Quando si esibisce Giovanni Allevi cerca di tirare fuori la sua parte più autentica e vera, «il bambino che è dentro di lui».
Così il pianista e compositore racconta il suo rapporto genuino con il pubblico.
«Più passa il tempo, più aumenta la consapevolezza che un concerto non è solo suonare davanti a un pubblico, ma entrare in contatto con l'animo di chi ti ascolta. E ci si riesce solo guardandosi dentro, confrontandosi con i propri demoni, con il proprio lato oscuro alla ricerca di Luce. La magia è quando questo succede anche al pubblico», ha dichiarato il musicista intervistato dallâAnsa in occasione del suo attesissimo ritorno a Roma, dopo il sold out a marzo alla Cavea all'Auditorium Parco della Musica.
E dagli applausi scroscianti che hanno dato il benvenuto cadenzando regolarmente la sua performance, sembra che Allevi abbia proprio scoperto il segreto della comunicazione vincente con il pubblico.
D'altra parte, il p ianista ha curato con particolare attenzione la scaletta per la data romana del suo Love - Piano Solo Tour, inserendo non solo brani tratti dal suo ultimo lavoro, «Love», ma anche hit della sua carriera ventennale come «Monolocale 7.30 a.m.», «Abbracciami» e «Il bacio».
«Per una mia etica personale, non mi sembrava giusto rifare lo stesso concerto di qualche mese fa, volevo regalare al pubblico qualcosa di diverso e così ho pensato una scaletta molto più ampia: credo sia stato il concerto più esteso che io abbia mai fatto con piano solo», ha concluso.
Cover Media
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