Roma, 2 set. - (Adnkronos) - Potrebbe essersi ammalata in corsia, secondo il marito, l'infermiera al centro dell'inchesta sulla Tbc al Gemelli. "Mia moglie fa una vita sana non prende neanche l'autobus, si sposta in automobile", dice in un'intervista al 'Corriere della Sera'. "Forse è un concetto elementare - racconta - ma sei fai il poliziotto il rischio è qualcuno ti spari, se giochi a calcio puoi romperti una gamba, e se fai l'infermiera c'è la possibilità di prendere una malattia. E' al nido da un anno e mezzo. Prima stava a fisiopatologia respiratoria. Vai a sapere ...".
Riguardo invece alle accuse del Codacons, l'uomo replica: "Potrebbe chiedere la mia cartella clinica ai sanitari dell'Umberto I e finalmente chiarire di cosa mi ammalai". "Non si trattava di tubercolosi - spiega - Era una pleurite essudativa di sospetta origine tubercolotica. Ho girato per un mese con un dolore al costato, senza che si capisse cosa fosse. Era il 2004: non ringrazierò mai abbastanza i medici del policlinico Umberto I che mi hanno curato. Mi hanno salvato la vita. Ero stato anche al Cristo re. Inutilmente, visto che continuavo a stare male. Così il medico personale mi disse: 'Cambiamo ospedale'. Quando mi dimisero la prima cosa che chiesi al professore che mi guardi fu se ci fossero rischi di contagio per mia moglie, mio figlio, i colleghi del posto di lavoro. 'Nessun pericolo, può tornare a casa tranquillamente'".
Anche sulle notizie riguardanti la positività alla tbc della moglie nel 2005 afferma che "non c'è stato chiarezza. I medici del Gemelli - conclude - accertarono la positività dopo uno screening nel reparto dove lavorava. Venne ricoverato un giovane e si scopri che aveva la tubercolosi. Me lo disse proprio lei. 'Sai che devo fare il test per la Tbc? Un paziente era ammalato ...'".
Source: http://www.libero-news.it/
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