(KIKA) - LOS ANGELES - Non c'è pace per Michael Douglas. Dopo aver vinto una difficile battaglia contro il cancro, una nuova delusione lo ha atteso all'orizzonte: il figlio Cameron, già in carcere, non è riuscito a disintossicarsi ed è stato nuovamente accusato di traffico di stupefacenti.
Al giudice di Manhattan Richard Berman non era mai capitato di avere a che fare con un imputato che avesse agito in maniera "così tanto incautamente, promiscuamente e palesemente criminosa, e che si sia comportato in modo così distruttivo e manipolatore".
L'uomo di legge non ha usato mezzi termini nel leggere la sentenza inflitta a Cameron Douglas, 33 anni, che alla pena di cinque anni già ricevuta per aver venduto metanfetamine nel 2009, si è visto infliggere un'ulteriore pena di quattro anni e mezzo per traffico di stupefacenti in carcere.
"Non riesco a sentirmi a mio ago - ha ribattuto Douglas - Mi vergogno profondamente, mi sento colpevole".
A nulla è valsa la richiesta dell'avvocato difensore di considerare la situazione di salute del suo cliente: gli sforzi dell'uomo, infatti, ha sottolineato il legale, non sono inusuali per un tossicodipendente che non si è mai sottoposto a riabilitazione. Prima del 2009 Cameron era stato eroinomane per ben cinque anni.
L'unica nota positiva? Forse potrà avere il permesso di vedere la famiglia: per undici mesi, infatti, questo diritto gli era stato negato a causa di violazioni del regolamento carcerario.
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