Roma, 11 dic. (Adnkronos Salute) - Occhio alle abbuffate da piccoli: sembra infatti che i bambini che non eccedono con il cibo, anzi hanno addirittura patito la fame, una volta anziani siano più svegli e smart rispetto ai coetanei che hanno sempre avuto il piatto pieno. E' quanto emerge da uno studio dei neurologi del centro malattia di Alzheimer del Rush University Medical Center, pubblicato su 'Neurology'.
"Si tratta di risultati inattesi, perché altri studi hanno mostrato che le persone che avevano vissuto delle avversità da bambini erano più inclini a presentare problemi di salute crescendo, rispetto ai coetanei più fortunati", spiega Lisa Barnes, autrice della ricerca. Il team ha esaminato 6.158 persone con un'età media di 75 anni, tutte residenti a Chicago, monitorandole ogni tre anni per 16 anni, con appositi test per misurare la prontezza mentale. Così il team ha scoperto che quelli che da bambini avevano patito la fame, ed erano più magri fino ai 12 anni, in tarda età erano più 'smart'. Un effetto che i ricercatori non hanno ancora spiegato con certezza: "E' possibile - conclude la studiosa - che la restrizione calorica possa ritardare l'avvio dei cambiamenti dell'organismo legati all'età , aumentando anche la longevità ".
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