Roma, 31 ott. (Adnkronos Salute) - L'evoluzione della scienza 'in rosa' attraverso gli occhi dei bambini. "Abbiamo analizzato i disegni dei bimbi delle elementari: 30 anni fa lo scienziato era per il 92% degli alunni un uomo, con baffi e camice bianco, ma oggi il 33% disegna una donna, in genere alle prese con studi sulla natura. Sembra poco, ma si tratta di un notevole passo avanti. Una piccola rivoluzione testimoniata a settembre 2013 anche dall'arrivo del primo pupazzetto della Lego che impersona una scienziata, con i capelli raccolti, gli occhiali, il camice bianco e due provette in mano dall'aria pericolosa". A sottolinearlo è Londa Schiebinger, docente di Storia della scienza dell'Università di Stanford ed esperta di medicina di genere, intervenendo oggi a Roma al Convegno su questo tema all'Istituto superiore di sanità .
"La presenza delle donne nella scienza - assicura - può fare la differenza. Gli studi ci dicono che l'interesse per l'analisi di genere incentiva la creatività e le tecnologie innovative. E ormai non si può più prescindere dall'approfondimento sulle differenze tra uomini e donne: ricerche dimostrano che esistono persino a livello di cellule staminali. Gli studi sui farmaci devono tenerne conto", conclude.
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