(ASCA) - Roma, 22 dic - ''Con un'alimentazione priva di carne
il bambino rischia ritardi mentali e difetti della vista'':
e' quanto afferma Giuseppe Pulina, professore ordinario di
Zootecnica Speciale dell'Universita' di Sassari e presidente
dell'Associazione per la Scienza e le Produzioni Animali
(ASPA). Che spiega che nell'alimentazione della prima
infanzia la carne e' fondamentale: ''Le linee guida per
l'alimentazione complementare dei bambini pubblicate
dall'Organizzazione Mondiale della Sanita' raccomandano, a
partire dai sei mesi di eta', l'assunzione giornaliera di
alimenti di origine animale. E mettono in evidenza che, se
nella dieta la carne e' assente, per garantire al bambino gli
apporti di microelementi fondamentali come ferro e vitamina
B12 e' necessario utilizzare alimenti 'fortificati' o
integratori. Ma assumere integratori e' come dire sostituire
la natura con prodotti di sintesi''.
La biodisponibilita' di ferro e di B12 nella carne e'
superiore a quella di qualsiasi alimento fortificato,
continua Pulina: ''I bambini allattati al seno da madri
vegane e vegetariane o svezzati senza carne manifestano
carenze di vitamina B12 con sintomi di anemia megaloblastica,
ipotonia, alterazioni a fegato e milza e ritardi nella
crescita somatica e cognitiva''.
Anche lo sviluppo cerebrale, continua Pulina, viene chiamato
in causa da una dieta carente di carne. ''Per la
mielinizzazione delle cellule nervose sono indispensabili due
acidi grassi a lunga catena, EPA e DHA, detti anche
'essenziali' perche' non vengono prodotti a sufficienza
dall'organismo - continua Pulina -. Gli unici alimenti che li
contengono sono le carni di animali giovani, soprattutto
l'agnello, e il pesce, la cui assunzione e' pero'
sconsigliata fino al compimento del primo anno di eta'
perche' e' un alimento fortemente allergizzante''.
noe/sam/rob
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