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lunedì 4 novembre 2013

Latti di crescita, Efsa: nessun valore aggiunto nella dieta dei bambini

I latti per la prima infanzia non apportano alcun valore aggiunto rispetto a una dieta bilanciata nel soddisfare il fabbisogno nutrizionale dei bambini di età compresa tra uno e tre anni. Lo ha affermato l’Efsa in un parere scientifico relativo al fabbisogno e ai livelli di assunzione attraverso la dieta di sostanze nutritive di lattanti e bambini nella prima infanzia richiesto dalla Commissione Ue. La stessa Autorità ha spiegato che“negli ultimi anni è stato immesso in commercio un numero crescente di bevande a base di latte e prodotti analoghi destinati ai bambini nella prima infanzia ed etichettati come “latte di crescita”, “latte per la prima infanzia”.

Tutti prodotti accompagnati da un marketing che punta proprio alla necessità nutrizionale che questi prodotti apportano nella dieta dei bambini. L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare non ha invece individuato “alcun ruolo unico” degli alimenti per la prima infanzia (comunemente denominati “latti di crescita”) nella dieta dei bambini di età compresa tra uno e tre anni, concludendo che essi non sono più efficaci degli altri alimenti che costituiscono la dieta normale di tali bambini nell’apportare sostanze nutritive.

Proprio lo scorso agosto l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva sottolineato, in un documento [1] , come  il latte di proseguimento è commercializzato in modo tale da generare confusione e influisce negativamente sull’allattamento, sebbene non sia indispensabile e non adatto come sostituto del latte materno. Chiaro il riferimento alla esclusività dell’allattamento materno nei primi sei mesi di vita e il consiglio da parte dell’Oms a proseguire l’allattamento al seno fino al compimento dei due anni. Facendo un passo indietro nel tempo, nel 2011 l’Istituto Federale tedesco per la valutazione del rischio [2] aveva affermato come questi latti non fossero affatto migliori del latte vaccino.

Tornando al parere Efsa, agli esperti è  stato anche chiesto di fornire consulenza sull’evoluzione delle esigenze alimentari nel corso dei primi tre anni di vita e di stabilire i livelli di sostanze nutritive a suo giudizio adeguati per la maggior parte dei lattanti e bambini nella prima infanzia sani e di peso normale. La conclusione a cui è arrivata l’Autorità è che lattanti e bambini nella prima infanzia hanno un elevato apporto di energia, con correlato rischio di sovrappeso e obesità, e un basso apporto di fibre alimentari come di acidi grassi omega-3, ferro, vitamina D e iodio (in alcuni Paesi europei).

Il parere Efsa [3]

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