che assicuri una rete pediatrica in grado di garantire ai bambini e agli adolescenti un'assistenza ai massimi livelli di qualità possibile, a partire da una riorganizzazione della rete assistenziale ospedaliera che deve virare decisamente verso l'unificazione funzionale dei piccoli ospedali e la realizzazione di grandi unità di pediatria multidisciplinari e integrate".
Il presidente della Sipo regionale avverte: "Non possiamo far fronte alle nuove emergenze della pediatria - prima tra tutte l'ottimale gestione delle malattie croniche come le cardiopatie, la fibrosi cistica, il diabete, la celiachia, le malattie neurologiche, le patologie immunologiche e i tumori che non hanno più esiti fatali, o li hanno molto meno di prima, ma hanno delle ripercussioni a lungo termine come terapie e controlli medici se non addirittura per tutta la vita - con una rete assistenziale pensata per le esigenze del passato".
"Così - incalza Saullo - si mette in discussione il diritto dei bambini di essere assistiti da personale specializzato e curati in ambienti 'a misura di bambino'. Promuovere la salute dei bambini di oggi significa anche ridurre il numero di adulti e anziani malati di domani, destinati ad assorbire la quota di gran lunga più rilevante della spesa sanitaria. Riportare il bambino al centro dell'attenzione della nostra società è forse il più importante tra gli obiettivi per la Pediatria di oggi", avverte il presidente di Sipo Calabria. "Una società che non presta sufficiente attenzione al bambino e alle sue problematiche, che trascura di fatto le necessità sanitarie, familiari e sociali dei bambini e dei ragazzi - osserva - è, con tutta evidenza, una società che non crede nel proprio futuro".
Il sistema delle cure ai più piccoli va dunque ripensato, ribadisce il numero uno dei pediatri calabresi. "La soluzione a questo problema è rivedere l'organizzazione dell'intero sistema sanitario, in modo che tutti i pediatri che seguono i bambini siano perfettamente in grado di curarli, senza impedimenti di alcun tipo. La Sipo ha un grande compito in questo senso: elaborare in tempi rapidi proposte concrete e convincenti da sottoporre all'attenzione delle Istituzioni competenti e avere, nel contempo, l'autorità scientifica per sostenerle. Condizione essenziale perché ciò possa avvenire è che la Sipo torni a svolgere la propria funzione di casa comune per tutti i pediatri dimostrando che università , ospedale e territorio possono e devono lavorare in modo integrato per il benessere e la salute dell'infanzia e dell'adolescenza".
Nessun commento:
Posta un commento