Roma, 25 set. (LaPresse) - La protesta non si placa, la rabbia neanche e la raccolta di firme continua. Da ieri a Cesano, paesino alla porte di Roma noto alle cronache per ospitare nel suo territorio i famigerati ripetitori di Radio Vaticana, è iniziata una raccolta di firme fatta davanti alla chiesa in calce a un esposto che sarà inviato alla Procura della Repubblica, ai sindaci e al presidente della Regione e della Provincia. L'iniziativa è promossa dall'associazione 'Bambini senza onde'.
Oggetto: l'inquinamento elettromagnetico di Radio Vaticana. I residenti chiedono una definitiva svolta nel contenzioso ormai decennale che li oppone all'emittente del Papa. L'esposto ricorda che per effetto della sentenza della Cassazione del 24 febbraio scorso 'è stato definitivamente accertato in sede giudiziaria che gli impianti di Radio Vaticana siti in Santa Maria di Galeria a partire dal 1999 hanno diffuso onde elettromagnetiche atte ad offendere o molestare i residenti delle aree circostanti ed in particolare a Cesano di Roma, arrecando agli stessi disagio, disturbo, fastidio e turbamento'.
Ma nulla è accaduto fino a oggi. Nei prossimo giorni, quindi, l'esposto arriverà a piazzale Clodio per rimettere di nuovo il caso nella mani della giustizia. La nocività delle onde elettromagnetiche trasmesse da Radio Vaticana non è solo provata da una sentenza della Cassazione dello scorso febbraio ma anche da una perizia, durata oltre quattro anni, realizzata dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. I risultati sono stati resi noti dal comitato dei cittadini di Roma Nord, dove, in 425 ettari, sorge l'intero impianto radio-trasmittente. Il dossier del perito del tribunale non lascia spazio a dubbi. Nelle carte viene indicata un'associazione "coerente, importante e significativa" di rischio di morte per leucemia o di rischio di ammalarsi di leucemia, linfoma e mieloma per lunga esposizione ai ripetitori fino a 12 chilometri di distanza.
Ma non basta. Nei documenti si legge ancora: Non siamo stati in grado di trovare un fattore di causa diverso dalla Radio Vaticana. I risultati hanno a che fare con la dislocazione in cui queste persone, e soprattutto i bambini, hanno abitato nel loro periodo di vita. Livelli così elevati di rischio si riscontrano, nella letteratura scientifica, soltanto negli studi epidemiologici relativi alle zone che hanno subito gli effetti dell'esplosione di una bomba atomica".
Lo studio condotto dal centro di tumori di Milano sulla nocività delle onde emesse da Radio Vaticana, contro le quali i cittadini di Cesano hanno iniziato la raccolta di firme per un esposto in procura, ha analizzato i 137 decessi per leucemia dal 1997 al 2003 prendendo in esame 20 anni di storia abitativa antecedenti la data della morte. Questo il risultato: nei territori compresi entro i dodici chilometri dalle antenne, il rischio di morte per leucemia è 6,6 volte superiore a quello attestato oltre i dodici chilometri.
Lo studio ha analizzato casi di leucemie, linfomi e mielomi nei bambini da 0 a 14 anni avvenuti dal 1989 al 2005 e ha esaminato l'intera storia abitativa individuale antecedente la data in cui si è manifestata la patologia. Fino a 12 chilometri dagli impianti, il fattore di rischio è da 4,1 a 4,7 volte superiore al valore oltre i 12 chilometri di distanza. Il rischio sale fino a 6,9 volte se si considerano solo i bambini di età maggiore di un anno. Questo si traduce in circa 1 caso stimato di leucemia o linfoma per ciascuno dei 17 anni di studio.
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