Roma, 7 ott. (Adnkronos/Cinematografo.it) - I ragazzi venuti dal Brasile? Dimenticateli, questa non e' fantascienza, ne' un Terzo Reich 2.0, ma realta', e verita': carne della propria carne, sangue del proprio sangue, sono i bambini di Hitler, ovvero, Katrin Himmler, Monika Goeth, Rainer Hoess, Niklas Frank, Bettina Goering. I cognomi dicono tutto, e svelano alberi genealogici innestati dal Male, dall'ideologia e prassi nazista: Bettina e' la nipote dell'ufficiale nazista Hermann Goring (zio); Katrin la nipote di Heinrich Himmler (zio), il secondo in comando dopo Adolf Hitler; Rainer e' il nipote di Rudolf Hoess (nonno), creatore e comandante del campo di sterminio di Auschwitz, Niklas e' il figlio di Hans Frank, il governatore generale della Polonia durante la Seconda Guerra Mondiale, responsabile dei campi e dei ghetti; Monika e' la figlia di Amon Goeth, comandante del campo di concentramento di Plaszo'w (ricordate Schindler's List?). Ebbene, si trasformano in consapevoli, dolenti e davvero interessanti talking heads nel documentario 'Hitler's Children' di Chanoch Zeevi, in cartellone al 15° Festival di Rio.
Enormi le questioni che sollevano, a partire dall'eredita' biologica, quando il sangue e i geni hanno un cosi' gravoso passato: c'e' chi ha scritto della propria condizione di sciagurato ''ereditiere'', come Niklas, che gira le scuole per dire che, si', ai padri si puo', si deve, ribellarsi; c'e' chi, Monika, ha scoperto da un sopravvissuto a Plaszo'w l'enormita' criminale del sadico genitore; chi, Katrin, ha sposato un ebreo e tagliato ogni ponte con il resto della famiglia, perche' di fronte ad avi del genere ''non ci sono, purtroppo, mezze misure: cancellazione o cieca fedelta'''; chi, come Rainer, visita Auschwitz per la prima volta e, di fronte ai giovani discendenti degli internati, confessa: ''Che farei se avessi qui mio nonno? Lo ucciderei con le mie mani''; chi, Bettina Goering, da 35 anni vive nei boschi vive a Santa Fe', New Mexico, con la giusta distanza per provare a salvare, cibo e musica, qualcosa di quella Germania che le e' stata cosi' infausta.
''Certe storie non hanno mai fine, questa storia (l'Olocausto, NdR) non ce l'ha'', conclude il doc un giornalista israeliano. Ma sono le domande a non avere via d'uscita: ogni bambino cerca l'amore dei genitori, ma quando e' il figlio di Hitler?
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