Cerca nel blog

venerdì 27 settembre 2013

Fecondazione: Greco, diagnosi preimpianto poco realizzabile nel pubblico

Roma, 27 set. (Adnkronos Salute) - La diagnosi genetica preimpianto "è una tecnica estremamente sofisticata che purtroppo vedo al momento poco realizzabile nelle strutture pubbliche attualmente accreditate" almeno "nella nostra Regione", cioè il Lazio. A dirlo all'Adnkronos Salute è Ermanno Greco, responsabile del centro di biologia e medicina della riproduzione dell'European Hospital di Roma, commentando la sentenza del tribunale di Roma che ha dato la possibilità a una coppia fertile, ma portatrice di una malattia genetica, di avere accesso alla diagnosi pre-impianto in un ospedale pubblico della Capitale.

"Penso pertanto - aggiunge l'esperto - che per rispettare e rendere realmente realizzabile questa importante sentenza e soprattutto per offrire un servizio realmente efficace in questi pazienti, la Regione debba predisporre un convenzionamento, come già avviene in altre Regioni per la semplice Pma. Oltretutto ci sono fondi stanziati per la Pma nella Regione Lazio che potrebbero servire a questo scopo".

All'European Hospital, sottolinea Greco, "abbiamo effettuato circa 350 diagnosi preimpianto dal 2009 a oggi, più altre 50 prima del 2004". E sono una trentina le malattie genetiche rilevabili con questo esame, che ha consentito di far nascere bambini sani nel centro romano: "Beta-talassemia, emofilia A, X Fragile, distrofia muscolare di Duchenne, aniridia ottica, esostosi multipla tipo 1, esostosi multipla, fibrosi cistica, atrofia muscolare spinale, distrofia miotonica, mutazione gene AR, metil-malonico aciduria, Bpes, poliposi adenomatosa, traslocazione reciproca maschile, traslocazione reciproca femminile, traslocazione robertsoniana maschile, traslocazione robertosoniana femminile, rene policistico, incontinentia pigmenti, Niemann-Pick, sindrome emolitico uremica, retinoschisi, sindrome di Wiskott-Aldrich, distrofia Emery Dreifuss tipo II, malattia di Pelizaeus-Merzbacher, distrofia facioscapulomerale, neurofibromatosi, Dmd e adenoleucodistrofia".

"La diagnosi genetica preimpianto - ricorda l'esperto - è stata di fatto riammessa dopo la sentenza 151 della Corte Costituzionale del 2009, in cui è stato abolito il numero massimo di 3 embrioni da produrre in vitro. In questa maniera si è concessa la possibilità di formare più embrioni e quindi poter scegliere attraverso la diagnosi preimpianto gli embrioni sani o portatori sani di malattie genetiche. Tale tecnica era possibile solo per le coppie infertili, ossia che da 12/24 mesi hanno rapporti" sessuali mirati al concepimento "non protetti. In realtà, molte coppie potenzialmente fertili giunte alla nostra osservazione erano di fatto infertili, perché per paura di concepire un figlio malato avevano rapporti protetti. La sentenza di Strasburgo rendendo possibile la diagnosi nelle coppie fertili ha equiparato le coppie portatrici di malattie genetiche a quelle portatrici di malattie infettive che già potevano accedere alla Pma pur essendo fertili", chiarisce.

"La diagnosi genetica preimpianto - ribadisce l'esperto, che organizza il primo Corso 2013 European Fertility of Rome, in programma il 4 ottobre all'European Hospital a Roma focalizzato proprio sulla diagnosi pre-impianto - è una tecnica molto sofisticata, che per avere tassi di successo elevati richiede la stretta collaborazione di 2 equipe ad altissima tecnologia, una che fa la fecondazione in vitro e l'altra che fa la diagnosi genetica sulle cellule embrionarie. Attualmente la diagnosi genetica preimpianto si fa sulle blastocisti, embrioni nella quinta giornata di sviluppo e non più sugli embrioni al terzo giorno. In questa maniera l'embrione non viene danneggiato, perché vengono prelevate cellule esterne, che daranno origine alla placenta".

Tornando alla sua proposta, Greco chiede che "il convenzionamento avvenga per i centri di eccellenza dopo attenta ispezione delle apparecchiature e del personale da parte degli organi competenti. Non dimentichiamo che l'Eshre (Società europea della riproduzione umana) ha redatto i requisiti internazionali che devono avere i centri che effettuano questa tecnica. Per individuare i centri che realmente, e non a parole, in Italia effettuano questa tecnica basta attingere al Pgd Consortium, il registro dell'Eshre a cui i centri mandano i risultati e la loro reale esperienza data dal numero di casi effettuati".

Nessun commento:

Posta un commento