Milano, 26 nov. (Adnkronos Salute) - Sotto il peso dei chili di troppo rischiano di storcersi anche le gambe dei bambini. Con l'epidemia di obesità aumenta infatti il pericolo di ginocchio valgo, meglio noto come gambe 'a X'. Un problema che riguarda soprattutto le femmine, fisiologicamente più esposte dei maschi, e che in una grande città come Milano fa registrare numeri in crescita. Tra le cause all'attenzione degli esperti, oltre agli stili di vita e al dilagare del sovrappeso, ci sono anche fattori di tipo etnico: "Moltissimi pazienti provengono da India e Pakistan", rileva per esempio Massimo Paleari, responsabile dell'Unità operativa di ortopedia pediatrica dell'Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, dove un intervento chirurgico mirato ha già permesso a oltre 80 ragazzini di correggere il difetto.
Le patologie del ginocchio sono tra i difetti acquisiti o congeniti più diffusi nei bambini, e sono legate a un mancato allineamento di femore e tibia, che determina la formazione di un angolo ottuso rivolto verso esterno (gambe a X) o verso l'interno (ginocchio varo o gambe 'a parentesi'). Il tema è stato uno degli argomenti al centro congresso 'Procedure nella traumatologia pediatrica', che ha riunito presso l'Irccs meneghino una sessantina di camici bianchi fra ortopedici, pediatri, fisioterapisti, fisiatri e altri ancora.
"In media, nella popolazione italiana, il ginocchio valgo ricorre in 1-2 bimbi su 500", spiega Paleari all'Adnkronos Salute. "Il difetto è più frequente nelle femmine, che per loro natura presentano rispetto ai maschi un valgismo fisiologico (5 gradi in più). Il ginocchio valgo può essere congenito, ma anche acquisito e in questo caso l'obesità è certamente un elemento da considerare", precisa lo specialista.
Sottoporre i bambini a controlli periodici dall'ortopedico, raccomandano gli esperti, permette di individuare precocemente i difetti congeniti. E consente di correggere uno stile di vita inadeguato, tra cui anche qualche eccesso nelle attività sportive. Una condizione che, in una società in cui il bimbo è spinto spesso a primeggiare a tutti i costi, gli specialisti rilevano sempre più di frequente. Per correggere il ginocchio valgo, 'raddrizzando' con successo le gambe storte, la chirurgia mette oggi a disposizione un intervento ad hoc.
"In caso di valgismo il successo è garantito", assicura Paleari. In sintesi, precisa l'ortopedico pediatrico, "si tratta di inserire una placchetta a forma di '8' sulla cartilagine in accrescimento. Per le ginocchia a X si inserisce nella parte interna del ginocchio, in modo da bloccare la crescita in questa direzione, permettendola solo verso l'esterno. Per le ginocchia a parentesi, invece, la placchetta viene inserita nella parte esterna. Dopo un periodo compreso tra 6 mesi e un anno, a seconda della gravità del difetto di partenza, si rimuove la placchetta".
"L'intervento è mininvasivo, non doloroso, e prevede una notte di ricovero - prosegue l'esperto - Si può eseguire dai 6 anni in su, anche se in genere noi operiamo bambini dopo i 9 anni, con un limite di 14 per le femmine e spostato un po' più avanti per i maschi. Nel 40-50% dei casi di difetto al ginocchio, l'intervento è fattibile". Al Galeazzi, "in 4 anni abbiamo operato 80-85 bambini".
La tecnica è stata importata dagli Stati Uniti e l'Irccs Galeazzi di Milano vanta tra le più ampie casistiche in Italia nella correzione del ginocchio valgo congenito o traumatico. Mentre il successo dell'operazione è "pari al 100%" sulle gambe a X, "per il ginocchio varo le indicazioni diminuiscono - puntualizza Paleaeri - perché i risultati ottenuti possono essere a volte insufficienti". In questo caso, comunque, si può intervenire intorno ai 16-17 anni, in corrispondenza della fine della crescita, con una osteomia correttiva.
Al congresso si è parlato poi di gestione delle fratture nei bambini, specie di quelle gravi. "Le più brutte sono quelle al gomito", avverte lo specialista. "Nei bambini fino a 4-5 anni di età osserviamo perlopiù fratture traumatiche alla mano, all'avambraccio e al gomito, e molto più raramente al femore. C'è poi un'altra fascia, quella dei ragazzini di 12-13 anni, nel cui caso si tratta quasi sempre di fratture da sport (sci e calcio soprattutto) o da incidenti di bicicletta o in auto". "C'è anche una stagionalità del tipo di frattura: alla fine delle scuole, per esempio, diventano più frequenti le fratture al gomito perché i bambini hanno più tempo libero e utilizzano molto di più giochi come lo scivolo", conclude l'esperto.
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