Cerca nel blog

mercoledì 11 dicembre 2013

Fecondazione: 'grande fratello' in ambulatorio per dialogo medico-coppie

Milano, 11 dic. (Adnkronos Salute) - L'occhio della telecamera sul medico e i suoi pazienti, aspiranti genitori. Il 'grande fratello' entra in un ambulatorio per la procreazione medicalmente assistita. Obiettivo: riprendere gli incontri tra i camici bianchi e le coppie, per capire come migliorare il dialogo su un tema molto delicato come quello della fecondazione 'in provetta'. Lo studio, coordinato dal Centro 'Cura' dell'università Statale di Milano (Centro universitario di ricerca sugli aspetti comunicativo relazionali in medicina), partirà nel febbraio 2014, e i primi risultati sono previsti per l'ultimo trimestre dell'anno.

Per la prima volta - spiegano i promotori della ricerca - verranno ripresi, e successivamente analizzati, gli incontri di ambulatorio tra medico e pazienti in un settore ancora poco esplorato dal punto di vista dell'impatto della comunicazione. Un settore dove è fondamentale parlare in modo chiaro, saper porre domande, lavorare insieme. Eppure, assicurano gli esperti, su questo fronte la medicina occidentale è ancora indietro. Lo dicono i malati, che spesso 'migrano' da una regione all'altra solo per cercare un dottore che sappia ascoltarli. Ma lo dicono anche i medici, assicurano gli scienziati, frustrati dalla cosiddetta sindrome del 'dottor shopping' che scatta quanto si sentono trattati dai loro assistiti alla stregua di meri 'venditori' di terapie.

Ma in cosa consiste davvero una buona comunicazione in medicina? Lo studio osservazionale, condotto dal Centro Cura della Statale e realizzato con il sostegno incondizionato di Ferring Farmaceutici, punta a far luce su questo aspetto. Si tratta di uno studio multicentrico che coinvolgerà circa 20 pazienti o coppie di pazienti infertili in 10 Centri di procreazione medicalmente assistita che aderiscono all'indagine (dal Nord al Sud, in tutta Italia), "per un totale di circa 200 visite", spiega Egidio Moja, professore ordinario di Psicologia clinica e direttore del Centro Cura. "Il settore della Pma è ricco di progressi tecnologici, ma forse non altrettanto avanzato nella gestione degli aspetti emotivi relativi al successo o al fallimento nella ricerca di un figlio", aggiunge Elena Vegni, professore associato di Psicologia clinica alla Statale di Milano e principal investigator del progetto di ricerca.

In questo ambito, continua l'esperta, "una buona comunicazione tra il medico e le coppie infertili può davvero fare la differenza. Quando il rapporto funziona, infatti, si stabilisce una vera e propria alleanza terapeutica tra chi cura e chi chiede aiuto. Alleanza che può incidere positivamente anche sugli esiti finali del trattamento".

Lo studio ha anche la particolarità di ricorrere all'occhio della telecamera per 'spiare' l'interazione medico-paziente. I filmati, acquisiti con il consenso scritto dei diretti interessati, finiranno sotto la lente degli esperti del Centro che useranno software specializzati in grado di misurare sia variabili quantitative (per esempio la durata dell'incontro, il numero di domande fatte dal paziente, la sua capacità di fornire al medico informazioni pertinenti) sia variabili qualitative (il clima emotivo generale, la comprensione delle indicazioni ricevute, le abilità relazionali del medico). L'obiettivo è quello di individuare le principali aree critiche del rapporto e identificare gli elementi che, al contrario, favoriscono la partecipazione e l'engagement della paziente e della coppia. "In base ai risultati ottenuti e con i dati raccolti - aggiunge Moja - sarà poi possibile realizzare specifici percorsi formativi destinati ai medici che operano nell'ambito della procreazione medicalmente assistita".

Un paziente coinvolto, conclude, "è un paziente migliore. E anche un medico soddisfatto, in grado di prendersi carico del problema di una coppia, è un medico migliore. Solo una buona capacità di dialogo e di ascolto, sottolineano gli esperti, è in grado di scongiurare il sempre più frequente fenomeno del dropout, per cui una coppia infertile che non si sente adeguatamente compresa interrompe il rapporto con il centro di riferimento e magari varca i confini per recarsi in strutture all'estero".

Nessun commento:

Posta un commento