Roma, 12 nov. (Adnkronos Salute) - Sembrava scomparsa, invece continua a rappresentare un pericolo per la salute. E' la tubercolosi, patologia che colpisce circa 1 italiano su 10 mila con 4.500 nuovi casi ogni anno. Ad essere maggiormente interessate sono le regioni del centro-nord e negli ultimi 3 anni è stato registrato un lieve incremento tra i più giovani, soprattutto tra i bambini (0 a 14 anni). L'incidenza tra i piccoli è passata da 2 a 2,8 casi ogni 100 mila abitanti. A fare il punto sulla tubercolosi sono stati gli esperti intervenuti al 31esimo Congresso di antibioticoterapia in età pediatrica, che si è svolto dal 7 al 10 novembre a Milano. L'iniziativa ha salutato il lancio ufficiale del Registro italiano tubercolosi in età pediatrica, con il patrocinio della Società italiana di infettivologia pediatrica (Sitip).
Il Registro, a cui sono stati invitati ad iscriversi tutti i professionisti del settore entro il 30 novembre, vedrà come centri di riferimento lâospedale Meyer di Firenze, per le regioni del centro-nord e l'ospedale Bambino Gesù di Roma per le regioni del centro-sud.
"In Italia - afferma Susanna Esposito, presidente della Sitip â" mancano linee guida ufficiali specifiche per il bambino, principalmente per quanto riguarda la gestione del contagio e dell'infezione da tubercolosi nei primissimi anni di vita. Il registro - precisa - può rappresentare un prezioso strumento di condivisione e sviluppo di comuni procedure operative".
A favorire la crescita dell' incidenza della tubercolosi oltre al flusso migratorio in costante aumento, contribuisce il ritardo diagnostico che comporta il tardivo riconoscimento dei contagi da parte dei medici. "Fino a 20 anni fa - sottolinea Esposito - tutti i bambini ricoverati per polmonite scarsamente responsiva al trattamento farmacologico venivano sottoposti ad un primo screening (test di introdermoreazione di Mantoux), che consentiva di fare una prima valutazione. Ora non si fa più, perché si è smesso di considerare la tubercolosi come una possibile evenienza allâinterno del processo diagnostico".
"Spesso - osserva l'esperta - si arriva alla diagnosi di tubercolosi dopo che un bambino è passato da un ospedale all'altro per una polmonite poco chiara, migliorata con il trattamento, ma con la tendenza a recidivare. Bisognerebbe ricordarsi â" suggerisce - che questa patologia esiste e che nel nostro Paese stanno aumentando, anche in età pediatrica, i casi di tubercolosi resistente a più farmaci, che determinano notevoli problemi di gestione farmacologica dei soggetti venuti a contatto con questi pazientiâ.
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