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martedì 28 maggio 2013

Non mandano figli a scuola: denunciati 137 genitori nel palermitano

Palermo, 28 mag. (LaPresse) - Non mandano i figli a scuola. Per questo sono stati denunciati a Monreale, nel palermitano, 137 genitori, accusati del reato di inosservanza continuata dell'obbligo di istruzione: sono 143 gli studenti di cui è stata accertata una ingiustificata lunga assenza in aula. I carabinieri hanno verificato le presenze di tutto l'anno 2012-2013 negli istituti di istruzione primaria e secondaria non solo A Monreale ma anche nell'ambito della giurisdizione, che comprende i comuni di Altofonte, Piana degli Albanesi, S. Cipirello e S. Cristina Gela. Risultato: molti genitori avevano causato l'abbandono della frequenza scolastica o la sua interruzione ingiustificata. Il controllo, sottolineano i carabinieri, serve ad evitare che, specie negli ambienti rurali, i minori siano avviati ad attività lavorative in nero dopo l'abbandono degli studi, spesso forzato o comunque indotto da contesti sociali e familiari degradati.

Già l'anno scorso i militari di Monreale avevano fatto una operazione analoga. Il problema più grave, come già si era evidenziato l'anno passato, si registra nel comprensorio del Comune di Monreale, dove sono stati identificati 57 dei 143 studenti che avevano abbandonato anzi tempo gli studi (pari al 39,8% del totale); 50 quelli identificati a S. Giuseppe Jato (pari al 34,9%), mentre altri sono stati identificati tra i Comuni di Altofonte (22), e S. Cipirello (14). Il problema riguarda soprattutto i ragazzini più giovani: sono 123 gli studenti scomparsi dalla scuola media inferiore.

Peraltro, tra i genitori denunciati 31 sono quelli per i quali ancora pendono procedimenti penali con lo stesso capo d'imputazione, poiché denunciati negli anni passati o, come per 20 di loro, proprio al termine dello scorso anno scolastico. Mentre 27 sono i genitori già pregiudicati per altri reati. La vasta operazione di controllo si inserisce in una collaborazione tra scuola e forze dell'ordine che da tempo ha permesso di avviare periodici incontri tra alunni e rappresentati dell'Arma nell'ambito del 'Progetto legalità', un ciclo di appuntamenti con cadenza annuale che porta i ragazzi a contatto con le istituzioni con l'obiettivo di incentivare fin dall'infanzia un approccio virtuoso e collaborativo in seno alla società civile, spesso accompagnato da specifiche iniziative che vedono coinvolti studenti, carabinieri e associazioni o istituzioni locali per affrontare particolari temi o materie.

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