Roma, 17 ott. (Adnkronos Salute) - Numeri che fanno paura. Dislessia, iperattività , depressione, autismo, ma anche anoressia, bulimia, e schizofrenia sono disturbi che colpiscono circa un bambino su cinque. E gli adolescenti sono particolarmente fragili: in Italia il suicidio è la seconda causa di morte tra gli under 20 (la prima sono gli incidenti stradali). Per superare pregiudizi, stigma e stereotipi sulla malattia mentale è necessario creare una cultura nuova, attraverso un'alleanza tra medici, pediatri, famiglie e insegnanti. Così sono nate la docufiction di Rai Educational 'Disordini' e il magazine online specchioriflesso.net, nuovo sito della Neuropsichiatria dellâOspedale Pediatrico Bambino Gesù, presentati oggi a Roma.
Diversi istituti scolastici secondari capitolini hanno accolto l'invito a lavorare con i ragazzi sul tema della salute mentale, proponendo la visione della docufiction 'Disordini' - che andrà in onda su Rai Scuola dal 20 ottobre alle 20.30 e su Rai3 dal 24 ottobre alle 01.00 - come inizio di un percorso didattico che porterà , attraverso il confronto nelle classi sulle storie di Marta, Fabrizio, Giulio, Anna, Lucia e Paolo, alla produzione di elaborati che saranno pubblicati sul sito specchioriflesso.net. Gli insegnanti avranno uno spazio dedicato per porre domande e ricevere aiuto dal personale dell'ospedale.
"L'idea di questo lavoro con la Rai e con le scuole - spiega Stefano Vicari, responsabile dellâUnità operativa di Neuropsichiatria infantile dell'ospedale pediatrico - nasce proprio per far conoscere le malattie psichiatriche in adolescenza non solo a un pubblico di medici e psicologi, ma anche ai non addetti ai lavori: insegnanti, genitori e gli stessi ragazzi. Una nuova cultura - insiste - può aiutare a superare antichi pregiudizi". A vantaggio della salute dei giovanissimi.
Dall''insalata sotto il cuscino' alle bravate di Fabrizio, le vicende raccontate in 'Disordini' sono in gran parte la fedele trascrizione delle storie di alcuni ragazzi e ragazze che tra la fine del 2007 e lâinizio del 2013 si sono rivolti alla Neuropsichiatria infantile del Bambino Gesù. Con alcune varianti introdotte per non consentire un facile riconoscimento dei protagonisti e per rendere più romanzato il succedersi degli eventi. Le storie vogliono contribuire a far conosce disturbi che non raramente affliggono gli adolescenti e come è possibile identificarli; un sostegno, in particolare, alle famiglie che si trovano a vivere situazioni difficili e che spesso per pudore o vergogna "tendono a sottovalutare il problema, rendendo il percorso di cura meno tempestivo", spiega Vicari.
La depressione colpisce fino a 8 ragazzi su 100, mentre lâanoressia, malattia psichiatrica col più alto tasso di mortalità , colpisce circa lâ1% delle ragazze. La bulimia, i disturbi della condotta, le psicosi a insorgenza anche precocissima (ovvero sotto i dodici anni) sono patologie "molto frequenti il cui esordio può essere improvviso quanto imprevisto. Un altro stereotipo comune - dice Vicari - è che quelle mentali, specie in età dello sviluppo, non siano malattie vere e proprie ma piuttosto, lâespressione di un disagio ambientale, famigliare o sociale. Pertanto, la soluzione al disturbo andrebbe ricercata in una 'ridefinizione' del contesto in cui il ragazzo vive. Câè una grande resistenza a trattare le malattie mentali proprio come ogni altra malattia".
"Nell'individuare la cura più adatta per diabete o ipotiroidismo - spiega l'esperto - nessun medico si attarderebbe per ridurre la pericolosità immediata (coma diabetico) o a lungo termine (neuropatia diabetica o ritardo mentale nell'ipotiroidismo del bambino). Allo stesso modo, nessuna persona ragionevole riterrebbe l'uso dell'insulina o dell'ormone tiroideo l'espressione delle politiche commerciali di case farmaceutiche. Perché allora, quando si tratta della malattia mentale di bambini o adolescenti tanti timori e pregiudizi? Certamente la malattia mentale fa paura e nel bambino ancora di più. Tutti vorremmo che lâinfanzia e lâadolescenza fossero periodi felici, immacolati dellâesistenza. Certamente câè stato in passato, e forse câè tuttora, un eccesso nellâuso del farmaco: antibiotici, cortisonici, antistaminici, da fare temere un possibile abuso anche di psicofarmaci nellâinfanzia".
"Ma i dati a livello europeo e italiano in particolare, testimoniano il fatto contrario: negli ultimi anni - sottolinea - l'uso di psicofarmaci in età pediatrica è andato via via riducendosi. Infine, sul tema della malattia mentale in età infantile si combatte una delle più lunghe battaglie ideologiche tra uno 'psicologismo', spesso troppo superficiale, e uno 'scientismo' a volte troppo demagogico. Una visione più laica, capace di porre al centro della scelta delle strategie l'urgenza di interrompere la sofferenza del ragazzo, è assolutamente necessaria", conclude Vicari.
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