(ASCA) - Roma, 29 nov - Secondo il nuovo rapporto Towards an Aids-free generation-Stocktaking Report on Children and Aids 2013 lanciato oggi dall'Unicef, sono stati fatti grandi progressi nella prevenzione della trasmissione materno-infantile dell'HIV: sono state oltre 850.000 le nuove infezioni infantili scongiurate tra il 2005 e il 2012 in paesi a basso e medio reddito. ''Oggi, anche se una donna incinta e' sieropositiva non significa che il suo bambino debba avere lo stesso destino e che lei non possa condurre una vita sana'', ha detto il Direttore generale dell'Unicef Anthony Lake. Alcuni dei piu' importanti risultati sono stati registrati in paesi ad alta presenza di HIV nell'Africa subsahariana. Tra il 2009 e il 2012 i nuovi contagi tra i bambini sono diminuiti del 76% in Ghana, del 58% in Namibia, del 55% in Zimbabwe, del 52% in Malawi e Botswana e del 50% in Zambia ed Etiopia. Nel 2012, il 62% delle donne incinte sieropositive nei 22 paesi che registrano il piu' alto tributo di HIV hanno ricevuto servizi per prevenire la trasmissione da madre a figlio. Il nuovo rapporto inoltre sottolinea che per avere una generazione libera dall'Aids, molti piu' bambini che convivono con l'HIV devono ricevere medicine antiretrovirali. Nel 2012, solo il 34% dei bambini sieropositivi in paesi a basso e medio reddito hanno ricevuto le cure di cui avevano bisogno, comparato con il 63% degli adulti. Cosi' come si stima che, nello stesso anno, 210.000 bambini sono morti a causa di malattie correlate all'AIDS. Senza cure, un terzo dei bambini che vivono con l'HIV morira' prima di compiere un anno, e la meta' morira' prima di compierne due. Progressi importanti sono stati registrati nel campo della prevenzione di nuove infezioni da HIV tra i bambini piccoli rispetto agli adolescenti. Nel 2012 sono stati registrati circa 260.000 nuovi contagi di bambini tra 0 e 14 anni, nel 2005 erano 540.000. Tuttavia, il Rapporto lancia l'allarme sugli adolescenti e sulla necessita' di un maggiore impegno a livello globale e nazionale per questa fascia di eta' molto vulnerabile all'HIV e all'AIDS. Le morti legate all'AIDS tra gli adolescenti tra i 10 e i 19 anni sono aumentate del 50% tra il 2005 e il 2012, passando da 71.000 a 110.000 casi, in netto contrasto rispetto ai progressi fatti nella prevenzione della trasmissione madre-figlio. Nel 2012 circa 2,1 milioni di adolescenti (10-19 anni) convivevano con l'HIV; nello stesso anno sono state 300.000 le nuove infezioni da HIV tra gli adolescenti tra i 15 e i 19 anni. Secondo quanto emerge dal rapporto molti traguardi potrebbero essere raggiunti con ulteriori fondi e un aumento degli investimenti nell'innovazione. Un nuova analisi presentata dal rapporto mostra che un aumento degli investimenti per interventi ad alto impatto - tra cui la prevenzione nella trasmissione madre-figlio, i trattamenti antiretrovirali, la protezione sociale, l'informazione e l'educazione dei giovani sui comportamenti a rischio e il rafforzamento del sistema sanitario - per circa 5,5 miliardi di dollari entro il 2014, potrebbe evitare entro il 2020 il contagio di 2 milioni di adolescenti, in particolare giovani donne. Gli investimenti nel 2010 sono stati di 3,8 miliardi di dollari. ''Se aumentassimo il numero degli interventi ad alto impatto utilizzando un approccio integrato, potremmo evitare nuovi contagi tra gli adolescenti entro il 2020'', ha dichiarato Anthony Lake, Direttore Generale dell'Unicef. ''Il problema e' raggiungere urgentemente gli adolescenti piu' vulnerabili con programmi efficaci''. res/rus
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