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mercoledì 15 gennaio 2014

Influenza: esperti, non affollare ospedali per sintomi bimbi

Roma, 15 gen. (Adnkronos Salute) - "L'influenza deve essere gestita sul territorio, dal pediatra di famiglia e i ricoveri ospedalieri devono essere limitati ai casi di effettiva necessità, sia per evitare al bambino un inutile disagio legato alla degenza, sia per contenere i costi, sia ancora per non favorire la diffusione nosocomiale del virus, particolarmente pericolosa per i soggetti ospedalizzati con malattie croniche". Lo evidenzia Susanna Esposito, presidente della Società italiana di infettivologia pediatrica (Sitip). "Il virus influenzale - sottolinea in una nota - è il terzo agente, in ordine di frequenza, che causa infezioni ospedaliere in età pediatrica, dopo il virus respiratorio sinciziale e il rotavirus. L'obiettivo è quindi quello di evitare l'ospedalizzazione, se non indispensabile".

Per evitare ricoveri per soli sintomi influenzali, dunque, è necessario seguire le recenti linee guida nazionali e internazionali. In generale, spiegano gli infettivologi pediatrici, una diagnosi di influenza, nel momento in cui il virus circola nell'ambiente, è suggerita quando si presentano sintomi a esordio brusco e improvviso: la presenza costante di febbre che, in un numero non trascurabile di casi, raggiunga valori elevati anche superiori a 39; un sintomo respiratorio (tosse, faringodinia, congestione nasale) oppure un sintomo sistemico (cefalea, malessere generalizzato, sudorazione, brividi). Nei bambini più piccoli, che non sono in grado di descrivere i sintomi sistemici, l'influenza si può manifestare con irritabilità, pianto e inappetenza e, soprattutto nel lattante, può essere accompagnata nel 10-20% dei casi da vomito e diarrea.

Nel trattamento dei sintomi associati all'influenza, come febbre e dolore, risultano efficaci il paracetamolo e gli antinfiammatori non steroidei (Fans), sottolineano gli esperti della Sitip che suggeriscono, in assenza di complicazioni di verosimile origine batterica, di limitare l’impiego di antibiotici per evitare la possibile comparsa di ceppi batterici antibiotico-resistenti e per il loro costo elevato. Da non dimenticare, inoltre, semplici accorgimenti quali il riposo in ambiente confortevole e l'adozione di una dieta bilanciata, con particolare attenzione a un'adeguata somministrazione di liquidi e a un apporto calorico minimo che tenga conto della difficoltà del bambino ad alimentarsi.

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