Milano, 16 set. (AdnKronos Salute) - - Ai giardinetti per crescere più in forma e più sani. Gli spazi verdi sono la cornice ideale per prevenire l'obesità nei bambini, un''assicurazione sulla vita' contro il rischio che da adulti i chili di troppo ereditati dall'infanzia si traducano in malattie metaboliche e problemi di cuore. Il consiglio di aprire ai piccoli le porte del parco, per chiuderle al diabete quando saranno grandi, arriva da uno studio presentato a Stoccolma al 51esimo Congresso dell'Easd (Associazione europea per lo studio del diabete).
I bimbi che dai 3 ai 5 anni non vanno ai giardini, sentenziano gli autori, hanno quasi il 40% di probabilità in più di ritrovarsi obesi entro i 7 anni. Con il pericolo di rimanere tali da adulti, quindi di ammalarsi.
Gli autori della ricerca sono olandesi, Annemarie Schalkwijk e colleghi del VU University Medical Center di Amsterdam, ma i dati sono stati raccolti su 6.500 bimbi inglesi nati tra il 2000 e il 2001. I piccoli sono stati monitorati periodicamente (all'età di 9 mesi e poi a 3, 5 e 7 anni), utilizzando un modello computerizzato che permetteva di valutare l'associazione tra sovrappeso-obesità e vari fattori ambientali: la presenza di spazi verdi vicino a casa, l'abitudine di andare al parchetto, le condizioni generali del quartiere.
Quindi sono stati presi in considerazione altri elementi per capire se e come condizionavano il rapporto tra chili sulla bilancia e uscite ai giardini: dalle abitudini alimentari all'attività fisica, dal reddito al livello di istruzione della famiglia, fino alle regole imposte da mamma e papà e al modello di educazione ricevuto.
Il risultato è che "non avere accesso a un giardino all'età di 3-5 anni aumenta del 38% la probabilità di essere obesi a 7". Un'associazione valida "per i figli di famiglie meno istruite, ma anche in caso di livelli di istruzione alti se il quartiere è svantaggiato". Il messaggio però è generale: "I limiti alle uscite outdoor si associano a sovrappeso/obesità a breve termine", avvertono gli studiosi che evidenziano la necessità di approfondire la 'via verde' come una possibile arma di prevenzione del diabete di tipo 2.
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