Roma, 11 giu. (LaPresse) - "Siamo alle solite: si guardano solo gli interessi, i desideri degli adulti e non gli interessi e i diritti dei bambini". Così Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, in merito alle motivazioni della sentenza con cui la Corte costituzionale ha bocciato il divieto alla fecondazione eterologa. "Eppure - dice Casini - la Convenzione universale dei diritti del fanciullo afferma a chiare lettere che in ogni decisione di carattere amministrativo o giudiziario riguardante i minori deve essere data prevalenza all'interesse e ai diritti del bambino".
"Chiediamoci e chiediamo ai giudici - è il pensiero del presidente del Mpv - se il 'meglio' per un figlio sia avere o non avere un padre e una madre certi (sotto ogni profilo: genetico, giuridico e sociale) e se una valutazione su questo 'meglio' possa essere sottratta alla sovranità del popolo che si esprime attraverso la legge adottata dai suoi rappresentanti (nel caso in esame, addirittura confermata con un referendum) ovvero possa essere effettuata da quindici persone sia pur nominati giudici costituzionali".
Secondo il Movimento per la vita, nelle motivazioni della sentenza "non vi è alcun riferimento alla convenzione dei diritti del bambino, ma si fa solo riferimento al fatto che l'adozione ha già introdotto nel nostro ordinamento un criterio di genitorialità diverso da quello genetico". Inoltre, dice Casini "non si è voluto considerare l'evidenza e cioè che l'adozione è un rimedio ad un male: l'abbandono di un minore da parte dei genitori genetici. In questo caso il meglio per il bambino è l'adozione, che non è uno strumento per soddisfare un diritto degli adulti al figlio ma un modo di soddisfare il diritto del minore alla famiglia. Il meglio per il fanciullo sarebbe di non essere abbandonato. Nel caso dell'eterologa, al contrario, l'abbandono del figlio viene istituzionalizzato ed incoraggiato: si genera deliberatamente per abbandonare".
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