Roma, 25 set. (Adnkronos Salute) - Stretta in vista sulle norme in materia di donazione di sperma in Danimarca. Una decisione che sarà in vigore da ottobre, presa dopo che un donatore ha trasmesso una rara malattia genetica ad almeno cinque dei 43 bambini generati grazie al suo seme. Al centro della vicenda la neurofibromatosi di tipo 1 (Nf1), patologia che provoca tumori che colpiscono il sistema nervoso. Una vicenda non riguarda solo coppie danesi: la Danimarca è diventata una meta dei viaggi della speranza degli aspiranti genitori, tanto che si pensa che il seme sotto accusa sia stato utilizzato in ben 10 Paesi.
La vicenda ha portato al centro delle critiche anche la banca del seme che non ha sottoposto a screening ad hoc il donatore. Per limitare i rischi, in futuro gli uomini potranno cedere seme sufficiente solo per 12 trattamenti. La Nordisk Cryobank di Copenaghen, coinvolta nella vicenda, ha fatto sapere di essere a conoscenza della nascita dei cinque bambini con Nf1. Ma per le regole di riservatezza non sono stati resi noti i dettagli su dove vivono i bimbi. In ogni caso, i vertici della banca del seme hanno fatto sapere che il donatore era attivo da prima dell'ottobre 2008, e il suo seme è stato utilizzato da donne di Paesi Europei e non. La Nordisk Cryobank non avrebbe smesso di usare lo sperma immediatamente, perché non era certa che il donatore fosse responsabile della trasmissione della malattia ai piccoli. Secondo la tv danese Dr il seme sarebbe stato utilizzato da 14 diverse cliniche della fertilità nel Paese.
La Nf1, ricorda la Bbc online, è causata da una mutazione genetica. In metà dei casi si passa dal genitore al figlio. In altri casi la mutazione sviluppa da sola. La malattia è in grado di produrre una vasta gamma di sintomi, da una pigmentazione della pelle insolita, a deturpanti tumori non-cancerosi, che a volte possono diventare maligni. Può anche causare difficoltà di apprendimento, problemi alla vista e alla colonna.
La madre di uno dei bambini colpiti, Mia Levring, si è detta "scossa e scioccata" dalla vicenda. Mentre un'altra mamma, Sonja Pedersen, ha sottolineato la gravità del caso e il fatto che, considerata la spesa, i centri hanno "la responsabilità di fare in modo che il prodotto, per così dire, sia a posto". Il responsabile della Danish Health and Medicines Authority, Anne-Marie Vangsted, ha criticato la banca del seme, che non è riuscita a bloccare ed eliminare il materiale quando è emerso il problema. Inoltre non è chiaro come il donatore sia stato in grado di generare 43 bambini, considerato il limite danese di 25. Il nuovo limite di 12 nascite sarà introdotto a partire dal 1 ottobre.
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