Roma, 23 gen. (askanews) - "Il dramma della Shoah - sottolinea il regista Beppe Tufarulo - ha lasciato un'impronta indelebile non solo sui sopravvissuti ai campi di sterminio ma anche sulle generazioni successive. Il trauma subito ha portato ad un immenso vuoto fisico ed emotivo con cui i superstiti si sono trovati a convivere. Il loro senso di colpa per essersi salvati ha reso molto difficile la capacità di vivere una vita normale a guerra finita ed ha, di conseguenza, reso complicata la costruzione di successivi legami familiari. Eccolo, dunque, il pesante fardello dell'Olocausto che, oltre ad aver lacerato i genitori ha colpito anche i figli di seconda generazione che sono cresciuti con la consapevolezza di un vuoto affettivo da dover colmare silenziosamente con le proprie forze. Da questa premessa nasce un documentario che vuole indagare nell'animo e nell e emozioni di tutti i protagonisti coinvolti. Nelle loro parole e nei gesti involontari sono sedimentate tracce di esperienze passate, espressioni di dolore che si fanno memoria, testimonianza e coraggio".
Nel cast tecnico, oltre al regista e allo sceneggiatore-protagonista, figurano Giacomo Faenza come autore del soggetto con lo stesso Moscati, quindi Michele Amadori alle musiche, Alessandro Amori al montaggio, Francesco Di Pierro alla fotografia e Vincenzo Urselli al suono in presa diretta.
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