Roma, 28 mar. (Adnkronos Salute) - Almeno 32 coppie italiane nel 2011 hanno richiesto la maternità surrogata in centri esteri di fecondazione assistita. La pratica dell''utero in affitto', il ricorso cioè a un'altra donna che si sottopone ai trattamenti e porta avanti la gravidanza per la coppia, è vietata nel nostro Paese. Il dato emerge dalla quarta indagine dellâOsservatorio sul turismo procreativo, presentata questa mattina a Roma. Il flusso di italiani alla ricerca di un utero in affitto è stato più volte stimato in un centinaio, ma non c'erano dati precisi. La ricerca ha contato le richieste contattando i principali centri che forniscono questo servizio: 33 strutture/agenzie in 7 Paesi (Stati Uniti, Ucraina, Armenia, Georgia, Grecia, Russia e India).
Sulla base delle risposte, nel 2011 sono state almeno 32 le coppie italiane che hanno richiesto la maternità surrogata. Nel dettaglio, 18 si sono rivolte alla Russia, 9 all'Ucraina, 5 a Georgia-Armenia. "Purtroppo è un fenomeno in continua crescita - commenta Andrea Borini, presidente dellâOsservatorio sul turismo procreativo - e in qualche clinica si è registrato un aumento del 100% di coppie e single provenienti dallâItalia". Tanto che i centri si sono attrezzati. Nel corso dell'indagine sono state trovate pagine e sezioni dedicate agli italiani nei siti Internet di strutture in Ucraina, Russia, Grecia e Stati Uniti.
In alcuni casi, soprattutto in Ucraina, al telefono si può parlare con personale che conosce lâitaliano. La possibile esposizione a condanne in patria per gli italiani che hanno fatto ricorso a questa pratica, induce molte cliniche e agenzie a non rivelare i dati sul numero dei nostri connazionali che hanno fatto richiesta. Si limitano a rispondere affermativamente, in maniera generica, "abbiamo pazienti italiani". Oppure, come ha affermato una clinica statunitense: "Non possiamo dichiarare il numero esatto, ma abbiamo notato un aumento del 100% di coppie e single provenienti dallâItalia".
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