Roma, 20 gen. (LaPresse) - Nell'ambito dell'operazione 'all backs', la guardia di finanza ha scoperto una maxi evasione per oltre due miliardi di euro riconducibili all'imprenditrice Angiola Armellini, figlia del noto costruttore Renato Armellini: la donna è proprietaria di 1.243 immobili, dislocati quasi tutti a Roma. L'ereditiera, a cui risultano intestati numerosi conti esteri, è stata denunciata dalle fiamme gialle insieme con altre 11 persone, tutte accusate di associazione a delinquere finalizzata all'evasione fiscale. I finanzieri hanno proceduto al disconoscimento degli effetti scriminanti di 10 scudi fiscali presentati nel 2009, con riferimento al patrimonio estero posseduto dall'indagata.
L'indagine, diretta dalla procura della Repubblica di Roma e svolta dal Comando provinciale della Capitale, iniziata un anno e mezzo fa, ha evidenziato che 'l'ammministratore di fatto' era una società fiduciaria con sede in Lussemburgo, "ideata negli anni '90 - rende noto un comunicato - al fine di schermare l'effettiva disponibilità di ingenti capitali detenuti all'estero, anche in Paesi cosiddetti a fiscalità privilegiata". L'omessa dichiarazione di ricavi, al lordo dei costi sostenuti, ammonta a circa 190 milioni di euro, oltre ad un'imposta di registro evasa per 230mila euro. Le attività hanno anche permesso di riscontrare il sistematico mancato versamento di tributi locali (Ici, Imu), per alcuni milioni di euro, connessi a gran parte del vasto patrimonio immobiliare, favorito dall'articolata e poco trasparente struttura societaria. Dal 2003 Armellini avrebbe trasferito all'estero 2,1 miliardi di euro per nasconderli al fisco. Le risultanze dell'operazione sono state rese pubbliche in occasione della firma del protocollo di intesa tra il Campidoglio e il comando provinciale della Guardia di finanza contro l'illegalità economico-finanziaria.
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