Cromo esavalente e formaldeide. Sono queste le sostanze tossiche pericolose che la Lav ha rinvenuto nella di pelliccia di alcuni capi di note firme italiane del settore bambino e del lusso. Eâ il secondo filone di analisi, dopo le prime che a maggio scorso avevano rilevato la presenza di queste sostanze in giubbotti del Gufo, Miss Blumarine, Fix Design, Gucci e Brums. Questa volta a finire nel mirino della Lav [1] sono stati i brand D&G (cappotto per bambina età 36 mesi con inserto in pelliccia di coniglio ); Blumarine Baby (giacca per bambina età 36 mesi con inserto in pelliccia di coniglio); Woolrich (parka per bambino di età 24 mesi con inserto in pelliccia di cane procione)". In tutti e tre sono state rilevate quantità di sostanze tossiche superiori ai limiti stabiliti dai regolamenti europei. Risultati che hanno spinto lâAssociazione a sollecitare il ministero della Salute "a effettuare una valutazione della pericolosità per la salute dei consumatori (in questo caso bambini di età inferiore ai 36 mesi) in relazione all'uso dei prodotti testati; predisporre un divieto temporaneo cautelativo di esposizione nella rete di vendita dei prodotti in questione e promuovere specifici accertamenti su altri eventualmente ancora in vendita, ai sensi del Codice del Consumo (Decreto Legislativo 206/2005). Infine vietare l'uso di pelliccia animale almeno nei prodotti, di abbigliamento e non, destinati ai minori, o comunque ai bambini".
Secondo quanto evidenzia la ricerca 'Toxic Fur 2' "il cappottino D&G (bimba 36 mesi) è risultato contaminato dal famigerato Cromo VI (esavalente), oltre che un quantitativo elevato di Cromo III (trivalente) che può causare irritazioni; la giacca Blumarine Baby (bimba 36 mesi) presenta elevati valori di Cromo III (trivalente) cedibile da sudore e Formaldeide; la giacca Woolrich (bimbo 24 mesi), oltre ad elevati valori di Cromo III (trivalente) cedibile da sudore e Formaldeide, risulta contaminata anche da elevati valori di Nonilfenolo Etossilato. Sono state rilevate anche altre sostanze chimiche, come alcuni Idrocarburi Policiclici Aromatici".
I capi dâabbigliamento sotto accusa sono stati reperiti tra ottobre e novembre di questâanno, presso i tradizionali canali distributivi (negozi e e-commerce). "Le componenti di pelliccia animale - spiega ancora la Lav - presenti come bordature di questi articoli, sono state sottoposte a test eco-tossicologici, con lo scopo di rilevare lâeventuale presenza residua di sostanze chimiche impiegate nelle fasi di concia e finissaggio delle pellicce.
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