Roma, 11 dic. (Adnkronos Salute) - 'La mia mamma tossisce', 'il mio papà puzza!'. I bimbi non le mandano a dire ai genitori con il vizio delle sigarette. E sembrano aver raccolto l'invito del 'maestro' Renato Pozzetto, protagonista della campagna antifumo del ministero della Salute, a farli smettere. Dopo la campagna, infatti, sono aumentati del 21,4% i fumatori che hanno ricevuto la richiesta di smettere da parte dei propri figli. Il dato emerge dalla Relazione sullo stato sanitario del Paese 2011, presentata questa mattina dal ministro della Salute Renato Balduzzi.
In generale, per effetto della campagna 'Io non fumerò mai', la percentuale dei non fumatori che hanno chiesto ai fumatori presenti in famiglia di buttare pacchetto e accendino è passata dal 39,9% al 74,3%. Oltre il 60% dei fumatori ha affermato di essere stato indotto a modificare le proprie abitudini: quasi il 20% ha deciso di non fumare in presenza dei bambini e il 14% ha provato a smettere.
A preoccupare, però, è la diffusione del vizio fra i giovanissimi, che fumano nonostante il divieto di vendita della sigarette ai minori di 16 anni prima e 18 anni dopo il Dl Balduzzi. La Global Youth Tabacco Survey, promossa dal Centro di controllo delle malattie, ha evidenziato che il 46% dei ragazzi di 13, 14 e 15 anni ha fumato almeno una volta. Non solo. Il 92% ha dichiarato che i rivenditori non si sono mai rifiutati di vendere loro le sigarette. Se nel 2010 le vendite di bionde si sono ridotte del 2,4% rispetto al 2009, sono aumentate (+32,7%) quelle del tabacco trinciato a un costo inferiore, particolarmente 'appetibile' per i giovani consumatori.
Nessun commento:
Posta un commento