Milano, 29 ott. (Adnkronos Salute) - Lo smog avvelena la salute e causa più malattie respiratorie nei bimbi asmatici. Lo dimostra uno studio condotto tra Milano e hinterland dai pediatri della Fondazione Policlinico diretti da Susanna Esposito, presidente della Sitip (Società italiana di infettivologia pediatrica). In vista dell'influenza alle porte, la società scientifica ribadisce l'importanza di vaccinare i bambini con patologie respiratorie croniche.
Da alcuni studi condotti in Italia nel 2012 - ricorda la Sitip - è emerso che l'inquinamento nei centri urbani determina tra il 3% e l'8% della mortalità totale, con valori che arrivano al 15% nelle zone più inquinate. In tutto il mondo, l'Oms stima che 800 mila persone all'anno muoiano prematuramente a causa dell'inquinamento atmosferico. Lo smog si posiziona così al tredicesimo posto nella classifica delle cause di mortalità . La ricerca dell'Unità di pediatria ad alta intensità di cura della Fondazione Policlinico di Milano, in particolare, ha evidenziato "una stretta relazione tra inquinamento atmosferico e sviluppo di patologie respiratorie in età pediatrica, con un aumento del rischio, in termini di frequenza e gravità , nei soggetti con broncospasmo (wheezing) o asma".
L'obiettivo dello studio era misurare la frequenza delle patologie respiratorie a carico delle alte e basse vie aeree in una popolazione pediatrica milanese di età compresa tra 3 mesi e 18 anni. In un periodo di 12 mesi sono stati messi a confronto 329 bambini con wheezing ('sibilo') ricorrente o asma bronchiale, con o senza sensibilizzazione allergica, e 364 bambini senza patologie di base. Innanzitutto è stato osservato che nei piccoli che poi svilupperanno wheezing e asma sono nettamente più frequenti fattori quali prematurità (15,6%), papà fumatore durante la gravidanza della madre (28,8%), problemi cardiaci (5,6%) e respiratori (11,9%) alla nascita.
Inoltre, i dati raccolti hanno confermato che per i bambini già affetti da wheezing e asma il fatto di abitare in zone limitrofe ad aree molto trafficate è un fattore di rischio per infezioni delle basse vie aeree e per episodi asmatici. Al contrario, abitare in zone verdi è un fattore protettivo. "Esiste una sicura correlazione causa-effetto tra l'inquinamento atmosferico e i danni alla salute - avvertono i pediatri - L'inquinamento da una parte modifica la risposta immunitaria, dall'altra contribuisce all'infiammazione delle vie aeree".
"I bambini, soprattutto quelli in età prescolare - sottolinea Esposito, a capo dell'Unità di pediatria ad alta intensità di cura della Fondazione Policlinico, università degli Studi di Milano - sopportano il 40% del peso dei danni indotti dall'inquinamento, poiché hanno caratteristiche anatomo-fisiologiche che li rendono più suscettibili. In particolare, durante la crescita e lo sviluppo degli organi esistono delle 'finestre di vulnerabilità ' agli stimoli nocivi, quali il periodo pre-concezionale, l'età embrionale, il primo anno di vita, il periodo dalla nascita fino ai 5-6 anni e l'epoca dello sviluppo puberale".
"Questi risultati - aggiunge quindi la presidente della Sitip - richiamano con forza la necessità di vaccinare contro l'influenza i bambini con wheezing ricorrente o con asma bronchiale (che rappresentano il 15% della popolazione pediatrica) e tutti coloro che presentano patologie respiratorie croniche, ad esempio prematuri con broncodisplasia o pazienti con fibrosi cistica. Purtroppo, infatti, tutti questi pazienti risultano ad alto rischio di riacutizzazioni respiratorie e in questi casi l'inquinamento dell'aria può avere un ruolo di 'primum movens', ma anche di co-fattore insieme ai patogeni respiratori".
"Oggi - evidenzia la Sitip - le coperture vaccinali nei pazienti con patologia respiratoria cronica sono spesso inadeguate (per alcune di queste patologie non raggiungono il 30% dei pazienti), sebbene tutte le autorità sanitarie raccomandino fortemente la vaccinazione antinfluenzale e i nuovi risultati dimostrino ampiamente come un intervento relativamente semplice può avere un grande impatto sulla salute, soprattutto quella dei bambini con malattie croniche sottostanti".
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