Roma, 15 mag. (AdnKronos) - Farà sicuramente parlare, discutere e pensare, magari susciterà qualche polemica. Simone Cristicchi torna domani sul palcoscenico del Teatro Tor Bella Monaca di Roma per il debutto nazionale dello studio del suo nuovo spettacolo 'Il secondo figlio di Dio', con cui sarà in scena anche domenica, e che presenterà ufficialmente il 10 agosto in cima al Monte Labbro, vicino al Monte Amiata. Lo racconta lo stesso artista all'Adnkronos: "Questo è un esperimento che faccio davanti al pubblico del Teatro di Tor Bella Monaca, che è abituato ormai alle mie incursioni. Dopo 'Mio nonno è morto in guerra' e 'Secondo me', torno a Roma con uno studio ispirato alla straordinaria vicenda realmente accaduta di David Lazzaretti, (1834-1878), un predicatore italiano che operò nella Toscana del XIX secolo, e in particolare nella zona di Arcidosso e del Monte Amiata".
"Non è un debutto vero e proprio ma un'anteprima di uno spettacolo da costruire e che presenterò il 10 agosto in cima al Monte Labbro, dove Lazzaretti aveva costruito, come la chiamava lui, la 'nuova Sion' - continua Cristicchi - Oggi rimangono solo rovine delle abitazioni, ma mi piace l'idea di debuttare proprio nel luogo dove si svolsero i fatti".
A causa delle sue numerose visioni e per la sua tragica fine, Lazzaretti viene ricordato ancora oggi come il 'Cristo dell'Amiata' o il 'Profeta di Arcidosso': "La storia di Lazzaretti è una storia incredibile avvenuta a fine 800 - spiega l'artista - era un umile carrozziere che venne folgorato da alcune visioni mistiche che convertirono anche diversi cittadini che credevano fosse il figlio di Dio, e nel 1878 si autoproclamò 'Gesù Cristo in Terra'. Quella di Lazzaretti è una vicenda che racchiude in sé il dramma di un'epoca dove i poveri erano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi, un po' come oggi".
"Tra la popolazione di quelle montagne, Lazzaretti raccolse numerosi seguaci in breve tempo, predicando una sorta di proto-socialismo - continua Cristicchi - un'idea di comunità dei poveri che metteva insieme tutto con fatica, una comunità che si rese autonoma con 4000 seguaci. Il suo sogno però fu spento da una pallottola e finì nel sangue a causa di un bersagliere gli sparò durante una processione; Lazzaretti morì, ma la sua morte generò un vero e proprio culto nei confronti di quest'uomo e ancora oggi ci sono persone che si rifanno ai suoi insegnamenti".
Nell'Ottocento, la comunità di Lazzaretti, soprannominata 'Giurisdavidica', assunse presto i caratteri di un socialismo utopistico e presto l'attività di Lazzaretti e dei suoi proseliti mise in allarme la Chiesa cattolica, che nel 1878 lo condannò per eresia, scomunicandolo e mettendo all'Indice i suoi testi. Cristicchi, però, non sembra aver paura di suscitare polemiche con questo progetto.
"Non credo che questo lavoro sia motivo di polemiche, perché si tratta di una figura che è parte integrante del territorio del Monte Amiata -afferma l'artista - e poi sono passati più di 150 anni, la sua storia può essere raccontata con serenità . Il taglio che gli ho dato mette in risalto la forza di un'idea. Volevo mettere in risalto questa figura di un uomo umile che dal niente edifica un sogno e un progetto di vita alternativi".
Lo spettacolo è stato scritto insieme al regista Manfredi Rutelli, con la collaborazione di Matteo Pelliti: "Nel 2008 ho frequentato molto il monte Amiata e ho avuto modo di conoscere la storia di Lazzaretti, di vedere di persona i luoghi in cui aveva predicato e vissuto, e mi innamorai subito di questa storia - racconta Cristicchi - Poi ho incontrato Manfredi Rutelli e abbiamo lavorato a quattro mani su un suo testo, cercando di capire quale fosse il modo migliore per raccontare questa storia".
"Spero che il progetto possa incuriosire il pubblico, così come ha incuriosito e affascinato me. Sono sempre seguito da folgorazioni e innamoramenti nella mia carriera - spiega Cristicchi - senza mai precludermi nulla. 'Magazzino 18', il mio ultimo progetto, è nato così e ha avuto un grande successo. La storia di Lazzaretti oggi ha un suo valore e si può raccontare pensando a quello che è il presente, la sua vicenda si presta bene al teatro".
Nonostante il successo a Sanremo nel 2007, l'artista romano non sembra intenzionato a tornare a calcare il palco dell'Ariston in futuro: "Per il momento non credo di tornare a Sanremo, ho già avuto molta fortuna nel mondo del teatro e per me ora sarebbe un shock tornare a quell'altro tipo di palcoscenico. Sebbene continui a fare concerti, soprattutto d'estate, nel teatro ho trovato il mio habitat artistico perfetto perché qui riesco a narrare personaggi e storie", conclude Cristicchi.
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