Roma, 27 set. (Adnkronos Salute) - "La decisione del Tribunale di Roma tutela il diritto alla salute della futura mamma, del bambino e della famiglia allineandosi di diritto all'Europa. Con questa decisione la donna non andrà incontro a un aborto spontaneo, presente nella maggior parte dei casi clinici in cui l'embrione sia affetto da grave patologia genetica, né sarà costretta a interrompere con un aborto terapeutico la sua gravidanza, come è consentito dalla legge". Così Cecos Italia, associazione scientifica che raggruppa i maggiori Centri di fecondazione assistita in Italia, che globalmente effettuano circa 10.000 cicli l'anno, commenta la decisione del Tribunale di Roma che ha dato il via libera alla diagnosi pre-impianto per coppie fertili portatrici di malattie genetiche.
La decisione del Tribunale di Roma - prosegue l'associazione in una nota - pone un nuovo importante elemento di revisione all'applicazione della legge 40/2004. L'applicazione della legge 40 ha incontrato da subito grandi difficoltà , ha portato nei primi anni alla decrescita dei tassi di successo e all'aumento delle percentuali di gravidanze trigemine, si è quindi configurata da subito come una legge gravata da grossi limiti procedurali. Molte cose sono però cambiate dal 2009, quando la Corte Costituzionale ne ha modificato alcuni importanti aspetti semplicemente facendo cadere il limite dei tre ovociti da fecondare e riconoscendo al medico e alla coppia un ruolo decisionale.
Ora non ci sono più coppie fertili o infertili ma davanti alla salute riproduttiva siamo tutti uguali. Al momento attuale quindi anche nel nostro Paese è possibile prendersi cura di un numero più ampio di pazienti ed è stato effettivamente osservato il netto calo di trasferte all'estero per quanto riguarda i cicli di Pma omologa, mentre nulla è cambiato per quanto riguarda la fecondazione eterologa. "Auspico - conclude il presidente di Cecos Italia, Elisabetta Coccia - che la legge 40/2004 possa presto essere rivista. C'è bisogno di una normativa più coerente, che abbia gli stessi standard europei".
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